A parere di molti la piccola capitale del Laos, così quieta e tranquilla, non meriterebbe nemmeno una sosta. Personalmente ho però deciso di farvi tappa e devo dire che non ho affatto avuto problemi a riempire le mie giornate, poiché di cose da fare e da vedere ne ho trovate diverse.
Ecco, ci eravamo lasciati che vi avrei detto cosa ho visto e fatto in quel di Vientiane durante le 48h della mia permanenza e in questo post ve lo racconto!
Lo sapevate che la cittadina fu fondata nel IX secolo? E che durante il suo periodo di massima prosperità – nel XVI secolo – è arrivata a spresidiare Luang Prabang nel suo ruolo istituzionale? E, ancora, che si è spesso trovata sotto il controllo dei vietnamiti, dei birmani e dei siamesi che ad un certo punto l’hanno praticamente rasa al suolo, lasciandola in uno stato di completo abbandono fino al XIX secolo?
L’impressione che ho avuto è che di Vientiane si sappia poco e che non le si dedichi la giusta attenzione, trascurando ad esempio anche il fatto che ha un’anima profondamente coloniale, lasciata dai francesi che l’hanno completamente ricostruita durante il loro protettorato.
Mentre passeggiavo è stato davvero sorprendente notare cosa sia rimasto di quell’epoca ormai terminata: al di là dell’architettura che immediatamente rimanda a stili prettamente europei, anche la cucina di molti ristoranti ed in particolare le baguette, che si possono comprare per strada su numerose bancarelle!
Non crediate comunque che Vientiane non sia anche molto asiatica, perché lo è: al di là del fatto che non sia caotica come le capitali dei Paesi limitrofi, presenta numerosi ed affascinanti wat (in altre parole templi) e certamente non manca di luoghi dove è possibile provare il gustoso street food locale, che per me rappresentano un po’ la quintessenza del Sud Est Asiatico.




Durante le prime 24h in città sono riuscita a vedere un’infinità di luoghi di culto, di cui – come vi ho già detto – il centro è ricco. Il Wat In Paeng, il Wat Ong Teu Mahawihan, il Wat Hai Sok, il Wat Mixai, il Wat Si Saket ed il That Dam sono quelli in cui ho deciso di entrare, cercando di cogliere almeno un granello della spiritualità che trasudano.
Ho però anche avuto modo di ammirare la chiesa cattolica ed il palazzo presidenziale, vestigia del vecchio potere coloniale, così come il Patuxai ovvero un arco di trionfo, divenuto vero e proprio simbolo di Vientane.
Non mi sono persa poi il Talat Khua Din ed il Talat Sao, due vivaci mercati cittadini. Ho dunque concluso la giornata procurandomi la cena presso una delle tante bancarelle lungo il Mekong, che all’ora del tramonto dà il meglio di sé e dunque attrae tutta la città, vale a dire i residenti ed i pochi viaggiatori di passaggio.
Il giorno successivo, di mattina, sono andata prima al Wat Si Muang e poi al Wat That Luang, che la Lonely Planet definisce come ”il più importante monumento nazionale del Paese e allo stesso tempo il simbolo della religione buddhista e della sovranità del Laos”.
E poi? Cosa avrò mai fatto nel pomeriggio? Un corso di cucina laotiana! Ma questa è un’altra storia, che vi ho raccontato nel post My way in cucina: 3 ricette laotiane!!!.
A livello museale sono riuscita a dare spazio solo al COPE, che mette in luce il problema degli ordigni inesplosi: prima di visitare il centro, che è anche il più importante fornitore di protesi del Paese, non avevo idea dell’impatto che la questione continua ad avere, nonostante le guerre negli Stati vicini (che hanno coinvolto il Laos) siano terminate da decenni.
Vi segnalo, per completezza, il Museo Nazionale del Laos e il Lao Textile Museum, per i quali non ho avuto tempo. Nel caso ci andaste, fatemi sapere – magari nei commenti – cosa ne pensate.
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Io ho considerato carino anche il Buddha Park, una ventina di km fuori città. E il mercato locale veramente enorme. Ciao Maria Grazia!!!
Ho sentito parlare del Buddha Park Ilaria… Se avessi avuto più tempo magari ci sarei andata… Purtroppo al Laos avevo deciso di dedicare meno di due settimane, per poi andare in Vietnam e Cambogia… Con il senno di poi, posso dire che avrebbe meritato molto più tempo… Chissà, magari ci tornerò in futuro… 🙂 Ciao ciao