A Cody dovevamo solo fermarci per la notte, per poi muoverci verso Yellowstone. Senz’altro né io né Gianluca ci aspettavamo di trascorrere dei momenti – come dire – così americani! Cosa è accaduto durante la serata che vi abbiamo trascorso? Ve lo racconto subito!
Sapevamo che Cody poteva essere il posto giusto per vivere l’atmosfera del vecchio West, quello fatto di cow-boy, pistole e saloon: la località porta infatti il nome del Colonnello William Frederick Cody, più comunemente noto come Buffalo Bill, che ne gettò le fondamenta negli anni novanta dell’Ottocento.
Una delle maggiori attrazioni della cittadina – tra le numerose altre che ne ricordano le origini e ne celebrano il fondatore – è certamente rappresentata dai Cody gunfighters, che tutte le sere tra giugno e settembre alle 18, in costume, mettono in scena una sparatoria, proprio davanti al Buffalo Bill’s Irma Hotel che il Colonnello aprì nel 1902 dandogli il nome della figlia.
Per poco, purtroppo, abbiamo mancato quella che – credo – avrei potuto a pieno titolo aggiungere alla lista delle americanate di quella sera. Non fraintendetemi, sto parlando di americanate, ma senza voler attribuire alcuna accezione negativa al termine! Anzi, devo proprio dire che abbiamo apprezzato molto tutto il contesto!

Cosa non può mancare poi in una cittadina del vecchio West? Un rodeo! Ebbene, un rodeo è ciò a cui abbiamo assistito poco dopo essere giunti in città! Premetto che non pensavamo di poter apprezzare uno spettacolo che vede come protagonisti cowboy che si mettono alla prova cercando di domare cavalli e tori senza sella piuttosto che catturando bovini con un lazo.
Su consiglio di una persona conosciuta in un gruppo facebook a tema viaggi abbiamo tuttavia iniziato ad informarci sul rodeo che si tiene a Cody e, una volta compreso che poteva essere un’esperienza particolare, abbiamo deciso che non dovevamo assolutamente perdercela! E così, dunque, quella sera alle 19 abbiamo acquistato i biglietti (che costano 20$ per gli adulti e 10$ per i bambini) e ci siamo portati sulla tribuna!
Come gli americani – il tutto è accaduto a giugno e di stranieri ce n’erano ben pochi! – anche noi nell’attesa non ci siamo fatti mancare un bel hot dog con tanto ketchup e coca cola, osservando i preparativi ovvero gli animali nei loro recinti ed i partecipanti nei loro panni da mandriani, tutti con l’immancabile cappello da cowboy sulla testa.
La cerimonia d’apertura ha visto esibirsi delle ragazze a cavallo, i cui abiti richiamavano i colori della bandiera americana. E una bandiera americana a dire la verità poi l’hanno anche sventolata. Inoltre, prima che il rodeo vero e proprio iniziasse, lo speaker ha chiesto agli spettatori di alzarsi in piedi, di poggiare la mano sul cuore e di cantare l’inno nazionale.
Una volta che tutti sono tornati a sedersi, all’improvviso, si è palesata una coppia di clown che invece hanno chiesto al pubblico di incitare i cowboy: e così si sono ritrovati tutti a battere le mani e i piedi a suon di musica! Abbiamo trovato incredibile la capacità di passare da un momento solenne ad un momento di completa leggerezza!
E poi finalmente le gare, per categorie: uomini, donne e persino bambini, provenienti da diversi Stati degli USA, che si sono cimentati in varie specialità, prima con i cavalli, poi con i vitelli e quindi con i tori. Noi ovviamente non potevamo che fare il tifo per una ragazza che aveva origini italiane!
Le attività non ci sono sembrate affatto pericolose, soprattutto quelle con i cavalli ed i vitelli. Ci è sorto qualche dubbio solo quando hanno iniziato a montare i tori: l’obiettivo era infatti quello di resistere più a lungo possibile mentre gli animali correvano e scalciavano e alla fine era inevitabile che i cow boy venissero scaraventati per terra. Nessuno però si è fatto male e tutti si rialzavano come se nulla fosse, pronti per una nuova sfida!

Dopo il rodeo, che è durato un paio d’ore, siamo andati da Susan, una signora che ha completamente ristrutturato un carro – sì, di quelli dei pionieri! – per affittarlo a chi è di passaggio, ai turisti insomma. Un’altra americanata? Americanata o no, la sistemazione, in mezzo ai campi, tra le numerose fattorie della zona, ha davvero aggiunto qualcosa alla nostra breve visita a Cody! Ancora ci chiediamo dove ci ricapiterà di dormire in un posto come quello, tra l’altro sotto un cielo stellato a dir poco straordinario!
Purtroppo il mattino seguente, già all’alba, abbiamo dovuto salutare la padrona di casa, i suoi tre simpatici cagnolini che ci hanno riservato un’accoglienza sensazionale ed il cavallo George che ci ha subito chiesto qualche zuccherino. Peccato non aver pensato di restare un po’ di più a Cody! Chissà quante altre americanate ci siamo persi!
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