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Non ero mai stata ai Caraibi e tutto ciò che mi aspettavo era una lunga spiaggia bianca sfiorata da un mare piatto e cristallino che riflettesse i cangianti colori del cielo. O forse no, forse, mi aspettavo anche qualche palma da cocco e soprattutto il sole, mai occultato, nemmeno da una di quelle bianchissime nuvole.   

Tulum si è rivelata proprio così, perfettamente aderente a quell’immagine di paradiso tropicale che prima o poi si insinua nei pensieri di chiunque. Forse solo il mare si è mostrato un po’ diverso da come lo immaginavo. Era mosso, ma comunque di mille tonalità di blu e turchese.  

Inaspettatamente però Tulum si è palesata anche grigia, di quel grigio che spegne i colori e che solitamente annuncia la tempesta. Devo dire comunque che ho sempre apprezzato quelle atmosfere un po’ cupe che favoriscono la contemplazione del paesaggio ed inevitabilmente spingono alla riflessione.

Quel giorno, io e Gianluca, pur sapendo che di lì a poco lui sarebbe tornato in Italia, molto serenamente abbiamo passeggiato sulla spiaggia, per gioco abbiamo costruito piramidi di sabbia e tutto d’un fiato abbiamo letto una di quelle favole di Sepulveda che sembrano essere state scritte per i più piccoli ma che hanno tanto da insegnare soprattutto ai grandi.  

Intanto il vento soffiava, increspando il mare più del solito. Intanto il vento percuoteva le barche ormeggiate, cullando i pellicani adagiati su di esse. Intanto quel vento sosteneva i cormorani in volo, che sembravano sempre più in alto. E noi eravamo lì, semplicemente incuranti di ciò che stava per scatenarsi. Volevamo solo vivere quel momento, senza pensare al dopo, all’indomani.  

Che la felicità non stia nel Carpe diem, che noi uomini degli anni duemila, travolti da una modernità rivolta unicamente verso il futuro, sembriamo dimenticare almeno qualche volta? Che la felicità non stia nel regalare tempo a noi stessi, per comprendere ciò che di più profondo custodiamo e quindi possiamo dare agli altri?

Arrivata la tempesta, siamo scappati, veloci, per ripararci da quella furia che ai nostri occhi appariva tutt’altro che caraibica. L’unico riparo nelle vicinanze era un gazebo, che ancora ci chiediamo come non sia volato via!  

spiaggia tulum messico
mare tulum messico
mare tulum messico
spiaggia tulum messico
cormorani tulum messico

Vi lascio anche questo link: Perchè trascorrere almeno 4-5 giorni a Tulum: mare, rovine e gite fuori porta

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”