Non mi piacciono quelle lunghe liste di cose da fare o da vedere in un determinato luogo. Sapevo tuttavia, ancora prima di pensare il mio viaggio in Myanmar, che a Bagan, se mai avessi messo piede nel Paese, non avrei mai potuto rinunciare. Ecco, per capirci, era al primo posto tra i luoghi che per nulla al mondo mi sarei persa durante un viaggio in quell’angolo del Sud Est Asiatico!
Se avete un profilo facebook e seguite qualche gruppo di viaggio o semplicemente avete qualche amico viaggiatore, sono sicura che anche a voi non saranno sfuggite quelle magiche foto di albe e tramonti sui templi della Piana di Bagan, spesso con tanto di mongolfiere che fluttuano al di sopra di essi. Di foto come quelle ne ho viste tante, tutte meravigliose, ed ogni volta mi sono chiesta: <<Ma sarà davvero così come appare?>>. Ad un certo punto ho smesso di chiedermelo, perché ho iniziato a dirmi: <<Devo andarci! Devo vedere quello spettacolo con i miei occhi!>>.
E così, l’anno scorso a febbraio, mi sono ritrovata proprio lì, nel Myanmar centrale, là dove si è sviluppato il primo regno brimano, tra migliaia di pagode e stupa buddhisti, risalenti al periodo compreso tra il 1000 ed il 1250 d.C. Delle strutture in legno ovviamente non rimane nulla, ma di quelle in mattoni e stucco sì e, anche se per lo più in rovina, non posso non ammettere che conservano un fascino unico. Senza parlare poi dei luoghi di culto ancora attivi, che trasudano davvero tanta spiritualità. In poche parole, non sono rimasta affatto delusa da ciò che ho visto e ci tornerei altre mille volte!

La mia guida a Bagan
Mi sono chiesta immediatamente come avrei organizzato la mia visita a Bagan ovvero ad un sito che si estende per oltre 70kmq e che ancora oggi è costellato da oltre duemila edifici. In questo post vi racconto come ho fatto! Che sia chiaro fin da subito però, qui non troverete informazioni di carattere storico-artistico su ogni singolo tempio nel quale mi sono imbattuta. In questo senso credo infatti che esistano libri e guide senz’altro esaustivi. Troverete, tuttavia, ciò che mi è stato utile sapere per vivere al meglio uno dei luoghi più suggestivi del Myanmar.
Come sono arrivata a Bagan e le alternative
Sono arrivata a Bagan in piena notte, in circa sei ore, a bordo di un autobus partito da Mandalay subito dopo cena. Devo dire che il viaggio è stato abbastanza confortevole e che sono persino riuscita a dormire qualche ora. Sappiate comunque che Bagan è collegata via terra anche a numerose altre destinazioni del Paese, tra cui Kalaw, il Lago Inle e Yangon. Via fiume, invece, si arriva solo da Mandalay: considerate però che seppure scenografico, il viaggio è molto più lungo. Non vi nascondo però che, se avessi avuto più tempo, probabilmente mi sarei mossa in questo modo; la differenza di prezzo rispetto al bus, sarebbe infatti stata minima. Vi ricordo inoltre che a Bagan c’è anche un aeroporto che per ora è servito solo da voli nazionali. In questo caso, i tempi di trasferimento si accorciano moltissimo, ma in genere si spende di più.
Il biglietto d’ingresso (che non ho pagato!)
Pare che non appena si entri a Bagan, che sia via terra, via fiume o in volo, sia necessario pagare un biglietto d’ingresso. Il suo costo è pari a 25$ed è valido cinque giorni. Devo essere sincera, io non ho pagato assolutamente nulla per visitare il sito archeologico. Probabilmente durante la notte l’ufficio che si occupa della vendita dei biglietti è chiuso e dunque gli autobus, come quello sul quale ho viaggiato io, non si fermano. Tra l’altro nei giorni successivi, da nessuna parte, mi è stato chiesto il biglietto, nemmeno nei templi più noti e visitati.
Dove ho dormito io e altre possibili soluzioni
Ho soggiornato presso la Shwe Nadi Guest House, dove per 38 Euro mi è stata offerta una camera privata con colazione per tre notti. Complessivamente mi sono trovata molto bene e mi sento di consigliarla. Sul web o direttamente in loco non avrete comunque alcun problema a trovare qualcosa di equivalente in termini di qualità e di prezzo. Più che consigliarvi una struttura dove dormire, ciò che mi preme sottolineare in questo paragrafo è il fatto che per visitare Bagan, è possibile alloggiare in tre luoghi diversi, seppure vicini gli uni agli altri:
> Old Bagan, ovvero l’antico nucleo della città, ancora protetto dalle mura;
> New Bagan, la parte nuova delle città;
> Nyaung U, centro abitato altrettanto recente.
Nel caso il vostro budget non sia particolarmente basso, potete optare per strutture che si trovano a Old Bagan; in caso contrario scegliete una sistemazione a New Bagan o a Nyaung U. Personalmente ho scelto di stare a Nyaung U perché sembra essere la zona più adatta alle esigenze di chi viaggia zaino in spalla.


Quanto tempo ho trascorso a Bagan e quanto vale la pena trascorrerne?
Ho trascorso tre giorni a Bagan. Due giorni e mezzo li ho dedicati alla visita dei templi della piana, l’altra mezza giornata al Monte Popa, di cui vi ho parlato in Monte Popa, Myanmar… Andare o non andare?.. Direi che il tempo che ho avuto a disposizione è stato sufficiente per visitare i siti più importanti, ma anche per perdermi tra stupa e pagode minori. Nel complesso direi dunque che sono soddisfatta della durata del mio soggiorno.
Quali templi ho visitato?
Davvero volete sapere il nome di tutti i templi che ho potuto ammirare durante la mia visita a Bagan? Con uno sforzo mnemonico non indifferente potrei cercare di ricordarne qualcuno, ma non intendo farlo. Credo infatti che sarebbe assolutamente inutile, poiché finirei per annoiarvi e dopo ben tre secondi ve li sareste già dimenticati.
Il mio consiglio è quello di non impazzire, cercando di stilare un elenco di templi da vedere. Ciò che voglio dire è che forse dovreste arrivare a Bagan, procurarvi una cartina dell’area e successivamente stabilire come organizzare le giornate che avrete a disposizione. Molto schematicamente, io ho fatto così:
> Giorno 1 – Templi che si trovano ad Old Bagan e templi sulla strada tra Old Bagan e Nyaung U
> Giorno 2 – Templi che si trovano sulla strada tra Old Bagan e New Bagan
> Ultima mezza giornata – Templi che si trovano a sud di Nyaung U
Potete muovervi anche voi in questo modo, ma credo dobbiate decidere quale sarà il vostro personale itinerario in base al luogo dove alloggerete.
Come mi sono mossa a Bagan?
Una volta a Nyaung U, con una bella cartina della piana di Bagan tra le mani, mi sono resa conto che nei giorni successivi non avrei potuto fare affidamento esclusivamente sulle mie gambe. Le distanze, al di là di dove si alloggia, non sono infatti trascurabili. Ciò vale a maggior ragione nei mesi più caldi dell’anno. In tali circostanze, a dire la verità, credo sia da escludere anche la bicicletta, che è uno dei mezzi favoriti per la visita dell’area.
Ecco, il primo giorno, mi sono avventurata proprio in bici, anche perché durante il mio viaggio in Myanmar il caldo non l’ho affatto sofferto. La bici, tra l’altro, mi è stata messa a disposizione gratuitamente dalla guest house in cui alloggiavo. Se sceglierete di muovervi in questo modo, non dimenticate berretto, crema solare e acqua!
Il secondo giorno (così come l’ultima mezza giornata), invece, dovendo coprire un’area più vasta, ho optato per una e-bike ovvero per un motorino elettrico, il cui noleggio mi è costato circa 5Euro. Nel caso anche voi vogliate noleggiarne una, verificate sempre che sia completamente carica e fatevi dare un casco.
Per completezza aggiungo che è possibile partecipare a dei tour in minivan. Io li ho esclusi fin da subito perché non facevano proprio al caso mio. Io mi vedevo in bici o in motorino appunto, con i capelli al vento, libera di raggiungere anche angoli meno frequentati, dove fermarmi e respirare tutto il misticismo che ancora trasuda dai templi.
Ricordo inoltre, per chi se lo può permettere, il giro in mongolfiera, che consente di godere della bellezza della piana di Bagan nel suo complesso, cogliendola da un punto di vista privilegiato ovvero dall’alto. Ecco, sarà un’esperienza meravigliosa, ma francamente non mi andava di spendere più di 300 Euro!
La questione della patente internazionale…
Nel caso intendiate visitare Bagan in e-bike, non trascurate la questione della patente internazionale. Ci tengo a sottolineare che anche se non è richiesta da nessun noleggiatore, è obbligatorio averla per guidare in Myanmar; in assenza della stessa, se si verificasse un incidente e fossero necessarie delle cure mediche (che possono essere anche molto costose!), nessuna assicurazione pagherebbe.
Per quanto riguarda le e-bike la questione, come è emerso in un gruppo facebook che seguo, è controversa. Pare che le e-bike, che in genere non raggiungono nemmeno i 20km/h, si possano guidare senza patente. Quelle di Bagan però raggiungono i 40km/h ovvero solo 10km/h meno rispetto ad un normale motorino. Ecco, chiedetevi o meglio chiedete alla vostra assicurazione, come considerano un mezzo di quel genere.
Vi dico tutto questo perché proprio a Bagan è facile avere dei piccoli incidenti, soprattutto là dove la strada, spesso sterrata, diventa sabbiosa. Ne so qualcosa perché io e la ragazza con cui stavo condividendo la e-bike, nel tentativo di raggiungere un tempio un po’ fuori mano, siamo scivolate: per fortuna non ci siamo fatte male ed il mezzo non ha subito danni, ma poteva andare diversamente, quindi da quel momento ho deciso che non noleggerò più motorini se non ho tutte le carte in regola.


Quando l’alba ed il tramonto ti dicono di fermarti…
Pedalare o sfrecciare tra i templi è qualcosa di straordinario, ma ad un certo punto bisogna fermarsi, per ascoltare ciò che ci circonda, per ascoltare la nostra interiorità. Credo infatti che, presi dalla foga di voler vedere il più possibile, spesso finiamo per correre di qua e di là, senza davvero realizzare ciò che stiamo vivendo. L’alba ed il tramonto, a Bagan, sembrano proprio ripetere che dobbiamo rallentare, perché siamo pur sempre in un luogo che ha uno stretto legame con il sacro.
Io un’alba me la sono proprio andata a cercare e così mi sono regalata un momento per sentire l’essenza di Bagan. Insieme alla mia amica Lisa mi sono messa in marcia alle quattro del mattino su uno di quei motorini di cui vi ho parlato prima, alla ricerca di un tempietto che un venditore di souvenir ci aveva indicato il giorno prima, che doveva essere perfetto proprio per attendere l’alba.
Sfrecciando, al buio, lo abbiamo ritrovato e con una torcia, scalze, perché così si usa in Myanmar quando si entra in un luogo di culto, siamo entrate e quindi salite sul tetto, seguendo una coppia ed una guida che ci avevano preceduti. Ricordo ancora il freddo di quella mattina, il freddo dell’attesa, ma anche le sagome dei templi che improvvisamente si sono palesate, sull’orizzonte, prima avvolte da una leggera nebbiolina e poi sempre più nitide. E ricordo me stessa, incantata da ciò che stavo vedendo.
Poi, la sera di quello stesso giorno, un cielo infuocato ed una miriade di templi che lentamente sono stati inghiottiti dalla notte, che avrebbe inghiottito pure noi, se solo avessimo aspettato qualche minuto in più, attendendo le stelle…
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Chissà se un giorno arriverò a vedere quello che avete visto voi in questo viaggio!
Speranza
vitadisperanza.com
Te lo auguro davvero! 🙂