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San Giovanni d’Acri o Akko è una sorprendente cittadina israeliana, a nord di Tel Aviv (di cui ho scritto qui), che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Dico sorprendente perché presenta una pittoresca città vecchia, ma anche una vera e propria città sotterranea, la prima riconducibile agli ottomani, la seconda ai crociati. Ecco, vi ho già svelato i motivi per i quali ritengo che rappresenti qualcosa di unico!

Cosa vedere ad Akko - Il porto, Israele

Qualche cenno alla storia di San Giovanni d’Acri (Akko)…

Una stratificazione come quella che è possibile osservare ad Akko rivela, indubbiamente, un passato complesso e ricco di incontri – o forse è meglio dire scontri  – che hanno visto protagoniste popolazioni portatrici di saperi, idee e soprattutto visioni del mondo completamente diverse le une rispetto alle altre.

Prima di raccontarvi qualcosa riguardo alla storia di questa interessante città, vorrei soffermarmi sul suo nome, che in italiano suona appunto come San Giovanni d’Acri, ma che in ebraico è noto come Akko. Pare che esista una leggenda, ebraica per l’appunto, che narra del grande mare che ha allagato il mondo, il quale arrivato ad Akko, si sarebbe fermato; nel libro di Giobbe si leggerebbe ”Fin qui giungerai e non oltre” e ”Fin qui” in ebraico viene tradotto con ”Ad Co”, da cui deriverebbe Akko.

Devo aggiungere però che, nonostante non si conosca con esattezza l’origine del nome, si sa con certezza che non deriva da alcuna lingua semitica e che la sua origine è da ricercarsi ben più lontano nel tempo; a testimoniarlo testi risalenti all’antico Egitto, nei quali viene citata come ck, che ancora non si sa come pronunciare ma che rivelano una certa corrispondenza con il nome Akko.

Come avrete capito, le fondamenta della città sono state gettate millenni or sono. Dovete sapere che è stata nelle mani di Alessandro Magno, dei Tolomei, dei Seleucidi siriani e dei romani, che sono succeduti gli uni agli altri.

Gli arabi, dal canto loro, sono riusciti ad imporsi solo nel 638 d.C., ma il loro dominio durò oltre quattro secoli. Furono i crociati a spodestarli, nel 1104, e a trasformare la città nel loro porto più importante.Nel 1291 arrivarono gli ottomani: questi riuscirono a prendere la città, che però andò distrutta e fu abbandonata per i successivi quattro secoli.

Akko è rinata solo grazie ad Ahmed Pasha, mercenario originario dell’attuale Albania, noto – per i suoi modi! –  come Al-Jazzar, vale a dire il macellaio: fu infatti quest’ultimo, nel ‘700,  a conferire un nuovo aspetto – che tra l’altro è quello attuale – alla città, ridandole l’antico splendore e una certa importanza strategica, tanto che persino Napoleone tentò di prenderla, fallendo tuttavia miseramente.

Solo gli inglesi, nel 1918, riuscirono ad imporsi e a sovvertire l’ordine per l’ennesima volta e successivamente, nel 1948, il nascente esercito israeliano.

Cosa vedere ad Akko - Le mura, Israele
Cosa vedere a San Giovanni d'Acri - Vicolo della città vecchia

La mia giornata in città – Cosa vedere e fare a San Giovanni d’Acri (Akko)?

Vi starete chiedendo a questo punto cosa ci sia da vedere e da fare ad Akko o addirittura se vi sia ancora qualcosa da vedere e da fare, dopo secoli e secoli di guerre ed assedi. Ebbene, come vi ho già detto all’inizio, la città presenta una stratificazione che rispecchia, almeno in parte, l’avvicendarsi di diverse dominazioni, che hanno lasciato più di quanto si possa credere.  

A grandi linee, è possibile affermare che il centro storico è frutto della presenza ottomana, mentre la città sotterranea dei crociati. All’interno delle mura si trovano tuttavia numerosi edifici che riflettono Akko quale crocevia di genti provenienti da ogni dove, alle quali – secondo me – si deve quella commistione che conferisce alla città un carattere straordinario!

La prima cosa che ho notato, arrivata a San Giovanni d’Acri, sono appunto le mura, che separano la città vecchia, abitata prevalentemente dalla popolazione araba, da quella nuova, dove vive invece  per lo più la popolazione ebraica.  Le mura sono qualcosa di imponente, con i loro bastioni, con il fossato. Una passeggiata lungo il loro perimetro, salendo là dove è possibile, è imperdibile: mi ha infatti regalato delle bellissime vedute della città e della baia.

Una volta al porto, mi sono fermata e mi sono regalata qualche istante per ammirare uno degli scorci più belli di Akko: una miriade di barche e barchette ormeggiate, lì, a ridosso della cosiddetta Porta di Mare e del Khan al-Umdan ovvero uno dei quattro caravanserragli della città, un tempo usati per alloggiare mercanti e cammelli e conservare le loro merci.

E poi mi sono persa nei vicoli, respirandone l’atmosfera, araba, ma non del tutto, perché trasuda anche qualcosa di mediterraneo: non mancava quel fermento tipicamente mediorientale, quell’incessante andirivieni ma al contempo nemmeno una certa rilassatezza. Sono quindi arrivata al suq, al mercato, dove ho dovuto farmi largo tra bancarelle e botteghe. Sono passata dal hammam Al-Pasha. E mi sono imbattuta in una miriade di luoghi di culto, tra i quali la moschea di Al-Jazzar che domina il panorama cittadino con la sua cupola verde, le sinagoga Or Tora e la sinagoga del Ramchal e numerose chiese, tra le quali quelle dedicate a San Giovanni e a San Francesco. 

Avrei potuto continuare per ore e ore a vagare per la città, ma avevo solo una giornata e dovevo sfruttarla al meglio. Presto è dunque arrivato il momento di scendere e di scoprire la città sotterranea, che offre più di qualche traccia delle costruzioni opera dei Cavalieri Ospitalieri e dei Templari, i due ordini monastico-militari che si occuparono rispettivamente di curare i malati e di proteggere i pellegrini in Terra Santa.

Le cosiddette Sale dei Cavalieri risalgono alla seconda crociata ovvero all’epoca in cui i cristiani persero Gerusalemme e dovettero trasferire il loro regno altrove, sulla costa. In quella circostanza i cavalieri spostarono il loro quartier generale ad Akko, dove tra l’altro avevano dei possedimenti già dai tempi della prima crociata. Ampliarono dunque ciò che già c’era, espandendosi in tutte le direzioni, arrivando così a costruire anche quella che oggi è definita città di sotto.  

Ed è lì che sono andata poi, proprio nella città di sotto, scoprendo delle magnifiche sale con tanto di volte a crociera, riconducibili ad ambienti che un tempo avevano funzioni ben specifiche. Non avevo mai visto nulla del genere ovvero una città sotto la città, conservata come non avrei assolutamente potuto immaginare.  

Per concludere ho attraversato il Tunnel dei Templari, costruito per collegare la fortezza dei Templari appunto al porto. Pensate che è lungo 350m ed è stato scoperto solo nel 1994!

Una scoperta dopo l’altra quel giorno ad Akko, che è terminato troppo in fretta…

Cosa vedere a San Giovanni d'Acri - Sala dei cavalieri, Israele
Tunnel dei templari, Akko

Biglietto d’ingresso per accedere ai maggiori luoghi di interesse di Akko

Esistono diversi tipi di biglietti che consentono di accedere ai maggiori luoghi d’interesse di Akko. A mio parere il più conveniente è quello cumulativo che prevede l’accesso alle Sale dei Cavalieri ed al Tunnel dei Templari, oltre che ad altri luoghi della città vecchia, al costo di 40NIS. Nel caso si voglia entrare anche nell’Hammam Al-Pasha è necessario acquistare un ulteriore biglietto di 12NIS.

Orari di visita dei maggiori luoghi di interesse di Akko

I maggiori luoghi di interesse di Akko osservano orari diversi nelle diverse stagioni ed in generale  il venerdì chiudono un’ora prima degli altri giorni: 

Sale dei Cavalieri: 8.30 – 17.00 d’inverno e 8.30 – 18.00 d’estate 

Tunnel dei Templari: 9.30 – 17.30 d’inverno e 9.30 – 18.30 d’estate

Hammam Al.Pasha: 9.00 – 17.00 d’inverno e 9.00 – 18.00 d’estate  

Come raggiungere Akko con i mezzi pubblici e come muoversi una volta lì…

Personalmente ho raggiunto Akko in treno, in circa mezz’ora, provenendo da Haifa. Sempre in treno, è possibile partire anche da Tel Aviv, dalla quale dista 1h45minuti. In generale le tratte sono ben servite, nel senso che i treni partono frequentemente. Ricordate che è possibile verificare gli orari sul sito delle ferrovie israeliane ovvero qui. Una volta sul posto, si va a piedi: la città vecchia dista meno di due chilometri dalla stazione ferroviaria e le sue dimensioni sono ideali per  chi ama passeggiare.

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”