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Solitamente Cuenca non è la prima tappa di un Viaggio in Ecuador. Nel mio caso invece lo è stata, perché sono arrivata dal Perù, via terra, a bordo di un autobus che in una notte mi ha portata a destinazione.

Per me dunque Cuenca ha rappresentato il primo impatto con l’Ecuador. E, come mi aspettavo, quell’impatto (se così si può definire) è stato estremamente positivo. Ciò che ho trovato è infatti una realtà molto piacevole e vivace al punto giusto!

Cuenca, come altri contesti in cui mi sono imbattuta durante il mio viaggio in Sud America, è una di quelle cittadine che ha mantenuto una marcata impronta coloniale e che al contempo continua ad esprime un forte carattere andino. Non dimentichiamo però che si tratta anche di una cittadina giovane e dal respiro internazionale!

A voler ben guardare, ciò significa che ha ben tre anime. Ecco, riuscite ad immaginare l’andirivieni in una delle sue vie acciottolate o in una delle sue sontuose piazze? Gente del posto in abiti tradizionali che viene e che va, studenti universitari che si preparano per il prossimo esame ed expat intenti a vivere la loro nuova vita!

A questo punto capite che sarebbe riduttivo descrivere Cuenca come un qualsiasi gioiellino coloniale che si trova lì, in una verdissima valle tra le Ande. C’è un certo fermento infatti e ciò implica anche che non mancano cose da fare e da vedere! Venite a Cuenca con me, per scoprire cosa offre?

Cuenca Ecuador

Cuenca, Ecuador: un po’ di storia

Il primo insediamento di cui si hanno tracce nell’area in cui oggi si trova Cuenca pare risalga al VI secolo. La civiltà che ne gettò le fondamenta e lo chiamò Guapondeleg ovvero Città grande come il cielo, è quella dei Cañari, che abitò l’Ecuador centro-meridionale fino all’inizio del XVI secolo.

Già nel XV secolo arrivarono gli Inca, che stavano espandendo il loro impero sia a sud che a nord di Cusco, conquistando nuovi territori e di conseguenza inglobando o sottomettendo le popolazioni nelle quali si imbattevano.

E’ così che – sul abitato precedente – è sorta quella che è nota come Pumapungo (La porta del puma) o Tumibamba (La pianura dei tumi), voluta dall’Inca Tupac Yupanqui, che la elesse come centro politico di una certa rilevanza.

Va ricordato tuttavia che è solo con Huayna Capac, figlio del sovrano appena citato, che la città assunse il ruolo strategico di capitale, almeno della parte settentrionale dell’Impero Inca.

Una nuova successione, che vide l’ascesa di Huascar e Atahualpa, portò però ad una guerra civile che ebbe come esito la completa distruzione di quanto fino a quel momento costruito.

Al loro arrivo i conquistadores spagnoli trovarono dunque poco più di un villaggio, che nulla aveva del prestigio e dello sfarzo di cui avevano sentito parlare! E così, proprio nel luogo che prima si chiamò Guapondeleg e poi Pumapungo o Tumibamba che dir si voglia, nel 1557 Gil Ramirez Davalos fondò Cuenca.

Per la città – il cui nome completo è Santa Ana de los Quatro Rios de Cuenca – l’indipendenza arrivò il 3 novembre nel 1820. Da allora è capoluogo della regione di Azuay, nonché uno dei tre maggiori centri del paese, grazie ai suoi oltre 300.000 abitanti.

Cuenca Ecuador

Cuenca, Ecuador: cosa fare e vedere

Non è un caso che spesso e volentieri il centro storico di Cuenca venga definito come il più bello dell’intero Ecuador e soprattutto che dal 1996 sia tutelato dall’UNESCO.

Immagino però che a questo punto vi stiate chiedendo perché dovreste soggiornare qualche giorno in città ovvero quali siano le attrazioni sulle quali vale la pena soffermarsi.

Di seguito trovate tutto ciò che personalmente non ho voluto mancare. Se vi viene in mente altro, magari ditemelo nei commenti!

Cosa fare e vedere in città

> Passeggiare senza meta nel centro storico

Può sembrare scontato, può sembrare banale, ma soprattutto quando si parla di cittadine con un centro storio coloniale gradevole e ben tenuto come quello di Cuenca, non mi stancherò mai di ripeterlo. Datevi tempo anche per passeggiare senza meta, per andare al di là dei vicoli più battuti o semplicemente per tornare sui vostri passi!

Sono convinta infatti che a volte sia sufficiente quella mezza giornata in più, senza corse, per rendere un’esperienza veramente indimenticabile! E questo non vale solo per Cuenca o per un viaggio in Ecuador, o sbaglio?

> Fermarsi di fronte all’imponenza della Cattedrale Nuova

Se c’è un monumento che può essere eletto come simbolo di Cuenca, quello è certamente rappresentato dalla cosiddetta Cattedrale dell’Immacolata Concezione o Cattedrale Nuova, che con le sue tre cupole azzurre rende unica ed inconfondibile la skyline della città!

La costruzione dell’edificio è iniziata nel 1885 ed è terminata negli anni ’70 del Novecento. Riguardo alle tempistiche, aggiungo solo che sono state dettate dalle dimensioni del complesso: potendo ospitare ben nove mila fedeli, è una delle chiese più grandi dell’intera America Latina.

Detto questo, ricordate anche che vale la pena entrare, prestando particolare attenzione all’altare ricoperto di foglie d’oro.

Mi raccomando, poi, salite attraverso le scricchiolanti scale a chiocciola sulle torri incompiute, che regalano degli scorci fantastici!

Vi state chiedendo perché le torri sono incompiute? A causa di un’errore di progettazione, che avrebbe potuto compromettere la stabilità dell’intera cattedrale: se infatti fossero state portate a termine, le fondamenta non avrebbero retto!

Lo avrete già capito, ma si tratta proprio di uno di quei luoghi in grado di lasciare a bocca aperta tutti quei viaggiatori alla ricerca di curiosità! Ecco, potrei raccontarvene molte altre, ma… Andate in Ecuador, a Cuenca, e scopritele sul posto!

Cattedrale Nuova di Cuenca

> Visitare la Cattedrale Vecchia

Se c’è una cattedrale nuova, sicuramente ce ne sarà anche una vecchia. Non credete anche voi? Ebbene sì, a Cuenca è proprio così!

Quest’ultima, conosciuta anche come Chiesa dell’Altare, risale al 1567 ed è uno degli edifici più antichi non solo della città, ma dell’intero paese.

Per ora vi basti sapere che, come è spesso accaduto in epoca coloniale in America Latina, è stata eretta con materiale recuperato da un vicino insediamento precolombiano e nello specifico da Tumibamba, cui ho accennato sopra.

Rimpiazzata dalla Cattedrale Nuova, oggi ospita il Museo di Arte Sacra. Ecco, se avete voglia di conoscere più nel dettaglio la sua lunga storia, dovete assolutamente dedicargli un po’ di tempo: attraverso un audio guida scoprirete fatti e dettagli molto interessanti.

Giusto per incuriosirvi un po’… Sapevate che la Cattedrale Vecchia per molto tempo è stata riservata esclusivamente agli spagnoli e che la popolazione indigena, per altro costretta a convertirsi, poteva pregare solo all’esterno o altrove?

> Sedersi su una panchina del Parque Calderon

Durante una visita a Cuenca è inevitabile trovarsi a passare e ripassare dal Parque Calderon, sul quale si affacciano sia la Cattedrale Nuova che la Cattedrale Vecchia, oltre a diversi edifici istituzionali.

Una volta lì capirete che è il centro nevralgico della città: ad ogni ora del giorno sembra infatti attirare verso di sé un gran numero di locali e turisti.

In questo caso non posso che consigliarvi di indugiare, di fermarvi ogni volta, magari accomodandovi su una delle panchine sparse qua e là, semplicemnete per osservare ciò che accade attorno a voi.

Vi segnalo inoltre, più che altro se non avete acquistato una scheda sim al vostro arrivo in Ecuador e avete bisogno di internet, che il Parque Calderon offre la possibilità di connettersi ad una rete wifi.

> Visitare il Palazzo della Corte Suprema

Tra gli edifici istituzionali che si affacciano sul Parque Calderon vale senz’altro la pena citare il Palazzo della Corte suprema! Anche se può sembrare strano, ricordate che potete accedere e visitare liberamente il complesso, che nasconde un bellissimo patio!

> Passeggiare o andare in bicicletta lungo il Rio Tomebamba

Come vi ho già detto, il nome completo di Cuenca è Santa Ana de los Quatro Rios de Cuenca. E’ inutile aggiungere che alla città non mancano corsi d’acqua? Uno di quei corsi d’acqua è il Rio Tomebamba, che nasce sulle Ande nel Parco Nazionale Cajas, scorre attraverso il centro storico e arriva in Amazonia!

Tra le cose da fare e vedere a Cuenca non può mancare – giustamente – una piacevole e rilassante passeggiata proprio lungo il fiume Tomebamba, magari facendo sosta in uno dei numerosi bar / ristoranti presenti in zona.

Considerate inoltre l’idea di darvi alla bicicletta per percorrere tutta la cosiddetta Ruta Recreativa, che si sviluppa appunto lungo il fiume Tomebamba. Tra l’altro domenica mattina, la città mette a disposizione (di residenti e non) delle mountain bike gratuitamente!

> Approfondire aspetti storici al Parco Archeologico Pumapungo

Vi ho già detto delle origini di Cuenca ovvero dei Cañari e degli Inca. Se siete interessati ad approfondire fatti e vicende cui effettivamente ho solo fatto cenno, il Parco Archeologico Pumapungo fa al caso vostro!

Troverete infatti, su un’area di appena quattro ettari, delle rovine ovvero qualcosa dell’antico insediamento Cañari e qualcosa della fortezza costruita successivamente dagli Inca.

> Fare il pieno di cultura nei musei cittadini

Siete tipi da museo? Sono sicura che a a Cuenca non vi annoierete! Dovete sapere infatti che la città ha una discreta offerta culturale!

Considerate inoltre, se siete viaggiatori a basso budget, che l’ingresso spesso è gratuito o comunque ha prezzi veramente contenuti.

Tra le varie esposizioni ve ne suggerisco due, che poi sono anche quelle che ho personalmente avuto modo di ammirare:

* Museo Pumapungo

Annesso all’omonimo Parco Archeologico, illustra la storia di Cuenca, riservando una certa attenzione alla storia più antica. Si focalizza tuttavia anche sulle culture indigene presenti in Ecuador, offrendo tanto di diorami e manufatti (tra i quali le teste rimpicciolite degli Shuar dell’Amazzonia).

* MMAM

Il MMAM altro non è che il Museo Municipale d’Arte Moderna. Al suo interno è possibile ammirare opere di artisti ecuadoriani e più in generali di origine latino-americana.

> Perdersi al mercato, per fare acquistima non solo!

Cuenca, più di altre realtà dell’Ecuador, è divenuta un centro artigianale di una certa rilevanza, così come i villaggi che sorgono tutt’intorno ad essa.

Nel caso siate alla ricerca di souvenir da portare a casa – che siano tessuti, ceramiche o oggetti in legno – nei mercati sparsi per la città potreste trovare esattamente ciò che fa per voi!

Ma dove andare?

* Centro Municipal Artesanal

* Mercado de Plaza San Francisco

Mentre ero a Cuenca sono venuta a conoscenza anche del fatto che l’Ecuador è uno dei maggiori esportatori di fiori al mondo. Potevo non passare dal coloratissimo oltre che inebriante mercato, dove tutti i giorni donne del posto nei loro pittoreschi gonnelloni vendono boccioli di ogni genere? La mia risposta è intuibile, giusto? E voi, ci andrete?

Se dei mercati non ne avete mai abbastanza, vi suggerisco inoltre di fare un salto anche a quello alimentare che si trova in Calle Larga. Oltre a frutta e verdura che magari non avete mai visto prima, potreste anche essere così fortunati da assistere ad una limpieza, vale a dire un rito volto a scacciare le energie negative!

> Entrare in un atelier che produce ”Sombreros Panama”

Sapevate che il famoso Sombrero Panama viene prodotto in Ecuador? A dire la verità io l’ho scoperto proprio a Cuenca, che è uno dei maggiori centri di produzione del paese!

Alla base della confusione che si continua a fare riguardo alla provenienza del copricapo ci sarebbero due fatti rilevanti. Innanzitutto l’export di quel genere di cappello verso Panama all’epoca della costruzione del Canale. Poi una fotografia che ritrae il presidente Roosvelt, con il cappello ovviamente, in visita a Panama.

Questo è stato sufficiente perché nell’immaginario collettivo si venisse a creare la falsa convinzione cui accennavo, falsa anche perché la paja toquilla – che si usa per realizzare i sombreros – cresce solo in Ecuador.

Devo ammettere che tutta la storia mi ha molto incuriosita e che personalmente, una volta scoperta questa verità, non ho esitato ad entrare in un atelier che realizza i cappelli, per comprendere come vengono realizzati e quale sia l’offerta.

A Cuenca ci sono infatti diverse botteghe dove intere famiglie continuano a produrli a mano, da generazioni, per venderli nel paese così come all’estero. Una volta entrata mi è stato mostrato tutto il processo e la sorprendente varietà di forme e colori disponibili!

Cosa dovete aspettarvi? Dei negozi con tanto di laboratorio ed una parte che può essere definita museale. In questo senso, vi consiglio in particolare il Museo Homero Ortega, che offre anche un tour davvero esaustivo di mezz’ora, ed il Museo Sombrero de Paja Toquilla.

Nel caso voleste acquistare un cappello, mettete a budget una buona somma, almeno per i capi di qualità medio-alta. In alternativa, se vi accontentate di qualche semplice oggettino in paja toquilla, fate un salto al Centro Municipal Artesanal, cui accennavo sopra.

Cosa fare e vedere fuori città

> Parco Archeologico di Ingapirca

Ingapirca, che si trova ad un’ottantina di chilometri da Cuenca, si pone come il più importante sito archeologico dell’Ecuador, nonché come quello meglio conservato.

Per essere più specifici, si tratta di rovine preispaniche che testimoniano le vicende dei Cañari e degli Inca nella regione. Vi ho già detto, sopra, qualcosa delle due popolazioni, ricordate?

Riguardo a questo complesso aggiungo che doveva avere una funzione difensiva e di stoccaggio: sembra infatti che fosse una sorta di fortezza, usata anche come magazzino dove conservare scorte per l’esercito.

L’edificio più significativo ed imponente è senz’altro il Tempio del Sole. Di forma ellittica e costruito in posizione leggermente sopraelevata, pare che invece quest’ultimo avesse funzioni astronomiche e rituali.

Ecco, non aspettatevi Machu Picchu, perché rimarreste delusi! Ad ogni modo, credo che non abbia alcun senso fare paragoni, ad Ingapirca come in altri contesti. In generale cercate di considerare ogni sito a sé stante e di coglierne gli aspetti più significativi.

Tenete in considerazione il fatto che potrete accedere all’area archeologica solo prendendo parte alle visite guidate in spagnolo o inglese che partono ad intervalli regolari.

Dopo la visita guidata, che indubbiamente vi consentirà di comprendere meglio ciò che starete vedendo, percorrete la breve sezione dell’Inca Trail presente in loco e non mancate il museo.

A questo proposito mi preme sottolineare che è importante gestire bene le tempistiche, perché – almeno nel caso in cui arriverete per conto vostro in bus e non con un più costoso tour / taxi – avrete a disposizione solo un paio di ore. Vi garantisco comunque che è fattibile!

A proposito del bus, ricordate che parte dal Terminal Terrestre alle 9 e che arriverà a destinazione un paio d’ore dopo; il ritorno invece è previsto per le 13. Il costo è di circa 3Euro a tratta.

Sito archeologico di Ingapirca, nei pressi di Cuenca, Ecuador

> Parco Nazionale Cajas

Il Parco Nazionale Cajas si trova a soli 35km da Cuenca: considerando la vicinanza alla città, gli amanti del trekking che si trovano in zona non possono assolutamente perdere l’occasione di vedere con i propri occhi un ambiente che ha pochi eguali al mondo.

L’intera area, parte della Cordigliera delle Ande, si estende sopra i 3000m e presenta una varietà di ecosistemi sorprendente: dovete infatti immaginare al contempo aridi altipiani, paludi, laghi, stagni, fiumi ed una vegetazione paragonabile a quella della tundra.

Le condizioni climatiche? Nuvole e nebbia generalmente la fanno da padrona e spesso anche la pioggia, senza tuttavia compromettere i sentieri, che sono ben tracciati e segnalati. Spero comunque che questo aspetto non vi scoraggi, perché vale comunque la pena!

Se come me raggiungerete il parco in modo indipendente ovvero con i mezzi pubblici, l’autista vi lascerà nei pressi del centro visitatori, che è anche la base dei guardiaparco, quindi praticamente su quella che è nota come Laguna Toreadora.

Una volta in loco, non dimenticate di registrarvi. In quel frangente, tra l’altro, vi verrà consigliato quale percorso seguire, in base alle vostre esigenze e al meteo, che come potete immaginare è molto variabile.

Gli autobus per il Parco Nazionale Cajas partono dal Terminal Terrestre di Cuenca. Ne troverete più o meno uno ogni ora, soprattutto in mattinata. Per tornare in città è probabile che dovrete fermare un autobus lungo la strada, perché non tutti i sentieri terminano al centro visitatori. Il costo del viaggio, che dura un’oretta, è di circa 2Euro a tratta.

Parco Nazionale Cajas, nei pressi di Cuenca, Ecuador

Cuenca, Ecuador: quanti giorni?

Vi starete chiedendo, dunque, quanti giorni trascorrere a Cuenca durante il vostro viaggio in Ecuador. Per la città in sé e per sé secondo me due sono sufficienti, ma come sempre dipende molto dai vostri interessi e dal tempo che avete a disposizione. Se poi siete interessati a scoprire anche ciò che offrono i dintorni, ve ne serviranno ancora un paio. Ecco, io in totale sono rimasta in città quattro giorni!

Cuenca, Ecuador: come muoversi in città e fuori città

Come ci si muove a Cuenca? A piedi! Trattandosi di una città dalla tipica forma a scacchiera, non farete fatica ad orientarvi, a maggior ragione considerando il fatto che buona parte delle attrazioni si trovano in un’area abbastanza circoscritta.

E fuori città? Vi ho già detto come raggiungere Ingapirca ed il Parco Nazionale Cajas in autobus. Nel caso preferiate, potete anche pensare di partecipare ad un tour o di affidarvi ad un tassista.

Cuenca è una città sicura?

Cuenca, nel panorama ecuadoriano e più in generale sudamericano, viene considerata molto sicura e devo ammettere che così è apparsa anche a me. Nessuno mi ha messa in guardia – come è accaduto a Quito – rispetto a scippi, borseggi o furti. Ecco, siate vigili come fareste in qualunque altro posto al mondo!

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2 Replies to “Cuenca, Ecuador – Solo un gioiellino coloniale?”

  1. Proseguo con te il viaggio in America Latina. Cuenca mi sembra un vero gioiellino coloniale. Data la mia passione per le civiltà precolombiane credo che mi gusterei il museo e anche il parco archeologico.

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”