Ero ben cosciente del fatto che Vang Vieng non fosse più un piccolo villaggio del Laos, di quelli sperduti e sconosciuti ai più.
Ero ben cosciente anche della sua fama, la fama ormai perduta, che però si è portata dietro per anni, quale capitale del divertimento che attraeva ragazzi e ragazze in cerca di sballo.
Devo ammettere tuttavia che i picchi carsici che definiscono in modo al quanto inconfondibile il suo paesaggio, rappresentavano per me un motivo di richiamo già sufficiente a muovermi fin lì, ovvero tre/quattro ore a nord della capitale Vientiane e sei/sette ore a sud di Luang Prabang.
In poche parole, subendo il fascino del paesaggio, non potevo non andarci, sapendo quale spettacolo mi sarei persa!


Come vi ho appena detto, fino a poco tempo fa erano numerosi coloro che raggiungevano Vang Vieng mossi da ben altro che da bellezze naturalistiche: alcol e droga uniti al tubing rappresentavano un pacchetto a dir poco allettante per molti giovani che trascuravano quanto il mix fosse potenzialmente anche mortale.
La situazione è andata avanti per anni senza alcun tipo di intervento, ma nel 2012 il governo laotiano ha finalmente chiuso baracche e messo in manette burattini con il chiaro intento di dare una nuova immagine alla località.
E la Vang Vieng di oggi?
A Vang Vieng ci sono quattro vie e su di esse si affacciano piccoli hotel, guest house, ostelli e agenzie di viaggio, oltre a ristoranti, bar e qualche negozio tipo 7Eleven, in parte gestiti da occidentali.
Poca la gente del posto e in realtà pochi anche i viaggiatori che ho visto: durante la mia permanenza i locali erano tutt’altro che pieni e una delle maggiori agenzie del posto non raggiungeva i numeri necessari per far partire tutte le escursioni del listino.
Ecco, Vang Vieng a primo impatto mi è parsa un paesone, di quelli costruiti per chi è in viaggio, direi pure un po’ sonnolento rispetto alla norma…
Il lungo fiume, al di là di tutto questo, regala degli scorci fantastici e sono stata felice di poterne godere in santa pace.
Penso infatti che solo qualche anno prima non sarebbe stato possibile: musica ad alto volume ed un vociare indefinito dovevano rimbombare lungo tutto il Nam Song, che a quanto pare era stato trasformato in qualcosa di molto simile ad un rave party ovvero un contesto dal quale sarei scappata a gambe levate subito dopo averci messo piede.
Solo nei giorni successivi mi sono resa conto che esiste anche un’altra Vang Vieng, quella dove vive la gente del posto, che abita per lo più case tradizionali, che usa la legna per cucinare e scaldarsi, che alleva i bufali e coltiva i campi intervallati da quei meravigliosi picchi carsici.
E quella Vang Vieng non è poi così lontana dall’altra: basta noleggiare una bici e pedalare per qualche chilometro lungo una strada sterrata, che porta un bel mal di (fondo)schiena ma che apre un varco su un Laos genuino e sincero.
E’ la quotidianità di un uomo nelle risaie, di una donna al telaio, dei bambini che tornano da scuola ciò che ho apprezzato di più di quel Laos e di quella Vang Vieng, che non sono state messe in scena per me o per altri viaggiatori.
Devo aggiungere però che Vang Vieng non si esaurisce qui: esiste infatti ancora una Vang Vieng legata al divertimento, al divertimento sano però, non quello di una volta, che scaturisce da attività a stretto contatto con la natura, quali il caving, il tubing fatto in un certo modo, la canoa, il trekking e chi più ne ha più ne metta!
Direi che si tratta di una Vang Vieng decisamente funny, che finalmente sta andando nella giusta direzione, valorizzando le sue risorse!
In questo senso aggiungo solo due aneddoti, legati ad una gita alla quale ho preso parte.
Ecco, innanzitutto ho dovuto buttarmi in acqua completamente vestita (non era possibile in costume!), attaccata ad un copertone a sua volta agganciato ad una fune, con il quale ho attraversato una grotta, uscendone letteralmente gocciolante!
E poi, una volta in canoa, insieme alla mia amica Cinthya mi sono divertita a superare le rapide di un fiume, con molta calma però, tanto che prima che il sole tramontasse ci hanno dovute letteralmente ripescare e trainare fino al molo!
Recentemente siete stati a Vang Vieng? Come l’avete trovata? Siete d’accordo con me o la pensate diversamente? Perché non me lo dite nei commenti?




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