Prima di arrivare a Palenque avevo già visitato diversi siti archeologici, addirittura qualcuno in più rispetto a quelli cui avevo pensato prima di partire (a questo proposito puoi leggere qualcosa qui e qui). Quando ho sentito parlare di Bonampak e Yaxchilan, tuttavia, non ho saputo resistere.
Avendo a disposizione un solo giorno, la cosa più ovvia da fare, oltre ad essere l’unica possibile, era quella di partecipare ad una gita organizzata. Volete sapere se ne è valsa la pena?

Il sito archeologico di Yaxchilan
L’insediamento di Yaxchilan ha visto i suoi tempi migliori tra il 681 e l’800 d.C., quando grazie alla sua posizione sull’Usumacinta è riuscita ad ottenere un ruolo fondamentale nell’ambito delle attività commerciali sviluppatesi lungo il fiume e di conseguenza a divenire una delle più importanti città maya della regione.
Già nel 810 d.C. il sito è però stato abbandonato. Da allora è trascorso molto tempo ed oggi purtroppo – a mio parere – è svanita qualsiasi traccia dello splendore d’un tempo: buona parte degli edifici ancora presenti è infatti completamente in rovina ed è necessaria una certa immaginazione per comprendere la funzione che dovevano avere.
El Labirinto è la prima struttura che si incontra seguendo il sentiero, la quale – come dice il nome – è costituita da un insieme di passaggi che lo fanno somigliare ad un dedalo.
Si giunge quindi alla Gran Plaza, dove si possono osservare diverse stele che rappresenterebbero scene cerimoniali.
Una scala porta poi alla cosiddetta Piccola Acropoli, dove si trova la struttura maggiormente degna di nota ovvero la Numero 33, che conserva metà del tetto originario ed una facciata con dei bassorilievi raffiguranti il juego de pelota.
Salendo ulteriormente sulla collina si incontrano poi le ultime tre strutture, ovvero gli Edifici 39, 40 e 41.


Il sito archeologico di Bonampak
Bonampak non è mai stata una città dell’importanza di Yaxchilan, anzi durante quella che viene comunemente definita epoca classica è persino finita sotto la sua influenza.
Oggi la situazione però mi è parsa drasticamente ribaltata, a favore della prima, che ha conservato quelli che possono essere annoverati tra i pochi esempi di affreschi dell’America preispanica.
La visita al sito, che si estende su oltre due chilometri quadrati, riguarda un’area abbastanza ristretta che si estende intorno alla Gran Plaza.
E’ su di essa che si affaccia infatti il Templo de las Pinturas, nel quale si trovano appunto gli affreschi che rappresentano scene cerimoniali e di guerra, in tutti i loro colori.
Oltre agli affreschi, durante la visita vale la pena soffermarsi anche sulle stele presenti sulla Gran Plaza che raffigurano uno dei più importanti regnanti dell’insediamento, Chan Muwan II.


Gita sì o gita no?
Il momento clou della gita, come avrete capito, è rappresentato dalla visita a Bonampak che, con i suoi affreschi, offre qualcosa di raro all’interno del panorama archeologico messicano. Quando ho deciso di partecipare al tour ho riflettuto proprio su questo, sul fatto che difficilmente avrei avuto la possibilità di vedere – a breve – qualcosa dello stesso genere. Se penso a Bonampak, dunque, gita sì.
Yaxchilan, in realtà, al di là del tragitto in barca sul fiume Usumacinta che dà un non so che di avventuroso a tutta la gita e alla possibilità di avvistare animali come le scimmie urlatrici in un contesto abbastanza remoto, offre ben poco di diverso rispetto a siti archeologici maggiori, con i quali non può competere per imponenza e monumentalità. Quindi gita a Yaxchilan no, se non unita alla visita alla vicina Bonampak.
Giusto due informazioni di carattere pratico
> La gita si svolge in minivan e quindi i gruppi solitamente sono composti da 10-15 persone;
> La partenza è prevista alle 6 ed il ritorno alle 19;
> Il costo della è di 725 pesos, ovvero circa 40 euro, compresi ingressi, colazione e pranzo.
> E’ escluso il compenso di una eventuale guida; è possibile, tuttavia, visitare i siti di Bonampak e Yaxchilan in autonomia.
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