Angkor è annoverato tra i più importanti complessi archeologici del mondo. Prima di iniziare a scrivere questo post mi sono chiesta se davvero potesse valere la pena tentare di esprimere, in poche centinaia di parole, la grandiosità tuttora evidente di quello che è stato il maggiore centro politico, sociale e religioso dell’Impero Khmer.
Sono arrivata alla conclusione che il mio obiettivo non poteva essere meramente descrittivo ovvero che non potevo limitarmi ad un elenco di templi sui quali fornire giusto qualche informazione. Qualsiasi libro o guida risulterebbero indubbiamente più esaustivi, più completi.
Oltre a delineare sinteticamente un itinerario di visita, mi sono dunque prefissata di raccogliere tutta una serie di informazioni che potrebbero tornarvi utili nel caso stiate pensando di trascorrere qualche giorno tra le rovine di una città che nel suo momento di massimo splendore è arrivata a contare un milione di abitanti e che non può che rappresentare un must durante un viaggio in Cambogia.

Raggiungere Angkor (o meglio Siem Reap)
Ancora prima di chiedervi come raggiungere Angkor chiedetevi come raggiungere Siem Reap, la cittadina più prossima al complesso archeologico ovvero al centinaio di templi che lo costituiscono; è infatti a Siem Reap che dovrete trovare una sistemazione per la notte ed è a quest’ultima che dovrete fare riferimento per qualsiasi tipo di servizio.
Sappiate che non avrete alcuna difficoltà a raggiungere Siem Reap, sia che vi muoviate dalla capitale, sia che vi muoviate da altre località del Paese; e lo stesso vale nel caso partiate da altri Paesi, tra i quali la Thailandia.
Quotidianamente Siem Reap è collegata a Phnom Penh, Battambang e Sihanoukville da numerosi autobus, dei quali mi limito a indicare i tempi di percorrenza:
-Phnom Penh – Siem Reap: 6h
-Battambang – Siem Reap: 4h
-Sihanoukville – Siem Reap: 12h, si tratta di autobus notturni
-Diversi bus ogni giorni collegano Siem Reap a Bangkok
Nel caso partiate da Phnom Penh e Battambang, sappiate che potete avvalervi anche dei traghetti, ma ve lo sconsiglio nella stagione secca, poiché il livello dell’acqua potrebbe essere così basso da ostacolare la navigazione.
Numerosi sono anche i voli che collegano Siem Reap, il cui aeroporto si trova ad appena 7km dal centro, a Phnom Penh e Sihanoukville o a città di Paesi vicini (è il caso di Bangkok ad esempio).
Muoversi ad Angkor
Il mezzo migliore per muoversi ad Angkor è – a mio parere – il tuc tuc. Il mio consiglio è quello di rivolgervi al personale del vostro hotel/ostello, che vi metterà in contatto con dei driver di fiducia, E’ probabile che così facendo pagherete qualche dollaro in più, ma avrete la certezza (o quasi!) di essere in buone mani.
L’alternativa è cercare un driver per conto vostro, cosa che personalmente ho evitato, dopo aver ascoltate storie mica tanto carine. Valutate voi al momento. Il prezzo per una giornata di scarrozzamentiè di 10-15$ per i templi del piccolo circuito e di 20-25$ per i templi esterni ad esso e più lontani.
La bici può rappresentare una valida alternativa, ma mi limiterei al massimo ai templi del piccolo circuito. Nel caso optiate per la bici, considerate bene le condizioni atmosferiche al momento della vostra visita: durante la mia visita, a metà marzo, c’erano 38° e non si respirava!
E poi ci sono i tour in bus, che a me non piacciono molto perché credo garantiscano poca autonomia, ma che rappresentano comunque un’opzione. Prezzi? Piccolo circuito a 12$ e Grande circuito a 15$! Da questo punto di vista nulla da obiettare, dato che comprendono anche la visita guidata!
Entrare ad Angkor: orari, diverse tipologie di biglietti e rispettivi costi
Ricordate che c’è un orario di apertura e di chiusura: l’area archeologica apre alle 5 e chiude alle 18.
Per accedere ai templi di Angkor è necessario acquistare un biglietto, il cui prezzo varia al variare del numero dei giorni di visita.
In realtà si tratta di un pass – sul quale viene persino apposta la fotografia del titolare – controllato ogni volta che si accede all’area dei templi.
Dà accesso a tutti i siti d’interesse, ad esclusione del Phnom Kulen e del Beng Melea, per visitare i quali è necessario pagare un ulteriore ingresso.
Pass valido un giorno: 20$
Pass valido tre giorni: 40$
Pass valido sette giorni: 60$
Phnom Kulen: 20$
Beng Melea: 5$
Quanti giorni ad Angkor? Come organizzare la visita? I circuiti ed il mio itinerario…
Uno? Due? Tre? Personalmente mi sono fermata 4 giorni, che credo siano il minimo indispensabile per avere una visione tutto sommato completa del complesso archeologico e non dover correre. Se avete più giorni, comunque, potete vedere anche i templi più lontani.
Il giorno dell’arrivo, poiché avevo viaggiato tutta la notte, non ho voluto strafare: sono uscita nel tardo pomeriggio per andare ad acquistare il pass valido tre giorni che dà diritto all’entrata al complesso già dalle ore 16 del giorno precedente a quello in cui inizia la sua validità. Ne ho dunque approfittato per vedere il tramonto al Phnom Bakheng.
Il secondo giorno l’ho dedicato al circuito piccolo, che si estende per 16km, passando per Angkor Wat, il Baksey Chamkrong, Angkor Thom (all’interno del quale si trovano il Bayon, il Baphuon, il Phimeanakas, il Preah Palilay, la terrazza del re lebbroso, la terrazza degli elefanti, i Kleang e le Prasat Suor Prat), il Chau Say Tevoda, il Thommanon, lo Spean Thmor, il Takeo, il Tanei, il Ta Phrom, il Banteay Kdei, lo Sra Srang ed il Prasat Kravan.
E’ chiaro che una giornata non è sufficiente per vedere tutto ciò che vi ho appena elencato: è quindi necessario fare una scelta. Noti ed imperdibili, certamente, il maestoso Angkor Wat simbolo del complesso, il Ta Phrom fagocitato dalle radici degli alberi, ed il Bayon con i suoi volti misteriosi. Il mio consiglio è quello di non perdervi però qualche tempio minore, che tra l’altro può rivelarsi meno affollato.
Il terzo giorno, invece, l’ho dedicato al circuito grande, che si estende per 26 km, passando per il Preah Khan, il Preah Neak Poan, il Ta Som, il Mebon Orientale ed il Pre Rup.
Per l’ultimo giorno mi sono tenuta l’alba ad Angkor Wat, dove son quindi tornata una seconda volta, ed alcuni dei siti più distanti, ovvero il Bantey Srei, il Fiume dei Mille Linga, noto anche come Kbal Spean, ed il Banteay Samrè.
Io ho scelto di vedere subito i templi più suggestivi ed in particolare Angkor Wat. C’è tuttavia chi decide di vederli per ultimi. La scelta sta a voi: se pensate che una volta visto il meglio, il resto possa deludervi o comunque meravigliarvi poco, lasciateli per ultimi, altrimenti – se come me di templi non ne avete mai abbastanza – potete vederli anche per primi.
Nel caso abbiate più di tre o quattro giorni da dedicare a Angkor, sappiate che vi sono numerosi altri siti da visitare: io non mi perderei il Phnom Kulen ed il Beng Melea.



Alba e tramonto ad Angkor
E’ innegabile, una bella alba ed un bel tramonto possono dare quel qualcosa in più alla visita di alcuni luoghi, che assumono tonalità e sfumature sorprendenti.
Ad Angkor ho assistito sia all’alba che al tramonto sulle rovine, in particolare ad un’alba ad Angkor Wat e ad un tramonto al Phnom Bakheng. Devo dire che, se l’alba è stata davvero spettacolare, il tramonto mi ha parecchio delusa, perché il sole è sceso oltre l’orizzonte dalla parte opposta rispetto a quella in cui immaginavo, ovvero sulla foresta e non dietro alle rovine.
Poi c’è la questione folla. Sia ad Angkor Wat che al Phnom Bakheng c’era tanta gente. Ad Angkor Wat, però, chiunque riesce a vedere ciò per cui si trova lì, al Phnom Bakheng, non è così scontato: se non sbaglio, solo 300 persone alla volta possono salire sulle rovine e si rischia davvero di fare la fila per poi non poter salire!
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