Vi ho già parlato di Mandalay e dintorni nei post Mandalay, a piccole dosi e Oltre Mandalay: Mingun, Sagaing, Paleik, Inwa e Amarapura ovvero in quelli che sono i miei diari di viaggio.
Riguardo alla città non posso negare che sia estremamente caotica ed inquinata, ma che al contempo custodisca luoghi dall’atmosfera intima, che svelano una profonda sacralità; e per quanto riguarda i dintorni invece, beh, non sono certo da meno e regalano degli scorci meravigliosi su quello che è un Myanmar tutto rurale.
Questo post, a differenza dei precedenti, avrà un carattere più pratico: vi troverete infatti le informazioni necessarie per organizzare la vostra visita. Se alla fine avrete ancora qualche dubbio, ditemelo nei commenti e sarò felice di aiutarvi!

Cosa vedere a Mandalay…
Come avrete capito, Mandalay – la seconda città del Myanmar per importanza dopo Yangon (di cui ho scritto qui) – non è particolarmente entusiasmante e a mio parere non vale la pena trascorrervi tanti giorni, soprattutto se si ha poco tempo. Ventiquattro ore però, già che siete lì, perché non gliele dedicate?
Aggiungo solo che è una città abbastanza giovane, ma che è stata costruita durante quella che è considerata l’epoca d’oro del Myanmar, a livello culturale e soprattutto religioso. In particolare, si deve la sua fondazione quale nuova capitale al re Mindun, che dal 1857 iniziò a far erigere edifici considerati la massima espressione dell’architettura tradizionale.
Di seguito vi segnalo alcune delle attrazioni che oggi è ancora possibile visitare:
> Il Palazzo Reale
Il Palazzo Reale è stato costruito nel 1860, completamente in legno di teak, per volere del re Mindun. Oltre a quest’ultimo vi risiedette però solamente il re Thibaw, perché già nel 1885 il regno fu conquistato dagli inglesi.
Il palazzo andò completamente distrutto nel corso della II Guerra Mondiale, durante uno scontro che vide da un lato l’esercito britannico e dall’altro quello giapponese. Ricordate dunque che ciò che vedrete è in realtà una ricostruzione risalente agli anni novanta.
Gli oltre quaranta edifici che compongono il complesso si trovano all’interno di imponenti mura merlate, accessibili solo dalla porta Oo Teik ovvero quella rivolta verso est.
Una volta entrati, soffermatevi sulla sala del trono e pian piano scoprite tutte le altre sale; prima di andare via salite sulla torre di guardia per avere una visione d’insieme del complesso.
Mi raccomando, non lasciate assolutamente l’area destinata alla visita, perché al di là vi sono edifici militari dai quali forse è meglio tenersi lontani.
Sappiate poi che per entrare è necessario non solo esibire il biglietto d’ingresso, ma anche il passaporto, che viene trattenuto e restituito solo all’uscita.
> Mandalay Hill
Mandalay Hill è la collina, alta circa 240m, che sorge nella parte nord-orientale della città, nota perché costellata di luoghi di culto buddhisti, tra i quali va certamente ricordata la Sutaungpyei Paya – letteralmente la pagoda della realizzazione dei desideri – che si trova proprio sulla cima.
Secondo la leggenda il Buddha storico salì sulla collina e profetizzò la nascita di una grande ed importante città, che sarebbe sorta nel luogo da lui all’epoca indicato con la mano; per questa ragione, in suo onore, venne costruita una statua, che puntava proprio là dove in seguito sarebbe stato elevato il Palazzo Reale.
A livello storico va ricordato che durante la II Guerra Mondiale la collina è divenuta roccaforte della resistenza giapponese, che ha convertito gli edifici originariamente dedicati al culto in edifici militari.
Potete salirvi a piedi (rigorosamente scalzi!), da ben quattro distinte scalinate, ma anche in taxi e mototaxi, che rappresentano senz’altro l’opzione più adatta se avete poco tempo.
Nel caso vi facciate accompagnare, andateci al tramonto, poiché la vista sulla città merita davvero, soprattutto a quell’ora.
> Kuthodaw Paya e Sandamuni Paya
La Kuthodaw Paya è una pagoda che si ritiene custodisca il libro più grande del mondo. E’ infatti costituita da uno stupa centrale e da 729 lastre di marmo che riportano ciascuna una pagina del Tripitaka ovvero delle scritture classiche buddhiste.
Credo sia importante sottolineare che il re Mindun lo fece costruire, tra il 1860 ed il 1868, allo scopo di lasciare in eredità ai posteri il messaggio di cui è appunto portatore.
Con l’arrivo degli inglesi è stato interdetto l’accesso alle pagode, così come a tutti i luoghi di culto. Fu solo grazie all’intervento della Regina Vittoria, che aveva promesso di rispettare ogni fede professata all’interno dei confini del suo impero, che la Kuthodaw Paya fu riaperta ed in seguito anche ristrutturata, poiché saccheggi e danneggiamenti non sono affatto mancati.
La vicina Sandamuni Paya, risalente al 1874 e anch’essa voluta dal re Mindun, con le sue 1774 lastre di marmo, rappresenta i commenti al Tripitaka, e di fatto è un’estensione della Kuthodaw Pagoda.
> Mahamuni Paya
La Mahamuni Paya può essere annoverata tra i più importanti luoghi di pellegrinaggio di Mandalay e dell’intero Myanmar, poiché custodisce una statua del Buddha particolarmente venerata e che sembra risalire ad oltre 2000 anni fa.
Secondo la leggenda, sono state realizzate solo cinque rappresentazioni del Buddha storico ed una di esse si troverebbe proprio nella pagoda ed è rappresentata dalla statua cui ho appena accennato.
Nello specifico, sembra che fu il re Sanda Thuriya, nella città di Dhanyawadi – ovvero dove originariamente si trovava la statua che successivamente è stata spostata fino a giungere a Madalay – a chiedere che essa fosse realizzata; quando il Buddha storico la vide, avrebbe soffiato su di essa per darle le sue esatte sembianze.
Sappiate che ogni mattina, dalle 4 alle 4.30, è possibile assistere al rituale del lavaggio del viso e dei denti, che è iniziato nel 1988. Personalmente non ho potuto assistervi, ma sembra che sia celebrato da un monaco anziano, che procede con una spazzola e degli asciugamani donati dai fedeli che al termine vengono restituiti e devotamente custoditi.
Non dimenticate che gli uomini possono avvicinarsi alla statua e toccarla, per ricoprirla di foglie d’oro, mentre le donne si devono limitare ad osservarla dall’esterno.
> Shwe In Bin Kyaung e Shwenandaw Kyaung
Si tratta di due monasteri buddhisti, entrambi eretti alla fine del XIX secolo, completamente in legno di teak e finemente intagliati.


Cosa vedere nei dintorni di Mandalay…
Sono almeno quattro i luoghi che non dovreste perdervi nei dintorni di Mandalay, ai quali vi suggerisco di dedicare almeno un paio di giorni:
> Mingun
Mingun è un villaggio che si affaccia sull’Irrawaddy, ma che rispetto a Mandalay si trova sull’altra riva del fiume, solo un po’ più in là.
Il mezzo migliore – ovvero quello più panoramico e rilassante – a bordo del quale raggiungere la località è senz’altro la barca, di cui vi dirò di più nei paragrafi successivi.
Una volta a destinazione, passeggiate per il piccolo centro e pian piano cercate di raggiungere la Mingun Paya e la Hsinbyume Paya, due meravigliose pagode che appena si paleseranno ai vostri occhi vi lasceranno intendere perché siete lì.
La prima, la cui costruzione è iniziata nel 1790 ad opera del re Bodawpay, è davvero imponente, nonostante sia incompiuta: è infatti considerata come la più alta pila di mattoni esistente al mondo, anche se di fatto rappresenta un terzo dell’edificio inizialmente progettato.
Alla morte del sovrano, nel 1819, i lavori furono infatti interrotti. Ad ogni modo, probabilmente, non sarebbe mai stata ultimata, poiché secondo una profezia se ciò fosse accaduto, il re sarebbe morto.
Nel 1838, a causa di un violento terremoto, subì notevoli danni, ancora oggi visibili. Nonostante ciò è possibile salirvi! Ecco, non dimenticatelo!
Per quanto riguarda la seconda pagoda, invece, vi dico subito che non vi stancherete facilmente di aggirarvi sulle sue sette terrazze, che rappresentano le sette montagne del universo buddhista. Sarà la sua architettura, sarà che è di un bianco accecante, ma è semplicemente – non trovo altre parole – bellissima!
La sua costruzione, nel 1816, si deve invece al re Bagyidaw, che l’ha dedicata alla moglie ovvero alla principessa Hsinbyume, morta di parto.
> Sagaing
Sagaing è una città di piccole dimensioni, a pochi chilometri da Mandalay, che attrae visitatori – buddhisti e non – da ogni dove grazie all’impressionante numero di luoghi di culto che si trovano entro i suoi confini.
Dovete immaginare templi, pagode e stupa, sparsi su una serie di verdissime colline, che si specchiano nel fiume Irrawaddy.
E’ possibile fare delle belle passeggiate, poiché gli edifici sono collegati tra loro da svariati sentieri; sinceramente, se avessi avuto più tempo, è ciò che avrei fatto e forse mi sarei goduta di più l’atmosfera del luogo, che si presta alla meditazione e alla preghiera.
Io però mi stavo muovendo in moto-taxi e – come la maggior parte delle persone che passano di lì – ho fatto giusto tre/quattro tappe, trovando comunque delle realtà molto molto suggestive.
Mi raccomando, partite con le idee chiare su ciò che volete vedere; vi segnalo, in particolare, le U Min Thonze Caves e la Soon U Ponya Shin Pagoda.
> Paleik
A Paleik non sono andata per il villaggio in sé e per sé, ma per vedere il pasto ed il bagno dei serpenti, che vivono all’interno della pagoda e sono oggetto di venerazione.
Secondo la gente del posto sarebbero la reincarnazione di monaci che erano soliti frequentare il luogo. Sono arrivati negli anni settanta e, allontanati più e più volte, sono sempre tornati. Ad un certo punto qualcuno iniziò ad occuparsene e oggi sono ancora lì.
In genere la località non rientra nel circuito di visita più tradizionale. Ciò significa due cose: innanzitutto che non attira una gran folla e che vi troverete per lo più locali; e poi che ciò che vedrete presenta una certa genuinità ovvero che non è una messa in scena, costruita appositamente per voi.
Ecco, io vi consiglio di farci un salto, ricordando che il rituale cui ho appena accennato si tiene ogni giorno verso le 11.
> Inwa
Una piccola isola, delimitata da fiumi e canali, sulla quale si circola solo in calesse. Questo è Inwa! Riuscite ad immaginare questo idillio?
Vi troverete persone in viaggio come voi, ma anche gente del posto, che vive una quotidianità che appare lontana dai nostri giorni, e poi tanti edifici che vi ricorderanno che è stata capitale per oltre quattro secoli, prima che il re Mindun decidesse di spostare la propria residenza a Mandalay.
Ad Inwa si arriva con una barchetta e si prosegue, come vi ho appena detto, trainati da un cavallo.
Anche in questo caso, cercate di avere le idee chiare su ciò che volete vedere e trattate il giro con chi vi accompagnerà nella vostra esplorazione; in ogni caso, fate una sosta al Bagaya Kyaung, al Maha Aungmye Bonzan, alla Yadana Hsimi Paya ed alla torre di avvistamento Nanmyin, che è tutto ciò che rimane del Palazzo Reale risalente all’epoca in cui Inwa era capitale.
> Amarapura
Il motivo per cui tutti vanno ad Amarapura, che tra l’altro è stata anch’essa capitale per settant’anni? Il famoso ponte U-Bein, il più lungo ponte in legno di teak esistente al mondo. Pensate che supera i 1200m!
A sorprendere è anche la sua età. E’ infatti stato realizzato nel 1850 ovvero quando Inwa ha perso la sua importanza ed il suo Palazzo Reale è stato smantellato, anche al fine di destinare i materiali usati per la sua costruzione proprio per la realizzazione del nuovo ponte.
Non posso non dire che sia meraviglioso, perché davvero lo è, soprattutto al tramonto; e credo che una passeggiata, nel tardo pomeriggio, mentre il sole sta calando, dovete proprio farvela.
Siate però consapevoli del fatto che troverete migliaia di persone, tutte intente ad immortalare quell’attimo in una fotografia, con tanto di cavalletto.
Anche il lago Taungthaman le cui sponde si avvicinano in corrispondenza del ponte risulta molto affollato a quell’ora: decine e decine di barche infatti si muovono dalle rive verso il centro, stracolme.
Ecco, chiedetevi se non è il caso di andarci anche in un altro momento della giornata. Per come sono fatta, in contesti come questo, mi piace trovare uno spazio tutto per me, per godermi il luogo e l’atmosfera che vi si respira!




Ingressi a Mandalay e dintorni…
Per visitare i maggiori luoghi di interesse di Mandalay e dintorni è necessario acquistare un biglietto cumulativo del costo di circa 10 Euro, ai quali si devono aggiungere altri 3 Euro per accedere a Mingun.
Quanti giorni sono necessari per visitare Mandalay e dintorni?
Ho visitato tutti i luoghi di cui vi ho parlato sopra in due giorni e mezzo. Con il senno di poi, dico che tre giorni sarebbero stati perfetti. Ritengo infatti che con mezza giornata in più avrei potuto fare tutto con più calma, soprattutto a Mandalay.
Sintetizzando, ho organizzato la mia permanenza in questo modo:
1° Giorno: Arrivo in città dopo pranzo e visita del Palazzo Reale
2° Giorno: Mingun al mattino e ancora Mandalay al pomeriggio
3° Giorno: Sagaing, Paleik, Inwa ed Amarapura
Come arrivare a Mandalay…
Difficilmente arriverete a Mandalay con un volo intercontinentale, perché in genere dall’Italia si vola su Yangon.
Sappiate comunque che la città ha un aeroporto, collegato a diverse destinazioni asiatiche e del Paese.
Personalmente sono arrivata in aereo dalla Thailandia, volando con una nota compagnia low cost, Air Asia.
Un’idea interessante è quella di atterrare a Bangkok/Phuket/Krabi, trascorrervi qualche giorno e poi muoversi verso il Myanmar, in aereo appunto, iniziando il proprio tour da Mandaly o in alternativa da Yangon; il costo dei voli per la vicina Thailandia è infatti in genere inferiore rispetto a quelli per il Myanmar.
Dall’aeroporto verso la città potete spostarvi in taxi o in taxi condiviso, che rispettivamente costano circa 8 e 2 Euro.
Tenete in considerazione che il tragitto, che sulla carta appare breve, può rivelarsi abbastanza lungo in senso temporale, a causa del traffico. Personalmente ci ho messo oltre due ore per percorrere 38km!
Se, come me, non avete grandi problemi a muovervi via terra e volete minimizzare i costi degli spostamenti, l’opzione da considerare una volta nel Paese è l’autobus. Vi lascio questo link che è molto utile per verificare orari e prezzi dei mezzi in partenza da/per Mandalay e non solo: www.myanmarbusticket.com; volendo, già prima della partenza, potete acquistare i biglietti, che in alta stagione tendono ad esaurirsi presto.
Ricordate che è possibile coprire la tratta Mandalay – Bagan (di cui ho scritto qui) anche via fiume. Per una questione di tempo io ho scelto di spostarmi con un autobus notturno. Credo però che possa essere una bella esperienza sia la navigazione più lenta che dura circa dieci ore, che quella più veloce di quattro ore. I biglietti si possono acquistare direttamente al porto o attraverso hotel/guest house/ostelli.
Come muoversi a Mandalay e dintorni…
Una volta a Mandalay potrete muovervi in quattro modi: a piedi, in bicicletta, in moto-taxi ed in taxi.
Sinceramente credo che le prime due opzioni siano da scartare. Ho evitato di muovermi a piedi semplicemente perché le distanze non sono brevi come sembrano e perché le strade, a parte quelle più centrali, non sono asfaltate e possono risultare polverose o fangose a seconda del meteo; la bici, invece, appena arrivata, l’ho usata, su suggerimento dell’hotel, ma è stato davvero difficile destreggiarsi nel traffico.
Le opzioni migliori sono dunque il moto-taxi ed il taxi, la prima se siete da soli, la seconda se siete in coppia o in gruppo.
Inutile dirvi poi che per muovervi nei dintorni dovrete necessariamente optare per la moto o per la macchina. Per darvi un’idea dei prezzi, vi posso dire che in moto-taxi per il secondo giorno ho speso 10 Euro e per il terzo 17.
Come vi ho detto, a Mingun ed Inwa sono arrivata in barca.
La barca per Mingun parte una volta al giorno, ovvero alle 9, e rientra dopo pranzo, impiegando più o meno un’ora per ogni tratta.
Quella per Inwa invece fa continuamente la spola e ci impiega pochi minuti per attraversare il fiume.
Il prezzo dei due spostamenti è stato di circa 6 Euro nel primo caso e di 2 Euro nel secondo.
Una volta arrivata ad Inwa, come già sapete, ho scelto di spostarmi in calesse; condividendolo, ho speso circa 6 Euro.
Dove dormire a Mandalay
Io ho pernottato al Royal Yadanarbon Hotel di Mandalay, che credo abbia davvero un ottimo rapporto qualità-prezzo; per tre notti in camera singola con colazione ho infatti speso l’equivalente di 30Euro.
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