Negli ultimi decenni Hong Kong si è imposta come uno dei più importanti poli finanziari al mondo, nonché come primario centro di scambi commerciali, grazie al suo porto, che vede transitare merci provenienti da ogni dove. Detto questo, la metropoli può apparire ben poco interessante agli occhi di un viaggiatore, eppure vi garantisco che non è affatto così!
Potrebbe capitarvi di fare scalo ad Hong Kong per raggiungere poi altre destinazioni. Potreste decidere di fare un viaggio in Cina e trovarvi a due passi da Hong Kong. In ogni caso, dedicatele un po’ del vostro tempo, perché – ne sono sicura – per un motivo qualsiasi vi stupirà!
Solo grattacieli che danno un senso di vertigine già guardandoli dal basso? Il grigiore più assoluto? Ebbene no… Hong Kong cela anche villaggi di case su palafitte, foreste verdi e lussureggianti, spiagge dalla sabbia dorata sulle quali rilassarsi, templi in cui si respira ancora forte il tipico odore dell’incenso… Secondo me è proprio questo connubio che offre infinite possibilità a chi decide di trascorrere un po’ di tempo in città a giustificare una tappa!
Di seguito farò cenno alla storia più recente di Hong Kong, che è necessario conoscere almeno a grandi linee per comprendere ciò che oggi rappresenta e come si pone rispetto alla realtà cinese; poi però vi dirò dell’itinerario che ho personalmente seguito nei quattro giorni che vi ho trascorso.

Hong Kong: un po’ di storia coloniale ed il presente con la Cina
All’inizio del XIX secolo Hong Kong si poneva ai margini dell’impero cinese, per il quale non aveva certamente un’importanza strategica.
Le cose cambiarono però con l’arrivo dei britannici che hanno avviato un’intensa attività di scambio: importavano infatti oppio in cambio di prodotti locali (quali quali tè, porcellane e seta), particolarmente richiesti nel Vecchio Continente.
La Cina tentò presto di porre fine ai commerci tra Hong Kong e quella che era una delle maggiori potenze coloniali dell’epoca, in particolare inasprendo la propria legislazione sull’uso di sostanze stupefacenti.
Quando ciò avvenne tuttavia il Regno Unito non esitò ad attaccare, dando il via alla prima guerra dell’oppio, iniziata nel 1839 e conclusasi tre anni più tardi con la cessione di Hong Kong Island alla corona di Londra.
Ci fu poi una seconda guerra dell’oppio, combattura tra il 1856 ed il 1860, dalla quale la Cina uscì nuovamente sconfitta, perdendo pure la Penisola di Kowloon.
Successivamente, nel 1898 il Regno Unito riusci ad annettere anche i cosiddetti New Territories per un periodo di 99 anni, completando così il quadro delle sue acquisizioni nell’area.
Nel 1984 il Regno Unito rispettò l’accordo siglato e restituì Hong Kong alla Cina, che però si impegnò a mantenere inalterato lo status economico, sociale e giuridico della ex-colonia per 50 anni. E’ così Hong Kong è diventata una regione amministrativa speciale e lo è tutt’ora.
Ecco, che Hong Kong sia speciale lo intuisce immediatamente anche chi è in viaggio. Non c’è necessità di richiedere un visto prima della partenza per entrare, ad esempio. E’ in uso una moneta diversa dallo Yuan ovvero il dollaro di Hong Kong. Ovunque i cartelli sono sia in caratteri cinesi che in inglese e relazionarsi con la popolazione locale non è un impresa epica!
Il mio itinerario di quattro giorni ad Hong Kong!
A dire la verità inizialmente ad Hong Kong avrei voluto trascorrere un’intera settimana per poter scoprire scorci di tutte e quattro le aree che la costituiscono, vale a dire Hong Kong Island, Kowloon, New Territories e Isole esterne. Alla fine però ho pensato che quattro giorni potessero bastare. La Cina infatti aveva tantissimo da offrirmi e non volevo rinunciare a luoghi che in futuro difficilmente avrò modo di visitare; in particolare ho riflettuto sul fatto che ad Hong Kong potrei tornare in un altro momento, anche solo per qualche giorno, magari in transito vero altre mete asiatiche. Cosa sono riuscita a vedere?

⇒ Giorno 1
Sono atterrata ad Hong Kong, a bordo di un volo Air Asia proveniente da Kunming. Prima di pranzo ero già in ostello, pronta per scoprire la città! Me la sono presa con comodo, come sempre quando mi sposto in aereo. Ho quindi deciso che mi sarei dedicata alla zona in cui alloggiavo ovvero quella di Kowloon, che mi è parsa davvero molto molto vivace.
Ecco nello specifico dove sono andata (a piedi) e cosa ho visitato:
* Shanghai Street. Un tempo la principale via di Kowloon, oggi questa strada rimane molto molto movimentata, grazie ai negozi che vi si affacciano e che vendono qualsiasi cosa. Da non perdere, nelle immediate vicinanze, il Jade Market, con le centinaia di bancarelle che lo compongono.
* Tin Hau Temple. Il tempio risale al XIX secolo ed è uno degli oltre sessanta templi dedicati alla divinità Tin Hau, la più venerata sulle coste della Cina meridionale, nonché ad Hong Kong. Non stupisce che la divinità si pone come protettrice del mare e dei pescatori.
* Kowloon Park. E’ un ampia area verde. I locali vi trascorrono il loro tempo dedicandosi alle più svariate attività fisiche, mentre i viaggiatori vi trovano angoli in cui riposare le proprie gambe.
* Tsim Sha Tsui East Promenade. Si tratta di una passeggiata che offre magnifiche vedute sul Victoria Harbour. Bellissimo percorrerla al calar del sole!
* Avenue of the Stars e Symphony of Lights. Altro viale, che Hong Kong ha dedicato alle stelle del cinema. E’ il posto ideale per godere della Simphony of Lights, ovvero uno show di luci proiettate dai grattacieli.
* Temple Street Night Market. Mercato notturno che viene allestito tutti i giorni tra le 18 e le 24. Anche qui ho trovato ogni genere di articolo. Non lontano dall’ostello in cui alloggiavo, è stata la tappa ideale per concludere la giornata.
⇒ Giorno 2
Il secondo giorno, in metropolitana, mi sono portata immediatamente su Hong Kong Island, che purtroppo non mi sono gustata fino in fondo perché – ahimè – ho iniziato a stare poco bene, probabilmente a causa di qualcosa che avevo mangiato. Ho potuto apprezzare solo le zone di Central e Sheung Wan, che presentano una discreta pendenza, affrontata con l’ausilio del Midlevels Escalator, vale a dire una sorta di scala mobile.
Anche in questo caso vi indico il mio percorso, nel dettaglio:
* Peak Tram e Victoria Peak. Si tratta di un tram che si inerpica lungo il fianco di una collina, tra i grattacieli, fino a giungere a Victoria’s Peak (552m). In soli cinque minuti si arriva in cima, dove la vista sulla città è eccezionale. Fantastico poi scendere a piedi!
* Statue Square. Piazza che durante il periodo coloniale aveva un grande valore simbolico, poiché ospitava le effigi dei sovrani britannici. Su di essa si affacciano il Legislative Council Building e il Cenotaph, monumento in memoria degli abitanti di Hong Kong che persero la vita durante le due guerre mondiali.
* Man Mo Temple. Tempio eretto nel 1847, voluto dai mercanti cinesi che vivevano in zona. E’ dedicato sia alle divinità della guerra che a quelle della letteratura. Un tempo fungeva anche da tribunale, la cui competenza si estendeva solo alle dispute locali.

⇒ Giorno 3
In traghetto ho raggiunto una delle isole esterne, l’isola di Lantau, completamente diversa rispetto a ciò che avevo visto nei giorni precedenti ad Hong Kong, poco edificata e poco popolata com’è.
Nel caso vogliate seguire i miei passi, ecco cosa offre l’isola:
* Po Lin Monastery e Buddha Gigante. E’ un grande complesso monastico, del quale fa parte anche un Buddha di bronzo alto 26m. Dalla collina su cui è stato posato, il panorama è davvero mozzafiato: lo sguardo può infatti spaziare sulla foresta che ricopre l’isola, sulle altre isole e sul mare.
* Villaggio di Tai O. Dovete pensare ad un bellissimo villaggio fatto di case su palafitte. E’ il volto nascosto di una realtà che il più delle volte viene associata ad architetture tipiche della modernità. Interessante il fatto che per pochissimi dollari si possa fare una gita su piccole barche di legno che regalano una prospettiva particolare sul villaggio e consentono di avvistare i delfini rosa, che sguazzano al largo.
* Funivia. Il traghetto che parte dal molo 6 di Hong Kong Island porta a Mui Wo, sull’Isola di Lantau appunto. Per raggiungere il Monastero di Po Lin è necessario prendere l’autobus diretto a Ngong Ping. Da Ngong Ping, per andare al villaggio di Tai O si deve poi prendere un altro autobus. Per tornare su Hong Kong Island non è però necessario rifare tutto il percorso al contrario: è infatti sufficiente tornare a Ngong Ping e avvalersi della funivia attraverso la quale si raggiunge la fermata della metropolitana Tung Chung, sulla linee che portano a Kowloon e Hong Kong Island.
Ci tengo a sottolineare che non solo è la funivia è comodissima per tornare là dove si è partiti, ma è anche spettacolare: letteralmente sospesi nell’aria, si gode di una magnifica vista su tutta Hong Kong!



⇒ Giorno 4
Lantau mi è piaciuta talmente tanto che ho deciso di puntare ancora una volta sulle isole esterne! Il quarto giorno ho preso dunque un traghetto per la piccola isola di Peng Chau!
Concludendo…
Chi ha visitato Hong Kong potrebbe obiettare che ho dedicato poco tempo a quello che è il suo cuore pulsante, ovvero all’area di Hong Kong Island e di Kowloon. Probabilmente è vero, ma – col senno di poi – non cambierei nulla!
E vi dirò di più: quando ci tornerò, farò certamente un altro bel giro in centro, ma poi mi concentrerò ancora una volta su ciò che sta al di fuori di esso!
Personalmente amo molte alcune realtà asiatiche proprio perché danno la possibilità di evadere dagli spazi urbani con estrema facilità. Hong Kong, in questo senso, non fa eccezione e quindi ne ho approfittato!
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