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Seduta sul molo, fissavo l’orizzonte e improvvisamente le incredibili esperienze vissute fin lì mi sono parse un istante: facevo fatica a credere che fossero già trascorsi quasi due mesi dalla mia partenza e che realmente mi trovassi sul Lago Titicaca.  

Ero lì però, nel luogo che ha segnato il termine del primo capitolo del mio viaggio e l’inizio del secondo, che attendevo con tutta me stessa; sì, ero nel luogo che i miei occhi vedevano come una sorta di spartiacque, fin da quando avevo lasciato l’Italia.  

Certamente quel lago rappresenta una sorta di confine naturale tra Bolivia e Perù ed io quel confine mi accingevo ad attraversarlo. Per me tuttavia non era una pura questione di frontiere, era molto di più: non avrei infatti semplicemente detto addio ad un Paese per scoprirne un altro, come avevo già fatto svariate volte.  

Lasciare le sponde boliviane del Titicaca per quelle peruviane, significava infatti rivedere finalmente Gianluca, che mi mancava da morire. Significava proseguire con lui. E condividere, con lui, ogni ora, ogni minuto, ogni istante di quella mia avventura tutta sudamericana, almeno per un mesetto.  

L’appuntamento era il 7 luglio, a Puno, ma già a Copacabana l’emozione ha iniziato a farsi sentire più che mai. E a dire la verità, finché non ho potuto riabbracciarlo, è stato un batticuore continuo, perché fino all’ultimo momento (a causa di un volo in ritardo!) non ho avuto certezza sul fatto che saremmo riusciti ad incontrarci come avevamo stabilito.  

E, in tutto questo… Cosa ho fatto sul Lago Titicaca mentre lo aspettavo? Cosa abbiamo fatto insieme una volta che è arrivato a destinazione? Continuate a leggere, che vi racconto di questo specchio d’acqua tanto caro già agli Inca, che lo vedevano come il luogo dove nasce il sole!

lago titicaca bolivia perù

Giusto un po’ di geografia del Lago Titicaca

Se state progettando un viaggio in Bolivia e/o in Perù, probabilmente già sapete – almeno a grandi linee – dove si trova il Lago Titicaca, che occupa una superficie di oltre 8000 km²: tra i due Paesi che ho appena menzionato appunto e, per essere più specifici, a cavallo tra la parte settentrionale del primo e quella meridionale del secondo.  

Detto questo, è importante che ricordiate anche e soprattutto che con i suoi 3812m rappresenta il lago navigabile più alto al mondo. Non voglio annoiarvi con numeri inutili, ma questo è un dato da non sottovalutare, perché a quell’altitudine il mal di montagna può farsi sentire (dell’argomento vi ho però già parlato in un paragrafo del post Bolivia zaino in spalla: il mio itinerario di (quasi) un mese, tante informazioni e tutti i costi). 

Da tenere a mente, inoltre, il fatto che sul lago sono due le città di riferimento: Copacabana sulle rive boliviane e Puno su quelle peruviane. I due centri rappresentano infatti una vera e propria rampa di lancio verso villaggi e isole, che poi – credetemi – saranno il pezzo forte della vostra esperienza da quelle parti, sia che siate diretti in un Paese sia che siate diretti nell’altro.  

Come arrivare sul Lago Titicaca

Come accennato, le due città verso le quali dovrete dirigervi per esplorare il Lago Titicaca, sono Copacabana e Puno, entrambe facilmente raggiungibili una volta che ci si trova in Bolivia e in Perù, oltre che ben collegate tra di loro.  

Messo piede in Bolivia, per arrivare a Copacabana, è indispensabile passare da La Paz, città dove atterrerete o dalla quel sicuramente ad un certo punto del vostro viaggio vi troverete a transitare. Considerate che ogni giorno dalla capitale partono diversi autobus e minivan che in circa quattro ore arrivano proprio sul lago.   

Giunti in Perù, per arrivare a Puno, non dovrete necessariamente passare dalla capitale. Se comunque, una volta a Lima, voleste andare sul lago, vi sconsiglio di farlo in autobus: stiamo infatti parlando di una tratta di 1200km che su strada richiede circa venti ore; in tal caso acquistate un biglietto aereo per Juliaca, che in minivan dista un’oretta dalla vostra destinazione. Aggiungo che Puno è ben collegata via terra a diverse città del Paese, tra le quali Cuzco ed Arequipa, raggiungibili in autobus in cinque / sei ore.   

Vi segnalo inoltre la possibilità di partecipare a dei tour dedicati alla visita del Titicaca di 1, 2 o 3 giorni, ma vi garantisco che potete organizzare tutto da soli senza alcuna difficoltà, mantenendo una certa autonomia e risparmiando parecchio. Ad ogni modo sappiate che potrete prenotarli in diverse città della Bolivia e del Perù.  

Se – come ho fatto io – avete intenzione di esplorare entrambe le sponde del Lago Titicaca,  ricordate che anche gli autobus tra Copacabana e Puno non mancano: sono infatti previste più partenze al giorno ed i mezzi si fermano tutti sul confine, in modo che i passeggeri possano espletare le formalità di uscita/ingresso.

lago titicaca bolivia

Cosa fare sul Lago Titicaca

I luoghi di interesse sul Lago Titicaca, come potete vedere anche sulla mappa, sono numerosi. Di seguito vi parlerò proprio di questi luoghi, ma in linea generale sappiate che un po’ ovunque troverete la quintessenza di ciò che Bolivia e Perù hanno da offrire: non solo quindi bellezze paesaggistiche e siti archeologici, ma anche una cultura andina ancora fortemente radicata nella quotidianità della popolazione locale, di etnia aymara e quechua. 

⇒La parte boliviana

Copacabana

Spesso Copacabana viene ignorata da chi è in viaggio, per questioni di tempo e soprattutto perché considerata priva di qualsiasi luogo di interesse. A mio parere la città non può certo competere, almeno a livello architettonico, con altre realtà della Bolivia (come Sucre ad esempio), ma ciò non significa che non ci sia proprio nulla da vedere e da fare.   

In questo senso vi segnalo la bella cattedrale dedicata alla Vergine delle Candelaria e la piazza su cui si affaccia, la spiaggia con tanti ristorantini che offrono tutti lo stesso piatto locale (vale a dire la trota con le patate!) e per finire due punti panoramici che danno una buona visione d’insieme del centro abitato e del lago ovvero il Cerro Calvario e l’Horca del Inca, entrambi raggiungibili con una buona mezz’ora di camminata.   

Come vedete ce n’è almeno per una mezza giornata. Se dunque siete in città e vi fermate qualche giorno per visitare i dintorni, perché non ne approfittate? Non credete anche voi che Copacabana può essere considerata qualcosa di più che una semplice base da cui partire per fare escursioni?    

lago titicaca copacabana bolivia

⬩Trekking da Yampupata lungo il perimetro costiero

Secondo me il modo migliore per vivere il Lago Titicaca è quello di darsi al trekking: che sia sulle isole o sulla terra ferma, l’importante è camminare e respirare a pieni polmoni (nonostante la carenza d’ossigeno!) l’aria che tira da quelle parti. Va beh, io sono di parte, perché amo perdermi nella natura e durante i miei viaggi non posso proprio fare a meno di sporcare le mie scarpe di terra!  

Già prima di partire ho dunque iniziato ad informandomi riguardo ai sentieri – possibilmente panoramici – che avrei potuto percorrere una volta giunta a Copacabana. E’ così che ne ho scovato uno che faceva proprio al caso mio e che potrebbe fare anche al caso vostro, se vi piacciono i luoghi poco battuti e siete alla ricerca di un angolo del lago che ha conservato una certa genuinità.  

Di cosa sto parlando? Mi riferisco ad un percorso di 17km che si snoda più o meno in piano lungo la costa tra Copacabana ed il villaggio di Yampupata, dando tra l’altro l’opportunità di osservare come vive la gente nelle zone rurali della Bolivia. Se siete fortunati poi potreste anche incontrare qualche curiosa signora che – come è capitato a me – vorrà capire cosa fate da quelle parti e vi farà vedere di cosa si sta occupando! 

Sappiate che il sentiero può essere affrontare in entrambe le direzioni, anche perché – come vi ho appena detto – non ci sono grandi pendenze, né in un senso né nell’altro. Personalmente ho preferito raggiungere Yampupata in prima mattinata (in minivan in circa mezz’ora) e poi tornare a Copacabana a piedi, in modo da non dovermi preoccupare del rientro dopo cinque ore di cammino.   

trekking yampupata titicaca bolivia

⬩ Isla del Sol e Isla de la Luna

Isla del Sol e Isla de la Luna sono due delle oltre trenta isole sparse per il Lago Titicaca e si trovano nella parte boliviana. Entrambe offrono contesti che non posso che definire idilliaci: delle acque di un blu intenso sulle quali si specchiano dei rilievi color oro, delle antiche rovine e una popolazione gentile, tutta indaffarata nelle proprie faccende, nei campi, tra gli animali.  

Purtroppo personalmente ho potuto dedicare alle due isole un solo giorno e – con il senno di poi – ritengo che tutta l’esperienza sia stata un po’ troppo breve: a questo proposito il mio consiglio è quello di mettere in programma almeno quarantotto ore per esplorarle, aggiungendo addirittura un pernottamento in loco; nel caso quarantotto ore proprio non ce le abbiate, concentratevi su una delle due.  

Ci tengo a sottolineare, tuttavia, che la mia scelta riguardo alle tempistiche è dipesa dal fatto che all’epoca del mio viaggio (e credo che dall’estate del 2018 nulla sia cambiato!) la parte settentrionale di Isla del Sol era inaccessibile, a causa di conflitti tra le diverse comunità locali: in poche parole, mi sembrava insensato dedicare un’intera giornata solo alla parte meridionale dell’isola, che tra l’altro è quella meno interessante.   

In realtà non avevo considerato la lentezza delle barche che si spostano sul lago, che hanno sottratto molto tempo alla mia visita: per darvi un’idea, da Copacabana ci si impiega quasi due ore per raggiungere Isla de la Luna e poi altri venti minuti per arrivare a Isla del Sol. Lo stesso ovviamente vale per il tragitto del ritorno.     

Ad ogni modo… Cosa sono riuscita a fare?

Su Isla de la Luna, la più piccola, alla fine ho dunque potuto fermarmi solo un’oretta, che è sufficiente per visitare le rovine del sito preincaico presente sull’isola, ma certamente non per fare altro, fosse anche solo godersi il panorama o una passeggiata.  

Fortunatamente per Isla del Sol ho avuto a mia disposizione tutto il pomeriggio, per fare una camminata molto entusiasmante, soprattutto da un punto di vista paesaggistico; dei complessi archeologici invece non posso dirvi granché, perché si trovano per lo più nella parte dell’isola inaccessibile ai turisti. 

lago titica isla del sol bolivia

⇒ La parte peruviana

⬩Puno

Puno, come Copacabana, viene spesso snobbata dai viaggiatori, che tendono subito a dirigersi verso le isole: effettivamente al di là di quello che è il centro storico vero e proprio, la città appare un po’ trascurata e non è particolarmente piacevole. Se vi trovate da quelle parti, comunque, cercate di soggiornarvi almeno una notte e di dare un’occhiata in giro, perché qualcosa da vedere e da fare c’è!  

A questo proposito vi suggerisco di fare un salto a Plaza de Armas per ammirare la Cattedrale, al Museo Dreyer dove sono conservati degli interessanti reperti archeologici e al Museo della Coca e dei Costumi. Nel cercare un posticino dove pranzare o cenare, non fatevi poi mancare una passeggiata su Via Lima, l’unica strada pedonale della città, dove certo non mancano ristoranti e bar.  

Al tramonto datevi inoltre l’opportunità di ammirare Puno ed il Lago Titicaca dall’alto, da uno dei suoi tre particolarissimi mirador: il mio preferito è quello del condor (Kuntur Wasi), ma vi segnalo anche quello del puma (Puma Uta) e quello del Parque Huajsapata, dedicato al primo sovrano dell’Impero Inca, Manco Capac. 

puno_peru

⬩ Sillustani

Se una volta arrivati a Puno non siete a corto di tempo, valutate l’idea di fare una gita fuori porta e di visitare almeno uno dei numerosi siti archeologici che si trovano nei dintorni. Io e Gianluca abbiamo scelto Sillustani e vi suggeriamo di trascorrervi  una mezza giornata!  

Si tratta di un antico luogo di sepoltura riconducibile alla civiltà preincaica dei Colla. Sulle rive del Lago Umayo, abbiamo trovato delle imponenti tombe, note come chullpas: di forma cilindrica e alte anche 12m, a suo tempo sono state pensate per accogliere i corpi di personalità che avevano un certo prestigio sociale.   

Noi abbiamo partecipato ad un tour guidato, durato circa quattro ore, che ci ha consentito di comprendere più a fondo il luogo, che si è rivelato molto suggestivo, anche per gli scenari che regala. Nel caso voleste organizzarvi per conto vostro, sappiate che potete anche pensare di coprire i 33km tra Puno e Sillustani in taxi.  

sillustani sito archeologico perù

⬩ Isole Uros

Le Isole Uros sono isole artificiali realizzate con le canne di totora ovvero una particolare pianta che cresce sul Lago Titicaca ed in pochi altri luoghi al mondo. Pare che i suoi abitanti, che sono i discendenti di una delle più antiche popolazioni della regione, abbiano iniziato a costruirle per sfuggire agli Inca, che incombevano.   

Dovete sapere che oggi non tutti gli uros vivono sulle islas flotantes ovvero galleggianti, che necessitano una continua manutenzione: molti infatti ormai si sono spostati sulla terraferma ed alcuni  dei loro villaggi appaiono (o almeno ai miei occhi sono apparsi) come una vera e propria messa in scena per i turisti di passaggio.   

Detto questo, andateci con una certa consapevolezza e sappiate che una breve sosta ci sta, anche solo per vedere di cosa si tratta. Cercate di prendetela come una visita ad uno di quegli open air museum che si trovano nei Paesi scandinavi, dove vengono raccolte abitazioni del secolo scorso, con tanto di figuranti. Poi, comunque, è sorprendente osservare che tutto – dalle capanne alle barche per spostarsi da un’isola all’altra – è fatto dello stesso materiale.   

Ad essere sincera, nel progettare il mio viaggio, ad un certo punto, ho pensato di bypassarle, ma è stato impossibile: tutte le barche dirette ad Amantanì e Taquile, le due isole di cui vi parlerò nei prossimi due paragrafi, fanno infatti tappa alle Isole Uros e anche se ci si organizza per conto proprio – ovvero senza agenzia, andando direttamente al porto – di lì bisogna passare. 

isole uros lago titicaca perù

⬩ Amantani

Appena si sbarca, dopo circa tre ore di navigazione, si nota immediatamente che l’isola di Amantanì ha una forte vocazione agricola ma che il turismo dà un certo contributo all’economia locale: effettivamente insieme a noi sono arrivati diversi gruppi con guida al seguito, tutti accolti da famiglie del posto che per un giorno e una notte avranno messo a disposizione la loro ospitalità.   

Noi, in questo caso, ci siamo mossi da soli, senza quegli intermediari che incassano gran parte delle entrate: prenotando una camera su booking.com, abbiamo infatti contattato direttamente una coppia del luogo. Se state pensando ad un esperienza del genere, vi invito a riflettere su questi aspetti, perché sull’isola (ma vale anche per Taquile) le risorse sono scarse e forse è meglio che ciò che pagate finisca direttamente nelle tasche dei locali.

Vi dico subito anche di considerare che molte abitazioni sono prive di riscaldamento e acqua calda e che l’energia elettrica è limitata. Con questo non intendo disincentivarvi dall’andare ad Amantani, anche perché è uno dei luoghi che sia io che Gianluca più abbiamo apprezzato durante il nostro viaggio in Perù: quello che voglio dirvi è semplicemente di arrivare preparati, perché ad attendervi ci sarà una realtà molto lontana dalle comodità a cui siamo abituati.  

E come è andata?

Una volta attraccati ad Amantanì, sul molo, abbiamo trovato Osvaldo e Beatriz, che per 24h si sono presi cura di noi, in tutto e per tutto! Abbiamo pranzato e cenato nella loro casa. Abbiamo passeggiato tra pecore e asinelli, ammirando i terrazzamenti, tutti messi a coltura, tipici di alcune isole del lago. E abbiamo atteso che il sole calasse oltre l’orizzonte, dall’alto del Llakastiti, il monte sul quale si trova ancora un antico sito cerimoniale dedicato alla Madre Terra, dove la gente non ha mai smesso di portare offerte.   

Per riassumere, non posso dire altro che è stata un esperienza di home stay fantastica e che il mattino successivo ci è davvero dispiaciuto dover salutare i padroni di casa, che nei loro abiti tradizionali, ci hanno salutati, con un gran sorriso!

isla amantani lago titicaca perù

⬩ Taquile

Taquile, a solo un’oretta di navigazione da Amantanì e due/tre da Puno, è un altra isola del Lago Titicaca, un’altra isola dove abbiamo trascorso dei momenti meravigliosi, in un contesto che non posso che definire bucolico…  

Per i motivi che vi ho spiegato nel precedente paragrafo, ancora una volta, abbiamo preferito il fai da te, appoggiandoci a Celsio e Juanita, contattati sempre tramite booking.com. Anche in questo caso la coppia si è impegnata veramente molto per farci sentire a casa, mettendosi a disposizione per qualsiasi cosa, ma soprattutto per raccontarci della vita nei villaggi dell’isola.   

E cosa ci hanno raccontato?

E’ grazie a loro che abbiamo saputo di una tradizione – dal 2005 tutelata dall’UNESCO – che vede gli uomini lavorare a maglia e realizzare dei bellissimi cappelli, i quali a seconda del colore indicano se una persona è sposata o meno e se riveste un ruolo particolare all’interno della comunità. Ed è sempre grazie a loro che abbiamo appreso che gli uomini portano una piccola borsa, nella quale custodiscono foglie di coca che usano scambiarsi in segno di saluto quando si incontrano.  

Tra una conversazione e l’altra sono poi emersi tanti altri aspetti interessanti, come il fatto che le coppie, prima di sposarsi, devono convivere per un anno con i genitori di lui e per un anno con i genitori di lei; o ancora, che in caso di divorzio, se ci sono dei figli, è il capo villaggio a stabilire se è la famiglia di lui o la famiglia di lei a doversene occupare, in base alle rispettive disponibilità economiche.   

Avrete capito che li abbiamo ascoltati con grande piacere e che ancora una volta la formula del home stay si è rivelata perfetta, perché ci ha consentito di cogliere anche il patrimonio immateriale di Taquile, che è immenso…   

isla taquile uomo tessitore

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7 Replies to “Lago Titicaca, cosa fare tra Bolivia e Perù…”

  1. Che meraviglia questi luoghi mi piacciono davvero molto
    Non li conoscevo ma mi hanno più che colpito

  2. Si, sono luoghi veramente meravigliosi francesca! in questi giorni ne ho proprio nostalgia!

  3. L’America latina non delude mai.Io ho avuto la fortuna di visitare il Brasile, ma davvero più leggo di questi posti e più ho voglia di esplorarla, in particolare questo lago di cui parli sembra spettacolare. 🙂

    1. Verooo… L’America Latina non delude mai e non vedo l’ora di tornarci! Il Titicaca poi è magico…

  4. Hai fatto un viaggio bellissimo che mi appassiona sempre di più. Le notizie sulle isole galleggianti sono preziose e mi addolora un pò pensare che i villaggi sono un pò dei trappoloni per turisti. E che bella esperienza avete fatto a Taquile!

    1. Eh si, purtroppo le Isole Uros hanno perso genuinità. Taquile, come Amantani, invece ci hanno riservato delle esperienze indimenticabili! Tutto però sta in come ci si organizza!

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”