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Lakamha ovvero Grandi Acque è meglio conosciuta come Palenque e si trova nell’attuale Stato messicano del Chiapas.

Abbandonata intorno al 900 d.C., la cittadina precolombiana fondata almeno cento anni prima di Cristo e che ha visto il suo massimo splendore tra il 630 e il 740 d.C. sotto il regno di Pakal e di suo figlio Kan B’alam II, è stata celata dalla giungla per secoli, come molti noti siti archeologici del Paese e non.

E’ infatti solo nel 1746, quando il prete spagnolo Antonio Solis la riscoprì, che sono iniziati i primi scavi, al chiaro scopo di chiarirne storia e misteri. A questo proposito è importante sapere che fin’ora è stata portata alla luce solamente la parte centrale dell’antico insediamento, che si estende coperto dalla vegetazione ben oltre i confini del sito archeologico.

piramide palenque messico

L’imponenza degli edifici, i bassorilievi che rievocano aspetti di quella che doveva essere la visone del mondo maya, oltre allo straordinario contesto naturale che fa da sfondo alle rovine, non mancano comunque di meravigliare il visitatore…

Prima di trovarmi sul posto non riuscivo ad immaginare che sarei rimasta letteralmente senza parole: non so se il merito vada alla pioggia che nei giorni precedenti alla mia visita era caduta incessantemente, ma la foschia che avvolgeva Palenque – che rappresenta senza dubbio uno dei migliori esempi di architettura maya in Messico – ha reso tutto molto suggestivo.

Senza parlare poi della giungla tutt’intorno all’insediamento, che quel giorno mi ha rivelato un mondo di suoni incredibile, che chiudendo gli occhi sono riuscita a cogliere in tutta la sua intensità e che sono certa non dimenticherò più.

Le strutture del sito archeologico di Palenque

Ai miei occhi gli edifici di Palenque sono apparsi anche in tutta la loro monumentalità, che risale ad epoche diverse ma per lo più al periodo in cui hanno regnato Pakal e suo figlio Kan B’alam II, rispettivamente rappresentati e definiti come Scudo Solare e Jaguaro Sepente II.

Anche se oggi tutte le strutture sono in pietra grigia, una volta lì bisogna cercare di vederle diversamente, vale a dire in tutti i colori che un tempo dovevano caratterizzarle: pare infatti che fossero completamente rosse con decorazioni blu e gialle. Personalmente, quando ho saputo questa cosa, ho immediatamente pensato agli affreschi del Templo de las Pinturas di Bonampak, di cui ho scritto qui.

L’edificio di maggiore rilevanza è, senza dubbio, il cosiddetto Templo de las Inscripciones: al suo interno si trovano infatti iscrizioni che forniscono importanti informazioni riguardo alle vicende dell’antica cittadina; senza dimenticare poi che custodisce il misterioso sarcofago di Pakal, di cui si può vedere una copia presso il museo archeologico. 

El Palacio era invece la residenza dei sovrani di Palenque e come tale era costituito da numerose stanze e corridoi, affacciati su quattro cortili. L’elemento che desta maggiore interesse è certamente la sua torre, che doveva avere una funzione astronomica: secondo gli archeologi sarebbe infatti stata eretta per permettere ai governanti e ai sacerdoti di osservare il sole scendere direttamente sul Templo de las Inscriptiones durante il solstizio d’inverno. Da non perdere, inoltre, i numerosi bassorilievi esposti nel suo perimetro.

Il Grupo de las Cruces invece comprende tre edifici – il Templo del Sol, il Templo de la Cruz e il Templo de la Cruz foliada – tutti accomunati dalla presenza di bassorilievi e dall’incisione di una croce che secondo diverse fonti rappresenterebbe un albero sacro ai maya.

L’Acropolis Sur e il Gruppo Nord-Est raccolgono edifici di dimensioni minori, che dovevano avere in maggioranza una funzione residenziale; è importante sapere che visitare queste strutture significa addentrarsi nella foresta, ma questo è il bello delle visite a siti archeologici come questo, no?  

Per ultimo cito il Grupo Norte all’interno del quale emerge soprattutto un piccolo juego de pelota.

basso rilievi sito archeologico palenque_ chiapas messico
rovine palenque chiapas messico

La visita al sito archeologico e al museo: scoprire la storia di Palenque

E’ possibile visitare le  rovine in autonomia, come ho fatto anche io, nell’arco di due/tre ore. Avvalersi di una guida non è infatti obbligatorio, anche se può rivelarsi utile per comprendere il sito ed alcuni aspetti della cultura maya.

Nel caso si scelga di avventurarsi da soli, è sufficiente sapere che i vari gruppi di edifici, anche quelli nella foresta, sono collegati da sentieri ben segnalati sui quali perdersi è praticamente impossibile; in prossimità di ciascuna struttura sono inoltre esposti pannelli esplicativi sia in lingua spagnola che in lingua inglese.  

In prossimità delle rovine si trova poi il Museo Archeologico, che con i suoi reperti è d’ausilio alla comprensione del complesso archeologico e del contesto in cui sorge; anche in questo caso sono presenti didascalie sia in spagnolo che in inglese che facilitano l’approccio.  

Per accedere al sito si paga un biglietto dell’ammontare di 95 pesos, che comprende anche l’entrata al museo.

Il pezzo forte del Mueso Archeologico di Palenque: il mistero del sarcofago di Pakal

Palenque, tuttavia, non è solo archeologia e storia. E’ anche mistero. In questo senso, il mistero più grande è senz’altro quello legato al sarcofago di Pakal, di cui si può vedere una copia presso il Museo Archeologico.

Secondo le teorie più tradizionali, la figura incisa sulla copertura del sepolcro raffigurerebbe Pakal nel momento della sua rinascita come divinità.

Seguendo invece la scia lasciata da chi vede gli antichi maya come creature provenienti dallo spazio, c’è poi anche chi ritiene che la scena rappresenti un Pakal astronauta: secondo i sostenitori di questa – forse un po’ fantascientifica – teoria, intorno alla figura al centro del bassorilievo ci sarebbe il complesso meccanismo di una navicella intergalattica, non quindi l’albero sacro e nemmeno creature mitiche espressione della cosmologia maya.

Ecco, nella fotografia sottostante, il piede di Pakal non sembra in procinto di azionare… uno shuttle? Chissà se il sovrano è mai riuscito a decollare da Palenque!

Giusto due informazioni di carattere pratico per raggiungere il sito

> Frequenti collectivos collegano il sito archeologico alla città, 20 pesos a/r, 15minuti;

> E’ anche possibile prendere parte a tour organizzati che includono il trasporto al sito archeologico ed una sosta presso la Cascata di Misol Ha.

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”