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Mentre atterravo all’aeroporto di El Alto, ho potuto osservare La Paz. Inutile dirlo, una megalopoli immensa che continua ad espandersi, senza limiti e senza regole, nel bel mezzo ed anche oltre le pareti di una profonda depressione, ormai stracolma di edifici in gran parte privi di intonaco perché mai terminati. Ammiravo il paesaggio, nella sua assurda uniformità rosso mattone, ed iniziavo ad avvertire una certa inquietudine, frutto della miseria e della precarietà che immaginavo laggiù.

Ad un certo punto ho chiuso gli occhi. Ho cercato di sgomberare la mente, ricordando che prima di partire avevo messo in conto di dover affrontare situazioni difficili da un punto di vista emotivo, soprattutto in Bolivia. Pochi secondi sono dunque stati sufficienti perché io mi rasserenassi, arrivando alla conclusione che, se di La Paz avessi voluto portare via qualcosa che andasse al di là delle emozioni del primo impatto, avrei dovuto puntare proprio sull’umanità che ancora non potevo scorgere.

La Paz non è bella in senso stretto ed i maggiori luoghi d’interesse superano di poco la dozzina. La Paz può toccare nel profondo e spingere ad una totale chiusura, almeno chi non arriva con la giusta predisposizione d’animo. Credetemi, è così. Ha qualcosa da dire però, anche se appare meno loquace di altre città. Quando ho finalmente potuto guardarla negli occhi, mi ha parlato di qualcosa che manca di una certa materialità ma che esiste. Mi ha parlato di come la sua gente guarda il mondo.

capitale bolivia la paz

La visione del mondo degli aymara a La Paz…

Dovete sapere che la città di La Paz, così come quella di El Alto, sono tra i centri abitati che registrano la maggiore concentrazione di individui di etnia aymara. Questo vale non solo considerando la Bolivia, ma anche il Perù, il Cile e l’Argentina. Buona parte della popolazione non vive infatti nelle città, ma in villaggi, negli altipiani dei Paesi che ho appena menzionato.

In realtà vi sto parlando di un gruppo etnico molto variegato; è costituito da vari sottogruppi, accomunati (per lo più) dall’uso della stessa lingua, quella aymara appunto. L’aspetto secondo me più interessante, per chi non è un linguista ma un semplice viaggiatore, è rappresentato tuttavia da una visione condivisa, che pone al centro il profondo rapporto tra gli esseri umani ed il mondo circostante, naturale e sovrannaturale.

Ecco, per essere più specifica, mi riferisco ad una visione del mondo ancestrale, che ha origini lontane, che trova le proprie radici in una realtà pre-ispanica che non è andata perduta, nonostante gli sforzi di chi è venuto da fuori ed ha cercato di imporre la propria concezione. Sì, una visione del mondo sopravvissuta a grandi sconvolgimenti e che oggi continua a manifestarsi in credenze, riti e cerimonie, che vanno di pari passo con pratiche introdotte secoli fa dalla chiesa cattolica.

Vi starete dicendo: <<Ok, interessante, ma non è così facile riuscire a cogliere aspetti culturali di questo genere, che spesso rientrano in una sfera che la comunità considera intima!>>. Sono d’accordo con voi, perché a tale proposito è necessario innanzitutto instaurare un certo tipo di rapporto con le persone, cosa che non è affatto scontata e che va anche al di là delle difficoltà che possono presentarsi a livello comunicativo. C’è bisogno di tempo poi, che a volte i viaggiatori non hanno o non si danno.

Nel caso vi trovaste a passare da La Paz, ricordate che qualcosa di tutta questa complessità traspare, in almeno due luoghi:

⬥ Il mercato delle streghe di El Alto

Devo ammettere che il mercato delle streghe di La Paz, noto anche come Mercado de las brujas o de la Hechiceria, mi ha impressionata parecchio. Forse è stato così perché era la prima volta che vedevo dei feti di lama rinsecchiti in bella mostra, in attesa di essere acquistati e quindi offerti alla Pachamama.

Giunta però all’omonimo mercato di El Alto mi sono resa conto che ciò che avevo visto fin lì non fosse nulla paragonato a quanto mi si stava palesando. Una via, lunga e polverosa. Dei bracieri, fumanti, sui quali erano stati accesi dei fuochi volti a ridurre in cenere qualcosa che poi andava restituito alla Madre Terra. E loro, le brujas, le streghe, che di tutto ciò erano le artefici, che mi scrutavano con sguardo severo.

Mi sarebbe piaciuto avvicinarmi ad una delle loro casette, ma ho pensato che non fosse il caso di fargli perdere tempo. In fondo io non sono il genere di persona che crede in certe cose. Loro poi erano lì per chi aveva bisogno di un po’ di fortuna, per chi voleva conoscere il proprio futuro e addirittura per chi chiedeva aiuto per contrastare gli effetti di un maleficio, come è emerso dai cartelli nei quali mi sono imbattuta lungo la via.

⬥ Il cimitero di La Paz

Un luogo insolito? Diciamo che i cimiteri raramente trovano spazio nei miei itinerari, a meno che non siano monumentali o accolgano le spoglie di personalità importanti. Il cimitero di La Paz non rientra né nell’una né nell’altra categoria. E’ però un mondo a parte, che mi ha rivelato un’usanza – pare – molto comune a La Paz. Mi riferisco all’acquisto del cranio, per circa 100Euro, di una persona morta qualche decennio prima, il cui corpo viene riesumato e quindi cremato per fare spazio nei colombari. Lo scopo sarebbe quello di ottenere una certa benevolenza dall’aldilà, attraverso una cura attenta e costante del teschio, che generalmente viene custodito in casa.

Non posso dirvi di aver testimonianza diretta di quanto vi ho raccontato. All’interno del cimitero ci sono però dei murales che rappresentano molto bene proprio questa pratica. Devo ammettere che ai miei occhi europei in un primo momento è parso tutto molto macabro. Riflettendoci, tuttavia, in fin dei conti, quanto ho avuto modo di vedere al mercato delle streghe e al cimitero rientra in un discorso più ampio. In poche parole si tratta di sincretismo religioso, di un sincretismo religioso che trovo molto interessante.

> Da dove arriva tutto questo?!

Conosciamo tutti l’approccio dei conquistadores nei confronti delle popolazioni che da tempi immemori abitavano quella che poi è stata definita America Latina. Parliamo di oppressione, schiavitù e di veri e propri stermini. In quel contesto non c’era spazio per una visione del mondo altra rispetto a quella che arrivava dalla Spagna. Va però ricordato che i missionari gesuiti e francescani, in alcune circostanze, pur portando avanti un vero e proprio processo di cristianizzazione, hanno tollerato determinati culti.

E’ così oggi a La Paz e più in generale in Bolivia (ma anche in altri Paesi sudamericani) determinate tradizioni convivono con una fede che è tutta cattolica, come vi avevo anticipato all’inizio di questo paragrafo. Gli esempi più lampanti si trovano proprio nelle chiese, dove è possibile osservare rappresentazioni della Madonna che inevitabilmente rimandano alla Pacha Mama, giusto per fare un esempio. O, più in generale, in una simbologia che ai nostri occhi può non dire nulla ma che per le popolazioni autoctone è piena di significati.

Cos’altro fare a La Paz?

Per la maggior parte dei viaggiatori La Paz è un luogo di passaggio, dove sostare brevemente o giusto il tempo di fare qualche escursione. Ad essere sincera, anche per me, inizialmente, era un tappa del tutto trascurabile. A questo proposito ci tengo a sottolineare che, se gli aspetti cui accennavo nel paragrafo precedente non vi interessano, non vale la pena che dedichiate alla città più di un paio di giorni. Ma in ogni caso… Cosa non perdere a La Paz?

⬥ Plaza San Francisco e l’omonima chiesa a La Paz

Il luogo dove è iniziata la mia visita a La Paz è Plaza San Francisco, anche nota come Plaza Mayor. Si tratta della piazza più importante della città, quella dove hanno avuto luogo eventi politici rilevanti non solo per la città ma per l’intera Bolivia. Ancora oggi manifestazioni e proteste vedono come scenario proprio questo luogo, a cui i paceños sono particolarmente affezionati. Aggiungo inoltre che è uno dei più comuni punti di ritrovo per gli abitanti della capitale, nonché meta privilegiata dei venditori ambulanti. Sulla piazza sorge una chiesa dedicata appunto a San Francisco, che – nel suo stile barocco meticcio  o andino – ho trovato davvero significativa, proprio per quella commistione di elementi di cui vi ho parlato prima.

⬥Mercato Lanza a La Paz

Sulla Plaza San Francisco si affaccia anche il Mercato Lanza, un mercato alimentare che si tiene tutti i giorni all’interno di un’enorme edificio. Se cercate uno spaccato di vita locale, qui lo troverete. Dalle prime ore del mattino fino alle prime ore della sera c’è gente intenta a vendere e comprare frutta, verdura, carne e pesce, senza contare chi si ferma a mangiare direttamente in loco, nella miriade di ristorantini che offrono le più svariate pietanze della cucina locale. Personalmente vi ho fatto tappa tre o quattro volte. Non potevo infatti più fare a meno dei panini con avocado e dei frullati alla papaya, tutti acquistati da quella che ormai era diventata la mia casera! Nei mercati boliviani infatti le persone sono solite rifornirsi sempre allo stesso posto e quella confidenzialità che oggi sembra sempre più rara è…nell’aria!

⬥ Calle Sagarnaga a La Paz

L’unica via di La Paz dove ogni negozio o bancarella è rivolto a chi viene da fuori è Calle Sagarnaga! Se siete alla ricerca di souvenir, è il posto che fa per voi! Io ho fatto qualche giretto e pure un po’ di acquisti, appesantendo il mio zaino con maglioni e sciarpe, che mi sono stati utili in loco e che oggi custodisco gelosamente!

⬥ Mercato delle streghe

Vi ho già detto del mercato delle streghe di La Paz nel paragafo precedente. Fateci un salto, anche perché si trova in una zona molto centrale, lungo Calle Jimenez e Calle Linares. Sono sicura che al di là dei feti di lama, vi stupiranno tutte le altre offerte preparate nelle varie botteghe, per la Pacha Mama o per altre divinità, così come per i defunti: foglie di coca, erbe, caramelle, alcol, tabacco e chi più ne ha più ne metta. Ad ogni modo, mi raccomando, non rinunciate al mercato delle streghe di El Alto, che vi lascerà davvero senza parole o meglio con tante domande a cui vorrete dare risposta.

⬥ Plaza Murillo a La Paz

Altra piazza da non perdere durante una visita a La Paz, è Plaza Murillo. Più piccola e raccolta rispetto a Plaza San Francisco, è comunque sempre animata. Andateci e sedetevi su una delle panchine poste all’ombra della Cattedrale e del Palazzo del Governo, fermandovi ad osservare il continuo andirivieni. Ne approfitto per ricordarvi che la La Paz è capitale della Bolivia dal 1898 ovvero da quando il potere esecutivo, in seguito ad una guerra civile, è stato trasferito da Sucre (anch’essa ancora capitale!) proprio in città.

⬥ Calle Jaen a La Paz

La Paz non può vantare un vero e proprio quartiere in stile coloniale, ma Calle Jaen, con i suoi edifici colorati ne fa le veci. Per gli amanti dei musei è un vero e proprio must, poiché in poche centinaia di metri si concentrano il Museo de Metales Preciosos, il Museo del Litoral, la Casa de Murillo ed il Museo Costumbrista Juan de Vargas. Io non ho avuto il tempo di visitare tutte le esposizioni, ma ve le segnalo in modo che possiate scegliere a cosa dedicarvi, a seconda dei vostri interessi.

⬥ I mirador di La Paz

Non arriverete a La Paz in aereo? Non preoccupatevi, perché troverete diversi mirador dai quali ammirare la città! Vi segnalo in particolare quello di Likaikota e quello di Killi Killi, che vi consentiranno di rendervi conto della conformazione del territorio su cui è sorta la città. Stiamo infatti parlando, come vi ho raccontato all’inizio, di una profonda depressione, della quale ormai sono state urbanizzate anche le pareti. Io ve lo dico eh… Potete muovervi a piedi, ma sappiate che dovrete affrontare diverse salite e discese, a seconda del percorso che sceglierete!

⬥ Giro sul cosiddetto teleferico

Nel caso non abbiate tempo di raggiungere i mirador, ricordate che prendendo la modernissima funicolare che dal 2014 collega la capitale ad El Alto, potrete godere di un panorama mozzafiato, al costo – tra l’altro – di pochi centesimi di euro. Il teleferico – così si chiama in spagnolo – è infatti stato pensato soprattutto per i locali, che oggi possono facilmente spostarsi tra i due centri, senza perdere tempo nel traffico. I collegamenti tra le due realtà, in precedenza, erano infatti piuttosto lenti. Considerate solo che La Paz si trova a 3600m ed El Alto – che oggi è una municipalità indipendente ma un tempo era solo un quartiere – supera i 4000m.

⬥ Mercato del giovedì o della domenica a El Alto

Se avrete la fortuna di trovarvi a La Paz di domenica o di giovedì, non perdete l’occasione di girovagare tra le bancarelle del mercato di El Alto. Si tratta di uno dei mercati più grandi del Sud America e potete trovare davvero di tutto. A detta di molti, anche e soprattutto roba rubata! Fate molta attenzione, perché spesso si sono verificati episodi di micro-criminalità ai danni di stranieri, che non sanno come muoversi. Quindi occhi aperti, tasche della giacca chiuse e zainetto/borsa ben in vista! Aggiungo solamente che è il mercato più assurdo che ho visto in vita mia!

⬥ Cholitas Wrestling

Ci sarebbe anche lo spettacolo delle cholitas, le signore boliviane in abiti tradizionali con tanto di bombetta sul capo che, molto scherzosamente, si danno al wrestling… Io non amo questo genere di cose e sinceramente non so se consigliarvi l’esperienza! Se, come me è accaduto a me, ve lo proporranno al termine di un free-walking tour, per pochi euro, andateci e restate giusto il tempo per dare un’occhiata e farvi due risate!

Oltre La Paz…

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14 Replies to “La Paz – Cosa fare nella capitale degli aymara”

  1. Il mercato delle streghe mi ispiara moltissimo in realtà….sarà che mi ritengo un po&#39; strega anch&#39;io!!😂
    Bando agli scherzi, credo che La Paz come me l&#39;hai fatta vivere tu abbia una ragione per essere visitata come tutto il sud america che non sono ancora riuscita a visitare!

  2. Cristina il mercato delle streghe di El Alto, a dire la verità, è il luogo che ho preferito tra tutti quelli che ho menzionato!

  3. Mi hai fatto fare una bella esperienza, e per questo ti ringrazio. Ho sempre viaggiato poco, ultimamente quasi per nulla. Forse è per questo che leggo parecchio. Per vivere altre vite, arricchendo forse la mia. Non conoscevo gli aspetti più intimi della Bolivia e de La Paz in particolare. Ti ho seguita con attenzione lungo l&#39;itinerario che hai presentato. Ci sono aspetti ai quali non siamo abituati che comunque risultano oltremodo interessanti: la possibilità d&#39;acquisto d&#39;un cranio o il mercatino delle streghe. Il tutto avviluppato da suggestive e arcaiche credenze, che pur tuttavia, di quelle genti, narrano la più tangibile identità.

    Il mio augurio per un sereno inizio di settimana. Un sorriso, di buon auspicio.

  4. mi fa piacere massimiliano! si, si tratta di aspetti interessantissimi che delineano parte dell&#39;identita&#39; degli aymara… buona settimana anche a te!

  5. Penso proprio che lo spettacolo delle cholitas, il mercato di El Alto e la sacralità mista a paganesimo bastino per invogliarci a visitare la Paz e la bolivia in genere.
    Maria Domenica

  6. SICURAMENTE HANNO IL LORO FASCINO MARIA DOMENICA E CI SVELANO ASPETTI DI UN MONDO ALMENO UN PO&#39; MISTERIOSO…

  7. Non ci sono mai stata, è una città che non ho mai visto, ma un giorno o l&#39;altro ci andrò, grazie per le indicazioni

  8. Ma quindi sono l’unica a cui piacciono i cimiteri! visitarli e immaginare persone che hanno vissuto luoghi in tempi così lontani da noi mi affascina!

  9. Non sono mai stata ma dalle descrizioni dei vari posti sembrano belli da visitare anche le foto che hai messo sono davvero belle.

  10. La Paz, o la Bolivia in generale, non le avevo mai considerate come mete di viaggio. Il tuo itinerario mi ha incuriosita molto però e devo ammettere che la sacralità mista a paganesimo e magia mi affascinano.

  11. Non sono mai stata in Bolivia, ho letto per questo con grande interesse questo tuo racconto. Un viaggio veramente affascinante.

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”