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Il sorvolo delle linee di Nazca in realtà, quando sono partita per il Sud America, non era nei miei programmi. L’idea era infatti quella di fare tappa in città, ma la cosa non contemplava un ultraleggero sgangherato e delle manovre da paura. Poi però il caso ha voluto che andasse proprio così ed io e Gianluca – che nel frattempo mi aveva raggiunta – ci siamo trovati a vivere questa pazza ma fantastica esperienza!

Le cose non sono cambiate strada facendo. Nel senso che non è stato un desiderio che abbiamo maturato una volta arrivati in Perù, man mano che ci avvicinavamo alla meta. E’ stata proprio una scelta dell’ultimo secondo, di pancia. D’altra parte, ragionandoci a mente fredda, ci è mancato il coraggio di programmare tutto in anticipo. Si tratta infatti veramente di una di quelle esperienze che fanno battere il cuore, forte.

<<Ma… A che ora avete il volo?>>, ci ha chiesto il gestore della guest house dove avremmo alloggiato, che di primo mattino è venuto a prenderci in stazione. Alla domanda, noi, quasi all’unisono, abbiamo risposto che non avevamo prenotato e che le linee le avremmo viste dalle torrette. <<Veramente non volete volare?>>, ha ribattuto con grande sorpresa, smuovendo finalmente qualcosa dentro di noi.

In quel momento io e Gianluca ci siamo guardati negli occhi e immediatamente abbiamo compreso che volevamo la stessa cosa. Così un quarto d’ora più tardi eravamo già sulla strada per il piccolissimo aeroporto cittadino, con tanto di prenotazione.

sorvolo linee di nasca perù

Linee di Nazca: ecco di cosa si tratta!

Prima di arrivare a Nazca e quindi prima del sorvolo, credo sia importante comprendere cosa effettivamente ci si accinge a vedere da lassù.

Entrando più nel dettaglio, possiamo dire che si tratta di geoglifi ovvero di linee tracciate sulla superficie terrestre con una tecnica molto semplice.

Sembra infatti che siano state realizzate spostando il primo strato, rossastro, del terreno, per fare emergere quello sottostante, più chiaro.

Stiamo parlando, come probabilmente avrete già capito, di una zona desertica che si trova nella parte meridionale del Perù, 450km a sud di Lima.

E’ un’area di ben 500km2, compresa tra le località di Nazca (appunto!) e di Palpa, sulla quale si contano ben 13.000 linee.

Più nello specifico, quelle linee si incontrano e si spezzano, creando forme geometriche e vere e proprie figure, che rimandano al mondo mitologico e naturale.

Le linee di Nazca e quell’alone di mistero…

E’ chiaro che le linee di Nazca, al di là dell’elettrizzante esperienza del sorvolo, rappresentano di per sé qualcosa di molto affascinante.

Personalmente ritengo che il loro carattere, almeno in parte, derivi dal fatto che non sia ancora stato possibile spiegarle in tutto e per tutto e che dunque nel tempo siano state avvolte da un alone di mistero.

> A quando risalgono?

Una delle prime domande che gli studiosi si sono posti è proprio questa ovvero ”A quando risalgono le linee di Nazca?”.

A questo proposito si è giunti alla conclusione che sarebbero state tracciate dalla civiltà preincaica dei Nazca – da cui prendono il nome – tra il 200 a.C ed il 600 d.C.

Ad ogni modo, riguardo alla datazione non c’è assoluta certezza, perché i metodi tradizionalmente usati per determinare l’età di siti e reperti archeologici si sono rivelati inadeguati.

Confrontando le forme geometriche e le figure create attraverso i geoglifi con i motivi presenti sull’antico vasellame della zona, che in qualche modo sono assimilabili, è stato possibile tuttavia stabilire a grandi linee l’epoca a cui risalgono.

> Come si sono conservate per così tanto tempo?

Altra domanda che ricorre quando si parla delle Linee di Nazca è ”Come si sono conservate per così tanto tempo?”.

In questo caso, una spiegazione c’è e deriva dal contesto in cui si trovano i geoglifi. Trovandosi questi ultimi in una zona desertica, caratterizzata dalla quasi totale assenza di piogge, sono da sempre poco esposti a qualsiasi fenomeno di erosione.

A questo proposito aggiungo solo che le linee sono state tracciate per lo più in zone pianeggianti e che le poche individuate in zone che presentano una certa pendenza ovvero più soggette all’azione del vento, sono anche quelle più danneggiate.

> Come è stato possibile realizzarle con una tale precisione, se sono visibili solo da una certa altezza?

La risposta a questa domanda, che nasce spontanea soprattutto dopo il sorvolo, sta semplicemente nel fatto che non è necessario volare per poter vedere le linee.

Nella zona dove si trovano i geoglifi sono infatti presenti diversi rilievi ed è proprio da lì che chi le ha realizzate ha potuto osservare il proprio lavoro, anche in corso d’opera.

Al di là di questo, inoltre, i Nazca dovevano avere una grande conoscenza della geometria. Una conoscenza tale per cui avrebbero innanzitutto realizzato i disegni in piccolo, per poi riprodurli sul campo – ingranditi – attraverso un reticolato di corde.

Solo in questo modo sarebbe infatti stato possibile realizzare opere di tali dimensioni (alcune si estendono per centinaia di metri!), con la precisione che contraddistingue le linee di Nazca e – nel caso delle figure – mantenendo le giuste proporzioni.

sorvolo delle linee di nasca perù

Il mistero più grande delle Linee di Nazca ovvero la loro funzione…

Il mistero più grande quando si parla delle Linee di Nazca è però rappresentato dalla funzione che dovevano avere, che non è ancora stata del tutto chiarita.

Nel corso del Novecento diversi studiosi hanno cercato di spiegare perché siano state realizzate, elaborando diverse teorie.

Di seguito ve ne riporto qualcuna, ma se l’argomento vi interessa, non farete fatica a trovare letteratura a riguardo:

> Funzione rituale

Le prime ipotesi avanzate attribuiscono alle Linee di Nazca una funzione rituale. In questo ambito vanno citati Mejia, Kosok e Horkheimer, che tra gli anni ’20 e gli anni ’40, videro i geoglifi come parte di un complesso cerimoniale che prevedeva dei cammini sacri, rappresentati dai geoglifi stessi.

> Funzione astronomica

Una funzione astronomica è stata individuata invece negli anni ’40, dalla matematica ed archeologa tedesca Maria Reiche, che ha dedicato la sua intera esistenza allo studio e alla tutela delle Linee di Nazca. Secondo lei i geoglifi costituirebbero una sorta di calendario solare, oltre che un osservatorio per lo studio del cielo.

In ambito scientifico le sue idee sono state confermate dagli studi di Pitluga, ma completamente confutate da Hawkins, che non ha trovato alcun legame tra le linee ed i corpi celesti.

> Funzione segnaletica

La teoria che personalmente ho trovato più interessante è quella che vede le Linee di Nazca come uno strumento usato dalla popolazione locale per segnalare la propria presenza alla divinità Viracocha, che secondo credenze preincaiche prima o poi sarebbe sceso dal cielo. Morrison e Rostworowski sono stati i principali fautori di questa visione.

> Gli ultimi studi sulla funzione delle Linee di Nazca

Gli studi più recenti hanno conferito alle Linee di Nazca ancora una volta una funzione rituale; rispetto al passato tuttavia viene messo in luce che sarebbero legate ad un antico culto dell’acqua. Questi ultimi avrebbero infatti dimostrato che nel sottosuolo, proprio in corrispondenza dei geoglifi, si troverebbero delle fonti.

E facile comprendere come in un contesto desertico lo scopo delle linee potrebbe semplicemente essersi tradotto in una sorta di ringraziamento alle divinità considerate custodi delle risorse idriche.

linee di nasca la scimmia

Le Linee di Nazca: il sorvolo e la torretta!

Eccoci finalmente a questioni di ordine più pratico!

Una volta che si arriva a Nazca, si hanno due opzioni per vedere le linee, molto diverse tra loro a livello di esperienza e anche di prezzo:

> Il sorvolo delle Linee di Nazca

Come ho spiegato all’inizio, durante il mio viaggio in Perù (se vi va potete leggere Viaggio in Perù: il mio itinerario – Parte I e Viaggio in Perù: il mio itinerario – Parte II) il sorvolo delle Linee di Nazca non era in programma.

Fortunatamente però alla fine ho comunque avuto modo di vivere l’esperienza e, con il senno di poi, dico che rappresenta qualcosa di assolutamente imperdibile.

E’ vero che si tratta di decollare con mezzi un po’ sgangherati, ma anche che negli ultimi anni le condizioni dei velivoli sono nettamente migliorate.

E’ vero che ad un certo punto, inevitabilmente, si sentirà il cuore in gola, ma anche che questo è il bello dell’avventura.

Ed è altrettanto vero che 100 Euro per mezz’ora (o più del doppio per un’ora e mezza) di volo sono tanti, ma… Si vive una sola volta! Quindi, se avete la possibilità, fatelo!

Nel caso voleste informazioni più dettagliate a proposito del volo, fate un salto su www.aeroparacas.com. E’ il sito di uno dei diversi operatori a cui potete affidarvi per vivere l’esperienza; sul web comunque ne trovate anche altri.

Che altro dire?

– Se avete la possibilità di scegliere, volate presto al mattino, sia perché la luce nel deserto poi diventa accecante e le linee risultano meno visibili, sia perché nel pomeriggio spesso si alza il vento ed i voli vengono cancellati!

– Andate in aeroporto a stomaco vuoto… altrimenti rischiate di stare male e di non godervi veramente il volo!

– Portate con voi il passaporto, perché prima di salire sull’aereo dovrete fare un vero e proprio (anche se brevissimo) check-in!

– Una volta al vostro posto, mettete le cuffie ed ascoltate le indicazioni del pilota che via aiuterà ad individuare le figure!

> Le linee di Nazca dalla torretta

Dopo il sorvolo delle linee di Nazca, mi è rimasto abbastanza tempo per fare un salto alla torretta panoramica che si trova sulla panamericana e che consente di osservare la lucertola, l’albero e le mani.

A questo proposito vi dico solo che se mi fossi limitata a questo, sarei rimasta molto delusa, perché si vede davvero poco!

A mio avviso vale la pena, ma solo per completare la visita, che – ormai avrete capito – secondo me ha senso esclusivamente se si decide di volare!

La cosa positiva è che per salire viene chiesta una cifra veramente simbolica!

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10 Replies to “Le linee di Nazca: il sorvolo e tutti i misteri!”

  1. Ti faccio i complimenti perché ho trovato questo articolo davvero interessante e soprattutto diverso rispetto al solito! Deve essere stata di sicuro un’esperienza emozionante e fuori dai soliti canoni 🙂

  2. Ho trovato divertente leggere della tua esperienza perché, almeno all’inizio, rifletteva anche la mia: le incertezze sul volo, l’assenza di prenotazioni,… Con una grande differenza: io mi sono limitata alla vista dalla torretta perché non sono proprio riuscita a lasciarmi andare e a cedere allo sgangherato volo aereo.

    1. Ahahah… Raffaella se ci ripenso viene da ridere anche a me, perché in un attimo abbiamo messo in discussione mesi e mesi di ragionamenti su questa esperienza!

  3. Io amo vedere le cose dall’alto! Appena posso mi dirigo verso piccoli aerei o elicotteri per un cambio di prospettiva. L’esperienza di volo, in molti paesi del mondo, non mi ha mai deluso. Vorrei tanto sapere perchè in questa occasione mi sono accontentata della torretta…Mannaggia!

    1. Veramenteee? Come ho scritto, anche noi volevamo inizialmente limitarci alla torretta, ma poi… Mettiamola così: hai un buon motivo per tornare in Perù, che è un paese meraviglioso!

  4. Le linee di Nazca mi incuriosiscono un sacco…mi piace l’ipotesi sulla loro funzione astronomica. Gli aerei così piccoli non mi ispirano invece proprio per niente 😅

    1. Ahahah… Effettivamente gli aerei non ispiravano neanche noi, ma ci siamo fatti coraggio!

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”