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Quando sono arrivata a Nikko ed ho visto il cosiddeto Shin-kyo, il ponte rosso che unisce le due sponde del Daiya-gawa, ho capito immediatamente che io quel Giappone, in un certo senso, già lo conoscevo. Non ero mai stata lì prima di allora, su quel fiume che quel giorno scorreva nella foschia, non troppo impetuoso. Eppure quell’immagine, quella bellissima immagine, io l’avevo già vista.

La città-santuario – così la definisce Lonely Planet – rappresenta una delle maggiori mete turistiche del Paese del Sol Levante e probabilmente proprio per questa ragione qualche suo scorcio, appena arrivata, mi è parso familiare, avendo sfogliato un’infinità di guide prima di partire.

O forse Nikko è uno dei pochi luoghi in cui ho trovato quell’atmosfera davvero difficile da definire e che rende il Giappone così affascinante; ecco, forse, non era il ponte in sé che i miei occhi avevano già colto, non so dove e non so quando, ma qualcos’altro, qualcosa che sono certa vediate anche voi in molte immagine che lo immortalano ma che non riuscite a descrivere a parole. Sì, è qualcosa di impalpabile, di immateriale, almeno all’apparenza: è un’atmosfera, appunto, indescrivibile.

nikko giappone

Passeggiando nel bosco, tra antichi templi, tori e pagode, su quelle colline che profumano di muschio, soprattutto quando piove, io e mia mamma abbiamo trovato quel Giappone dalla storia millenaria, che tutti vogliono vivere, che tutti cercano, per cui tutti partono.

D’altra parte, non poteva andare diversamente in un luogo come Nikko, che è stato fondato come eremo da Shodo Shonin nel VIII secolo ed ha rivestito per molto tempo un importante ruolo come centro di formazione dei monaci. Non poteva andare diversamente, poi, nel luogo che è stato scelto per la sepoltura di Tokugawa Ieyasu, fondatore dello shogunato che è riuscito ad imporre il proprio dominio sull’intero Giappone per quasi tre secoli.  

A Nikko i monumenti raccontano tutto questo, ma anche tanto altro; raccontano di una cultura, quella giapponese, che trova nel buddhismo un pilastro importante. Un complesso di edifici sacri, di straordinaria bellezza, immersi in un contesto naturale inaspettato a sole due ore da Tokyo, ci ha infatti dato idea non solo di cosa dovesse essere l’intero Giappone un tempo, ma anche della profonda spiritualità che ancora pervade il Paese.

Riuscite ad immaginare Nikko? Sono sicura di sì, perché è proprio il Giappone a cui sempre pensate! In ogni caso, voglio portarvi all’interno del Tosho-gu – che è solo uno dei numerosi complessi templari della cittadina – e sino all’Abisso di Kanman-ga-Fuchi!

Chiudete gli occhi e immaginate di passare attraverso un grande tori in pietra e poi attraverso un portale presidiato da due mostruosi re Deva. Ecco, a questo punto siete all’interno del Tosho-gu, circondati da tanti edifici che vi sorprenderanno per la loro forma e soprattutto per i loro intagli in legno. Non muovetevi prima di aver trovato le tre scimmiette che rispettivamente si coprono gli occhi, le orecchie e la bocca, oltre agli elefanti.

Poi, pensate alla torre del tamburo e a quella della campana. E all’immagine del drago urlante, custodita nel cosiddetto Honji-do. E anche allo Yomei-mon, che presenta finissime decorazioni in oro.

Continuate a pensarvi lì, mentre entrate nello Honden, ovvero la sala principale, e nello Haiden, vale a dire la sala della preghiera, per vedere i preziosi dipinti che sono nascosti al loro interno. Ecco, tornate alla realtà solo dopo esservi fatti sorprendere dal Nemuri-Neko, la scultura del gatto che dorme!  

Chiudete nuovamente gli occhi ed immaginate di incamminarvi, lentamente, lungo un sentiero e, ad un certo punto, di scorgere decine e decine di statue raffiguranti Buddha, tutte in fila. Siete nell’Abisso di Kanman-ga-Fuchi, dall’altra parte del fiume rispetto a tutti gli edifici del complesso. E’ il luogo che ho maggiormente apprezzato a Nikko, per la quiete che lo contraddistingue e per quell’atmosfera indescrivibile cui accennavo prima.

Potrei condurvi ancora tra gli edifici di Nikko, magari tra le lanterne del Taiyuin che un tempo, al calar del sole, dovevano illuminare il bosco. A questo punto, tuttavia, credo che dobbiate vedere con i vostri occhi e non con quelli dell’immaginazione…

Giusto qualche informazione di carattere pratico

⇒ Nikko si presta come meta per un’escursione in giornata da Tokyo.  

⇒ Dalla capitale è possibile raggiungere Nikko in treno in due ore, compreso il cambio ad Utsunomiya; le corse sono frequenti e i possessori di Japan Rail Pass viaggiano gratis.   

⇒ Sappiate che il complesso si esplora facilmente a piedi con l’ausilio di una cartina che potete procurarvi presso l’ufficio turistico della stazione ferroviaria.   

⇒ Ricordate che il biglietto cumulativo – ancora citato in diverse guide turistiche – che una volta dava accesso a buona parte dei siti di interesse, oggi non esiste più e che di conseguenza dovrete acquistare un biglietto d’ingresso per ciascun sito a cui vorrete accedere.    

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”