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Se c’è una cosa che non dimenticheremo mai di Paracas è la tempesta di sabbia che ci ha sorpresi al termine della giornata dedicata alla visita della vicina ed omonima penisola e delle Isole Ballestas.

Il vento soffiava talmente forte che i granelli dorati che abbiamo calpestato per tutto il pomeriggio, hanno iniziato a fluttuare, tingendo il cielo – che poco prima era di un bel blu cobalto – di ben altre tonalità.

penisola di paracas e isole ballestas

Quando tutto questo è accaduto, in quell’istante che poi è stato davvero un istante, fortunatamente eravamo al riparo; la forza della natura che si stava scatenando abbiamo infatti potuto ammirarla ed ascoltarla dal finestrino del bus, sul quale eravamo appena risaliti.

I nostri capelli non sono stati spettinati, ingarbugliati, arruffati. Le nostre narici non hanno respirato quell’aria pregna di polvere del deserto. Per noi tuttavia è stato qualcosa di inatteso, che non immaginavamo di vivere proprio lì.

Con il senno di poi però, ripensando al fatto che nell’antica lingua locale Paracas altro non significa che tempesta di sabbia, siamo giunti alla conclusione che forse ciò che abbiamo vissuto non rappresenta affatto un evento così straordinario…

Perché Paracas ovvero la Riserva Nazionale ed in particolare la penisola e le Isole Ballestas

Paracas – una cittadina in sé e per sé insignificante, che si trova 260km a sud di Lima – è stata una delle tappe del nostro viaggio in Perù (se vi interessa potete leggere Viaggio in Perù: il mio itinerario – Parte I e Viaggio in Perù: il mio itinerario – Parte II) anche e soprattutto perché rappresenta un’ottima base d’appoggio per visitare la Riserva Nazionale istituita nel 1975 e che porta il suo stesso nome.

Ad attrarci fin lì, nella regione di Ica ed in particolare nella provincia di Pisco, è stato il desiderio di vedere con i nostri occhi gli scenari mozzafiato della Penisola di Paracas (appunto!) e delle Isole Ballestas, che costituiscono solo una parte della riserva.

Nel complesso si tratta infatti di un’area molto estesa, di quasi 3400km2, all’interno della quale si trovano una zona interna desertica, una zona costiera con spiagge e scogliere aspre e selvagge, ed una zona insulare, che conta un’infinità di isolotti e scogli.

Questo ecosistema, talmente ricco e complesso da essere definito Galapagos dei poveri (grazie ai costi d’accesso sensibilmente inferiori rispetto alle Galapagos vere e proprie), poi, brulica di vita, tanto che vi si contano circa 1500 specie animali e vegetali.

E noi gli abbiamo trovato uno spazio nel nostro itinerario anche e soprattutto per questo e devo dire che siamo stati fortunati. Oltre a pellicani, cormorani e sule abbiamo visto – per la prima volta! – anche i pinguini di Humboldt, oltre a tanti leoni marini.

riserva nazionale di paracas spiaggia di supay
penisola di paracas la catedral
penisola di paracas playa roja

Come visitare la Riserva Nazionale di Paracas: i tour della penisola e delle Isole Ballestas

Come ci siamo organizzati per visitare la Riserva Nazionale di Paracas?

Innanzitutto dovete sapere che non è stato necessario prenotare assolutamente nulla in anticipo e che una volta in loco non abbiamo avuto alcun problema a prenotare i tour attraverso i quali buona parte dei visitatori accedono all’area.

In generale, considerate inoltre che esistono due diversi tour, entrambi di poche ore, uno dedicato appunto alla Penisola di Paracas e l’altro alle Isole Ballestas.

Se prendervi parte durante la stessa giornata o in due giornate diverse, dipende da voi e soprattutto dal tempo che avete a disposizione.

Riguardo al prezzo posso dirvi che noi, prenotando entrambi i tour con lo stesso operatore, nel complesso abbiamo speso l’equivalente di 18 Euro a testa.

Per accedere alla Riserva ed in particolare alla Penisola di Paracas e alle Isole Ballestas abbiamo dovuto pagare inoltre una sorta di tassa d’ingresso, pari a 4 Euro.

> Tour della Penisola

Questi tour generalmente si tengono in 4×4, in minivan o in autobus, partono nel primissimo pomeriggio e durano circa quattro ore.

Il percorso è più o meno sempre lo stesso e prevede le seguenti tappe:

1) Terrazza panoramica dalla quale ammirare ciò che rimane del faraglione noto come la Cattedral e l’inaccessibile Playa Supay;

2) Playa Roja, che si chiama così per il colore che la caratterizza;

3) Playa La Mina, dove è anche possibile mangiare qualcosa;

4) Museo Historico, per saperne un po’ di più della storia locale;

> Tour delle Isole Ballestas

Questi tour invece ovviamente si tengono in barca e durano un paio d’ore. Le partenze sono previste tutte al mattino, alle 8, alle 10 ed alle 12.

Ricordate che è consigliato partire il prima possibile, perché nel corso della giornata le condizioni del mare e del vento spesso peggiorano.

Un altro motivo per cui partire presto è poi dato dal fatto che le probabilità di vedere animali sono più alte durante la prima fascia oraria.

Anche in questo caso il tragitto è più o meno fissato e le piccole variazioni giornaliere dipendono dagli avvistamenti stessi, segnalati da chi arriva prima a chi arriva dopo.

Ad ogni modo, non sono previste delle vere e proprie soste sulle isole, nel senso che non si scende dalle barche: semplicemente ci si avvicina quanto basta a zone notoriamente ricche di fauna.

Aggiungo solo che è prevista anche una tappa – diciamo così – culturale, per vedere un geoglifo che sembra rappresenti un candelabro, riconducibile alla cultura Nazca.

otaria riserva nazionale di paracas
pinguini di humboldt riserva nazionale di paracas
pellicano

Come arrivare a Paracas, al di là dei tour della penisola e delle Isole Ballestas

Prima di pensare a qualsiasi tour però, effettivamente, dovrete arrivare a Paracas. Noi siamo arrivati dalla vicina oasi di Huacachina (1h), ma è facile muoversi anche dalla capitale Lima (4h). Per verificare gli orari ed eventualmente acquistare dei biglietti, potete fare riferimento al sito di Cruz del Sur, una delle aziende di trasporto più affidabili che operano in Perù.

Dove dormire e mangiare a Paracas

A Paracas avrete una certa possibilità di scelta per quanto riguarda hotel, guesthouse ed ostelli. E’ importante tuttavia che verifichiate esattamente dove si trovino le strutture, se sul lungomare o nella zona più popolare. Chiaramente i costi – generalmente abbastanza contenuti – variano anche in base a questo aspetto.

Noi abbiamo optato per una sistemazione semplice ma confortevole, in una zona fuori dal centro vero e proprio. Si tratta del Hospedaje Mary, che non vi consigliamo esclusivamente per il prezzo (per due notti abbiamo speso 34 Euro!), ma anche è soprattutto per la gentilezza e la disponibilità della proprietaria. Vi diciamo solo che il giorno del compleanno di Gianluca – quando ormai avevo perso le speranze – è riuscita a far recapitare una golosissima torta!

Per pranzare e cenare potrete contare su diversi ristoranti e locali vista mare, dove dovete assolutamente provare un buon risotto ai frutti di mare e soprattutto il cheviche!

A questo proposito vi consigliamo il Ristorante del Bamboo Lodge, dove siamo tornati diverse volte durante il nostro soggiorno, per là bontà della cucina e per l’abbondanza delle porzioni.

Clima a Paracas

Paracas gode del clima che caratterizza i deserti subtropicali. Questo significa che la temperatura media annuale sfiora i 22°, che le giornate sono per lo più soleggiate e che le piogge scarseggiano. Mettete in conto – se non necessariamente delle tempeste di sabbia come quella di cui vi ho parlato all’inizio – il vento, che può soffiare forte, incidendo anche sulle condizioni del mare.

Cosa portare a Paracas

Sulla base di quelle che sono le condizioni atmosferiche locali, non posso che consigliarvi di dotarvi di giacca anti-vento, che sia anche impermeabile perché durante il tour in barca alle Isole Ballestas è facile bagnarsi. Aggiungerei inoltre un cappello ed una crema solare nel caso il sole picchi forte.

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16 Replies to “Paracas, la penisola e le Isole Ballestas…”

  1. Il tuo itinerario in Perù è davvero interessante e questa deviazione a Paracas mi piace moltissimo, tempesta di sabbia inclusa. Ma sai che appena vista la foto di apertura dell’articolo avevo pensato proprio alle Galapagos?

    1. Ahahah! La tempesta di sabbia per fortuna è durata poco! Non a caso le Isole Ballestas sono dette anche Galapagos dei poveri!

    1. E’ proprio vero Serena… La Riserva di Paracas è bellissima da ogni punto di vista!

  2. Il Perù è un paese che non conosco affatto, e grazie a te sto scoprendo quanto è interessante. Questa escursione poi ha qualcosa di magico, con la possibilità di vedere quei paesaggi e tutti gli animali che vivono da quelle parti. Ottimi anche i costi, sia per le escursioni che per la sistemazione alberghiera!

    1. Mi fa piacere Silvia! Gli animali sono il pezzo forte dell’escursione alle Isole Ballestas, ma anche i paesaggi regalano forti emozioni!

  3. Non avevo mai sentito parlare di questa zona, ammetto che conosco poco il Perù quindi mi fa piacere scoprire luoghi completamente nuovi e così belli. Dalle foto e dalle descrizioni sembra strepitosa *_*

  4. Hai scattato delle foto bellissime, che mi fanno venire voglia di salire sul primo aereo disponibile ed andare in Perù. Ho sempre sentito nominare le località più famose, mentre questa zona non la conoscevo affatto…e devo dire che sembra davvero bellissima!

    1. Grazie Giorgia! Non sai che voglia ho io di salire su un aereo e volare in Sud America! Comunque sì, è una zona molto bella da un punto di vista naturalistico!

  5. Siamo stati a Paracas poco più di un anno fa, anche se ormai sembra una vita, dopo questo maledetto 2020 senza viaggi! Bellissima la gita alle isole Ballestas, anche noi abbiamo visto i pinguini, i leoni marini e una marea di uccelli. E’ stata una bella gita, un po’ di mare prima di salire verso le Ande!

    1. Già… Sembra trascorsa una vita da quando si poteva viaggiare, liberi e senza grandi preoccupazioni, in giro per il mondo! Comunque sì, è una bellissima gita da fare quella alle Isole Ballestas!

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”