Rio de Janeiro e sicurezza, sì, in questo post vi parlerò proprio di questo e lo farò da viaggiatrice solitaria…
Sono partita per Rio de Janeiro un giorno dei primi di gennaio del 2019. Per la testa avevo tante cose, come sempre quando mi trovo a raggiungere il luogo che sul mappamondo – almeno idealmente – ho segnato come punto di inizio di un nuovo lungo viaggio.
Nei tre mesi a venire avrei visto una microscopica parte del Brasile e attraversato l’Uruguay per tornare in Argentina e in Cile, raggiungendo così finalmente la Patagonia e la Terra del Fuoco, dove sarei rimasta buona parte del tempo a mia disposizione.
Ecco, ancora una volta avrei percorso le strade di mezzo Sud America. Ancora una volta ero estremamente felice per ciò che mi aspettava, ma non posso negare che la mia prima tappa, Rio de Janeiro appunto, mi impensieriva.

Dubbi in volo…
Mentre attendevo che l’aereo decollasse, tra i tanti pensieri, ripetutamente uno è riuscito a prendere il sopravvento sugli altri. <<Atterrare a Rio de Janeiro è una scelta sensata per me che viaggio da sola?>>, continuavo infatti a chiedermi.
In realtà avevo già pensato infinite volte alla sicurezza a Rio de Janeiro e la mia era solo un po’ di quella sana ansia che tendenzialmente fa sì che vada tutto per il verso giusto quando si arriva a destinazione in un luogo dove sono necessari dieci occhi anziché due.
Perché sì, sapevo benissimo che quella che a diritto è nota come Cidade Maravilhosa, è anche una metropoli con un altissimo tasso di criminalità, specchio di profonde disuguaglianze sociali e della povertà in cui versa una buona parte della popolazione locale.
Per essere più chiara, sapevo che ci fossero quartieri bene e quartieri dove la gente vive nel degrado, quartieri più o meno tranquilli e altri dove non mancano scontri tra le forze dell’ordine e bande che si contendono una fetta di traffici mica tanto leciti.
E sapevo anche che furti e rapine possono capitare, anche e soprattutto se sei una viaggiatrice appena arrivata in città e non sai esattamente come muoverti…
Alla fine non mi è capitato nulla di tutto questo, ma devo ammettere che pensare agli scenari peggiori, anche mentre ero in volo sull’Atlantico, ha fatto sì che non sottovalutassi quello che (secondo me ingiustamente!) spesso passa come terrorismo psicologico quando si parla di Rio.

Consapevolezza all’arrivo…
E così sono atterrata proprio come speravo di atterrare. In una sola parola, consapevole. Ecco, con il senno di poi credo che la prima cosa da mettere nello zaino quando si parte per Rio de Janeiro sia proprio la consapevolezza.
Sia chiaro, essere consapevoli per me non significa avere paura. Sì, un pizzico di timore, quando si vola verso destinazioni che hanno una certa fama ci sta e può tenerci al riparo da situazioni pericolose o anche solo sgradevoli. Se però diventa l’emozione predominante, forse è il caso di scegliere un’altra meta.
Consapevolezza per me significa semplicemente riuscire a vedere la realtà per ciò che è. E, se l’oggettività in senso assoluto non esiste perché ogni visione è frutto di un punto di vista, significa riuscire a farmi un’idea che sia il più possibile razionale.
La consapevolezza chiaramente non dà certezze, non dà garanzie in termini di sicurezza, soprattutto in una città come Rio de Janeiro, ma può incidere sui nostri comportamenti e dunque in un certo qual modo può tutelarci.
Lasciato l’aeroporto, ahimé, nel giro di pochi minuti ho maturato un’ulteriore consapevolezza, perché certe cose poi effettivamente le puoi comprendere solo sul posto. A Rio a gennaio non solo fa molto molto caldo, ma proprio non si respira, neanche quando il sole è ormai sceso oltre l’orizzonte.
In tutto questo il mio zaino era rimasto a Milano e sarebbe arrivato solo qualche giorno dopo. Ed io, partita a bordo di un’aereo le cui ali erano letteralmente ghiacciate, disponevo solo di cose inutili. Un paio di scarpe da trekking. Un pantalone. Una t-shirt. Una felpa e persino una giacca. Oltretutto era tardi per acquistare qualsiasi cosa!

Rio de Janeiro e sicurezza… Come comportarsi?
Una volta a Rio de Janeiro ho semplicemente cercato di essere molto prudente, adottando tutta una serie di accorgimenti che mi hanno consentito di vivere appieno la città e la sua estrema vivacità. Perché sì, al di là di tutto ciò che vi ho detto fin’ora, Rio è anche una città allegra e che mette tanta allegria!
Ma nello specifico, che cosa ho fatto?
>Indossavo vestiti semplici, in modo da non attirare l’attenzione, e allo stesso scopo ho evitato di ostentare gioielli o altri oggetti di valore;
>Usavo il cellulare il meno possibile, tenendolo in tasca o comunque in un posto sicuro;
>Scattavo fotografie ma una volta finito ho sempre riposto la macchina fotografica nello zaino;
>Portavo con me solo il denaro necessario, lasciando la restante parte in ostello (nell’armadietto);
>Portavo con me la carta di credito solo per prelevare, lasciando poi anche quella in ostello (sempre nell’armadietto);
>Anche per il passaporto ho adottato le stesse precauzioni;
>Pur sapendo che nessun quartiere è veramente sicuro, almeno secondo i nostri standard, ho deciso di non gironzolare nelle aree notoriamente considerate pericolose;
>Ho visitato una favela, quella di Rocinha, ma accompagnata da chi sa come muoversi ovvero da chi gestisce una ONG che opera al suo interno. A parte che da sola sarebbe stato difficile orientarsi perché è un vero e proprio labirinto, senza una guida credo che non avrei capito fino in fondo ciò che ho visto, compresa la presenza di un ragazzo appostato con tanto di mitra.
>Dopo una certa ora sono uscita solo in compagnia di altre ragazze e mi sono sempre spostata in taxi/uber. A questo proposito aggiungo solo che gli autisti quando cala il buio non si fermano ai semafori, che sono tutti lampeggianti: fermarsi infatti vuol dire esporsi ad un rischio, quello di furti, rapine ecc. ecc. Ecco, giusto per essere consapevoli!
Cos’altro dire? Come avrei reagito nel caso in cui le cose fossero andate nel verso sbagliato? Francamente, non lo so, perché certe situazioni per fortuna non le ho mai vissute. Ad ogni modo, so che non è il caso di reagire, soprattutto per un cellulare o per l’equivalente di qualche decina di euro!

Rio de Janeiro e sicurezza… Quali quartieri evitare? Quali quartieri invece visitare?
Capite bene che è facile mettere in pratica buona parte degli accorgimenti che ho adottato a Rio de Janeiro. C’è però un aspetto sul quale è utile, forse, soffermarsi un po’ e che si può riassumere tutto in una domanda. Quali quartieri è meglio evitare?
In questo senso mi è stato consigliato di escludere dal mio itinerario tutta la zona nord della città e buona parte della zona ovest, entrambe residenziali e a quanto pare afflitte da gravi problemi sociali.
Alla luce di questo, ho pensato di puntare la bussola verso quartieri più indicati per chi è in viaggio, organizzando – a grandi linee – la mia visita in questo modo:
I Giorno: Spiaggia di Ipanema + Tardo pomeriggio/serata nel quartiere di Leblon
II Giorno: Spiaggia di Copacabana + Visita guidata della Favela di Rocinha
III Giorno: Free walking tour dei quartieri centrali + Lagoa Rodrigo de Freitas + Giardino Botanico
IV Giorno: Corcovado e Cristo Redentore + Pan di Zucchero
V Giorno: Parque Nacional da Tijuca + Altro giro dei quartieri centrali + Tardo pomeriggio/serata nel quartiere Botafogo
VI Giorno: Visita di vari musei + Tardo pomeriggio / serata nel quartiere Lapa
A questo punto non mi rimane che suggerirti di leggere il post Cosa fare e vedere a Rio de Janeiro?
Il post ti è stato utile? Ti è sembrato interessante? Perché non metti mi piace sulla pagina facebook di My way, around the world?
Sono d’accordo con te: una giusta dose di timore può sempre essere utile per evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli, a Rio de Janeiro o in altre metropoli in giro per il mondo. Se poi la paura diventa il sentimento predominante, allora meglio scegliere un’altra destinazione. Un po’ di prudenza ci sta sempre, anche perché a volte vedi in giro ragazze/donne con le borsette aperte e il portafoglio in vista…
Si, non penso abbia senso andare in un posto ed avere paura. Significa, forse, che non siamo pronti!
Prima di partire per il nostro viaggio di nozze in Messico siamo stati assaliti da dubbi e paranoie sulla sicurezza della nostra destinazione. Devo dire che e’ stato tutto costruito nella nostra mente, perche’ la realta’ era molto meglio di quello che avremmo pensato. Ma gli accorgimenti di cui parli qui andrebbero sempre seguiti.
A volte, a distanza, è difficile comprendere quale sia la situazione in un paese che non conosciamo. Riguardo al Messico anche io pensavo peggio. A Rio invece ritengo che la prudenza non sia mai troppa…
Io penso che la prudenza ci deve essere sempre, anche nella tua stessa città. A mia madre hanno provato a rubare la borsa a Piccadilly Circus e da quel momento viaggio prendendo mille precauzioni!
Sono perfettamente d’accordo! In alcune città però forse occorre essere più prudenti che in altre!
Hai fatto benissimo a comportarti come hai fatto. Spesso già un abbigliamento dimesso e la rinuncia ai monili preferiti fa la differenza, la gente penserà che non valga la pena rapinarti! 🙂 Comunque è vero che spesso le costruzioni mentali sono eccessive, ma in fondo penso che sia meglio così, visto che tanta gente proprio non ha idea di come sia il caso di comportarsi (e similmente quanto al dove andare e al come muoversi)!
Già… Io credo che la prudenza non sia mai troppa quando si viaggia da soli e lontano da quella che è la propria realtà!
Questo articolo l’ho trovato molto utile e soprattutto rassicurante per me che amo la cultura brasiliana ma ho tanto timore di prendere un aereo per atterrare proprio lì. Purtroppo alcuni miei conoscenti hanno avuto esperienze terrificanti, pur adottato le giuste precauzioni. Quindi ero un po’ restia, ma leggere la tua testimonianza mi ha fatto bene
Diciamo che è sempre bene essere prudenti, ma poi – se è destino – certe cose capitano e basta… Ad ogni modo, quando sarai pronta per andare a Rio, lo sentirai!
Come viaggiatrice solitaria, anche io sono assalita dai dubbi e dalle incertezze, anche se negli ultimi anni non ho viaggiato fuori dall’Europa, e francamente non so quanto me la sentire di andare a Rio da sola. Sono contenta che la tua esperienza sia sta positiva.
Quando si viaggia da sola, a prescindere da dove si vada, credo sia sempre importante porsi delle domande… E’ un modo per arrivare preparate e vivere poi più serenamente una determinata meta!
Ho sentito dire che Rio de Janeiro è una delle città più pericolose al mondo, ma sono sicura anche io che utilizzando le dovute precauzioni i rischi vengono ridotti al minimo. In ogni caso, grazie per questo prezioso articolo!
Si, esattamente… Certo, poi tutto può succedere, ma una certa dose di prudenza aiuta sempre!
Non riesco a trovare nessuno che venga a Rio con me, perché sono tutti intimoriti dal fattore sicurezza. Mi hai davvero incoraggiata e devo far leggere il tuo articolo a molte persone.
Mi dispiace che tu non riesca a trovare nessuno che voglia partire con te per Rio de Janeiro! Ad ogni modo, i timori legati alla sicurezza sono comprensibili ed quando si parte per certi posti bisogna sentirsi pronto! Forse puoi andarci da sola, come ho fatto io? Grazieee :-*