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Nutrendo un amore viscerale sia per i vulcani che per il trekking, ho sempre saputo che durante un Viaggio in Ecuador inevitabilmente ad un certo punto avrei avvertito una forte attrazione verso il Cotopaxi. Ed effettivamente, appena ne ho intravisto la sagoma, che è perfetta ed assolutamente inconfondibile, mi ha letteralmente rapita, tanto che da quel momento non sono più riuscita a distogliere il mio sguardo.

Ero su un autobus che stava correndo verso Latacunga e, incantata, guardavo quel cono, che dominava praticamente tutta la regione, potendo vantare persino un candido ed abbagliante ghiacciaio sulla sommità. D’altra parte sfiora i 5897m ed è annoverato tra il vulcani attivi più alti del mondo; senza parlare del fatto che in Ecuador è secondo solo al Chimborazo.

Ovviamente il giorno dopo ero già pronta per un contatto più ravvicinato, che con sé ha portato tanta euforia e meno fatica di quanto immaginassi! Per sapere tutti i dettagli di questa fantastica esperienza, continuate a leggere!

Trekking sul Cotopaxi

Come sono arrivata al Parco Nazionale del Vulcano Cotopaxi e le alternative…

Latacunga, da un punto di vista meramente turistico, è una città insignificante. Al contempo è però anche la città più vicina al Vulcano Cotopaxi o meglio quella che come base riduce al minimo gli spostamenti prima del trekking.

Il vulcano infatti dista solo una trentina di chilometri da Latacunga ed oltre cinquanta sia da Quito che da Banos de l’Agua Santa, che sono le altre città che possono essere considerate come base per organizzare l’escursione.

Personalmente ho scelto proprio Latacunga e credo che sia l’opzione migliore, soprattutto per chi ha intenzione di organizzarsi in modo indipendente, vale a dire senza affidarsi ad un tour con guida.

La mia idea, inizialmente, era quella di salire su uno dei frequenti bus diretti a Quito (2$), di scendere sulla Panamericana in corrispondenza del Parco Nazionale Cotopaxi e quindi di proseguire in taxi fino al parcheggio dove iniziano i sentieri (5-20$, in base alla capacità di contrattazione del singolo!).

Poi però mi sono ritrovata a viaggiare per qualche giorno insieme ad Erin, una ragazza canadese con la quale alla fine ho deciso di muovermi in taxi. Fatti quattro conti, siamo infatti giunte alla conclusione che non avremmo speso molto più del previsto.

Dividendo infatti la spesa di 100$ con altre due persone che alloggiavano nel nostro stesso ostello, ce la siamo cavata con 25$ a testa, cifra che comprende il passaggio di andata e ritorno e l’attesa del conducente! Non credo sia male, anche considerando che i tour da Quito, giusto per fare un esempio, non costano meno di 50$!

Il trekking sul Cotopaxi in sé e per sé…

Quando sono arrivata in Ecuador e mi sono avventurata sul Cotopaxi per fare trekking, erano mesi ormai che girovagavo sulle Ande. A quel punto ero dunque ben allenata ed in grado di affrontare un certo sforzo fisico, oltre che perfettamente acclimatata all’altitudine.

Immagino quindi che ci sia tutto questo alla base del fatto che personalmente ho trovato l’esperienza tutt’altro che faticosa. Sia chiaro, non ve lo sto dicendo per vantarmi, ma perché prendiate consapevolezza del fatto che non è il caso di correre lassù appena scendete dall’aereo!

Detto questo, è importante sapere che è possibile cimentarsi su ben due sentieri. Uno, più lungo ma meno faticoso, sale in maniera graduale. L’altro invece, più breve ma anche più impegnativo, si sviluppa a serpentina e sale abbastanza rapidamente.

Personalmente ho percorso il primo sentiero al ritorno ed il secondo all’andata! Durante il trekking ci tenevo infatti a vedere il Cotopaxi da ogni possibile angolazione! E lo stesso vale per i panorami: volevo godermeli tutti!

Ad ogni modo, entrambi i sentieri – in un’oretta – portano al Rifugio José Rivas, costruito a quota 4810m. Arrivare fin lì, a quasi 5000m è stata un po’ una conquista, che mi ha spinta a pormi nuovi obiettivi per i futuri viaggi ovvero altre vette da scalare!

Giunta fin lì, comunque, ho voluto proseguire, fino alla base del ghiacciaio. E così, solo una mezz’oretta più tardi, ho toccato i 5000m, affannata ma estremamente felice!

Si, perché – ad essere sincera – l’ultima parte del percorso un po’ mi è pesata. Il sentiero si è infatti fatto sempre più sconnesso e le condizioni metereologiche sono cambiate all’improvviso, portando vento, nebbia e nuvole.

Come affrontare al meglio il trekking sul Cotopaxi…

Con il senno di poi , dunque, quali suggerimenti posso dare a chi intende affrontare il trekking sul Cotopaxi durante un viaggio in Ecuador?

Innanzitutto, ma questo vale in generale quando si fa trekking superando una certa altitudine, è importante camminare piano, cercando di mantenere un ritmo costante.

E’ fondamentale poi bere molta acqua (almeno un paio di litri) lungo il percorso; la cosa può infatti aiutare ad evitare i sintomi del mal di montagna, come forte mal di testa, nausea ecc. ecc.

Bisogna cercare inoltre di portare con sé il minimo indispensabile, perché più lo zaino è pesante, più si fa fatica. Anche in condizioni che non sono estreme, siete d’accordo?

In questo senso non possono mancare un cappello di lana, una sciarpa, dei guanti, tutti da utilizzare in caso di necessità, oltre a occhiali e crema solare.

In generale, comunque, va considerato che lassù non fa mai caldo e che il meteo è molto variabile. Per arrivare preparati è opportuno dunque vestirsi a strati.

Chiaramente alla lista vanno aggiunti un buon paio di scarpe e dei bastoni da trekking, a maggior ragione nel caso ci si voglia spingere fino alla base del ghiacciaio.

Altri aspetti da considerare…

Concludo, aggiungendo giusto un paio di raccomandazioni.

L’ultima eruzione del vulcano risale al 2015 ed è durata sei mesi. In quella circostanza e comunque fino all’ottobre 2017, il Parco Nazionale del Cotopaxi è stato chiuso. Ecco, prima di mettervi in cammino, verificate sempre le condizioni di sicurezza!

Al di là di come deciderete di arrivare in loco, ricordate di registrarvi, ovviamente sempre per preservare la vostra incolumità; a tale proposito, dovrete portare con voi il passaporto o comunque un documento di identità.

abbigliamento da trekking per il Cotopaxi

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8 Replies to “Trekking sul Cotopaxi, avventura ad alta quota!”

  1. Ci sono salita anni fa, mi ricordo che avevo una guida che con passo lesto è partita mentre io salivo con passo tranquillo vista l’altitudine di 4800 mt, non pensava arrivassi in cima, l’ho poi superata e sulla vetta mi ha confessato che la maggioranza di persone abbandonano vista l’altitudine, in effetti all’inizio si sentiva ma poi via tranquilli! Splendido Ecuador

    1. L’importante è essere acclimatati quando ci si mette in marcia… Poi, secondo me, se non si hanno particolari problemi di salute e si è un minimo allenati, è fattibile!

  2. certo che sei veramente impavida ed in buona salute, personalmente non potrei arrivare oltre i 1000 metri ,la testa mi scoppierebbe.Grazie per le belle descrizioni mi permettono di viaggiare per il mondo.un abbraccio.

    1. Ciao Marinaaaa! Amo scrivere dei miei viaggi e mi fa piacere che mi leggi! Un abbraccio anche a te!

  3. Mammamia, che altitudine! Per me un trekking proibitivo. Sono stata male l’anno scorso in Perù sul lago Titicaca, andavo avanti a pastiglie diuretiche, altrimenti mi scoppiava la testa. Complimenti a te e grazie per aver condiviso la tua esperienza (e i consigli utili).

    1. Eh, l’altitudine c’è… Anche mio marito, quando mi ha raggiunta in Perù un paio d’anni fa, ha avuto qualche problemino con l’altitudine. E’ tutta questione di acclimatamento. Grazie Sara!

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”