Lo zaino è già pronto. L’ho preparato ieri, non senza qualche difficoltà: sembra infatti che a sud le massime sfioreranno i 30 gradi e che man mano che mi sposterò verso nord scenderanno sotto i 20. Sì, ho capito che mi devo vestire a strati o a cipolla che dir si voglia, ma farci stare tutto l’occorrente per diciotto giorni di viaggio in un bagaglio a mano in questo caso è stato davvero una sfida! Dove andrò? Ah, ecco, farò un viaggio tra Israele e Palestina!
Viaggio tra Israele e Palestina… Giusto qualche riflessione!
Uno. Due. Tre. Sospiro di sollievo! Sono certa infatti che voi che mi state leggendo non mi chiedereste mai se sono in preda alla follia solo perché sto per fare un viaggio tra Israele e Palestina, perché sapete che ho piena consapevolezza delle complessità dell’area e che ho ragione di credere di riuscire sia ad andare che a tornare!
Indubbiamente oggi – come non mai – chi ama viaggiare non può prescindere dal confrontarsi con quella che è la situazione geopolitica mondiale, soprattutto se diretto in aree considerate calde come il Medio Oriente.
In questo senso farsi un’idea del contesto nel quale ci si intende calare è importantissimo per ponderare la scelta (personale!) di partire o meno. Nel caso vogliate farvi un’idea, magari in previsione di un futuro viaggio, vi rimando al sito del Ministero degli Esteri, che riguardo ad Israele ed ai Territori Palestinesi focalizza l’attenzione su determinate problematiche, senza comunque sconsigliare la partenza.
Chiaramente questo è un viaggio che fin da quando ho acquistato i voli ho affrontato in modo diverso. Israele ed i Territori Palestinesi non rappresentano infatti certamente una di quelle realtà che i tg non menzionano o a cui nessun quotidiano dedica un articolo, perché non succede mai nulla. Se ne parla, giustamente, e almeno a grandi linee credo sia chiaro a tutti il quadro a cui mi riferisco.
Arrivo al dunque però: pensando a quel quadro è emerso qualche timore, che tuttavia non mi ha impedito di organizzare il viaggio e dopodomani non mi impedirà di partire.
Per fortuna il mio lato più razionale raramente mi abbandona, soprattutto quando in ballo ci sono aspetti così delicati. Una volta messi in luce e accettati i rischi ai quali potrei (e sottolineo il condizionale!!!) andare in contro, ho cercato di capire cosa avrebbe potuto spingermi a guardare altrove e a scegliere altre destinazioni.
L’unico vero rischio che ho visto e che vedo, per farla breve, è legato al terrorismo e al pericolo di attentati. Riguardo a questo però sono piuttosto fatalista e credo che – come purtroppo dimostrano i fatti – oggi non si è più al sicuro nemmeno in Europa. Quando ci penso, mi pongo solo una domanda: <<Voglio davvero smettere di viaggiare?>>. Se un po’ mi conoscete, sapete già la risposta!
Devo ammettere poi che il fatto di sconfinare nei Territori Palestinesi al contempo mi affascina e mi spaventa. Per non rinunciare sono arrivata alla conclusione che non fosse il caso di impormi di andarci da sola e che dunque la scelta migliore non poteva che essere quella di partecipare ad un tour organizzato.
Questa cosa – in parole povere – non mi piace molto, perché sono convinta che vedrò solo ciò che la guida riterrà opportuno che io veda. Qualcosa però voglio vedere e questa al momento è l’unica strada che mi sento di percorrere.
Un cenno particolare poi lo devo ad Hebron. Sono convinta che una visita alla città potrebbe dirmi tanto, tantissimo, ma l’ho esclusa dal mio itinerario, semplicemente perché ho paura….
Questi, in sintesi, sono un po’ i timori cui accennavo prima. E’ vero che in un certo senso mi costringono ad un compromesso, ma quello stesso compromesso mi consentirà di vivere serenamente un’esperienza che attendo da tempo e che sono certa mi regalerà tante emozioni. E chissà poi che in futuro io non possa organizzare un viaggio Israele e soprattutto in Palestina, anche in contesti che oggi vedo con più di qualche remora.
Dimenticavo… Chissà come andranno i controlli di sicurezza!? Secondo alcuni sarebbero piuttosto invasivi. Secondo altri, invece, una passeggiata. Riguardo a questo aspetto sono arrivata alla conclusione che posso stare tranquilla, considerando che i miei documenti sono in ordine e che nello zaino ho praticamente solo vestiti. Perché dovrei aspettarmi un lungo interrogatorio? Poi magari succederà, ma voglio pensare positivo ed in ogni caso non avrei nulla da nascondere!

L’itinerario che ho in mente…
Prima di salutarvi vi dico – brevemente – del itinerario che seguirò durante il mio viaggio tra Israele e Palestina:
30/11 Arrivo ad Eilat in tarda mattinata e visita all’osservatorio subacqueo
01/12 Mattina: Trekking nel Red Canyon + Pomeriggio: Un po’ di relax a Coral Beach
02/12 Mattina: Trekking nel Timna Park + Pomeriggio: Ancora relax al Dolphin Reef
03/12 Arrivo in prima mattinata a Mitzpe Ramon e trekking di 5km
04/12 Trekking di 16km da Mitzpe Ramon alla Cisterna di Hemet
05/12 Visita alla città nabatea di Avdat e percorso di 13km nella Zyn Valley
06/12 Arrivo in mattinata a Tel Aviv e inizio visita della città
07/12 Gita organizzata a Masada con tappa sul Mar Morto
08/12 Visita di Tel Aviv
09/12 Gita organizzata nei Territori Palestinesi con tappe a Betlemme e Gerico
10/12 Arrivo in prima mattinata ad Haifa e visita della città
11/12 Gita in autonomia ad Akko e a Rosh Hanikra
12/12 Arrivo in prima mattinata a Tiberiade e giro del lago in bici
13/12 Gita in autonomia a Tsfat
14/12 Arrivo in prima mattinata a Gerusalemme e inizio visita della città
15/12 Visita di Gerusalemme
16/12 Visita di Gerusalemme
17/12 Visita di Gerusalemme
18/12 Ancora qualche ora a Gerusalemme prima di rientrare in Italia
Al mio ritorno vi darò senz’altro più dettagli. Nel frattempo ricordate che potete seguire il mio profilo e la pagina facebook!