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Non so se avete mai pensato al paradiso. Non so nemmeno se crediate che esista un paradiso. In questo senso io non ho certezze, ma credo fermamente che il mondo custodisca dei luoghi che sono veri e propri eden, dei paradisi in terra. E’ a questo che ho pensato quando a maggio dell’anno scorso mi sono trovata a visitare le Cascate di Iguazù, che si trovano tra Argentina e Brasile.  

Quel giorno ho visto milioni e milioni di gocce d’acqua nell’aria, le stesse gocce che ho sentito anche sulla mia pelle. Intorno a me si era infatti alzata una leggera foschia, interrotta da un’intensa luce che riusciva a farsi spazio creando meravigliosi arcobaleni. E quindi il getto e il rombo, incessante, ammaliante, emozionante, di quel fenomeno della natura che – almeno in Sud America – non ha eguali!  

Se ancora non avete visto con i vostri occhi ciò di cui sto parlando, provate ad immaginare un insieme di cascate – ben 275! – che si susseguono una dopo l’altra per quasi tre chilometri, creando un confine naturale tra due Paesi, là dove il fiume Iguazù ed il fiume Paranà si incontrano. Provate ad immaginare delle cascate che arrivano a sfiorare gli 80m di altezza e che nel loro complesso hanno una portata di 1756 m³/s.  

Secondo voi è un caso che le nella lingua delle popolazioni autoctone queste cascate venissero e vengono tuttora chiamate grandi acque? Iguazù, effettivamente, significa proprio questo e credo che non potesse essere scelto nome più appropriato! Lo spagnolo Álvar Núñez, meglio noto come Cabeza de Vaca, fu il primo europeo a trovarsi al loro cospetto e nel 1542 le chiamò Cascate di Santa Maria. In seguito però la denominazione attribuita dal conquistatore è stata – giustamente – abbandonata!

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Visitare le Cascate di Iguazù: come arrivare

Come già accennato, le Cascate di Iguazù si trovano tra Argentina e Brasile. Più nello specifico questo significa che esse si estendono in parte nel territorio di un Paese ed in parte nel territorio dell’altro. Per oltre due terzi si trovano infatti nella provincia argentina di Misiones e per il restante terzo nello stato brasiliano del Paranà. 

A questo proposito ci tengo subito a sottolineare che è importante pianificare almeno due giorni per la visita, poiché nessuno dei due lati è da trascurare. Se è infatti vero che la parte argentina presenta una molteplicità di percorsi e dunque di prospettive, quella brasiliana lascia senza parole perché offre una migliore visione d’insieme.

Sono certa che a questo punto vi starete chiedendo come raggiungere le Cascate di Iguazù e se, dovendo attraversare dei confini nazionali, la questione possa rivelarsi particolarmente complessa. In questo paragrafo vi racconto come mi sono mossa io, ma non mancherò di esplorare anche delle alternative.

> Come arrivare alle cascate di Iguazù dall’Argentina

Personalmente ho visitato le Cascate di Iguazù facendo base sul lato argentino. In questo senso dovete sapere che la città di riferimento è Puerto Iguazù, facilmente raggiungibile da Buenos Aires (ma anche da altre città del Paese) sia in autobus che in aereo.

Avendo molto tempo a disposizione, dalla capitale ho deciso di muovermi via terra ovvero nel modo senz’altro più economico ma anche più lento. Partita alle 19 sono infatti arrivata solo alle 12.30 del giorno dopo, abbastanza comodamente, pur viaggiando in semi-cama (50Euro ca.) e non in cama (70Euro ca.).

Nel caso le vostre tempistiche fossero particolarmente strette, forse è il caso che accorciate le distanze volando, anche se molto probabilmente spenderete qualcosina in più. La spesa dipende chiaramente dalla compagnia scelta (Aerolinea Argentinas, Latama, Norvegian…), dal periodo e dai soliti fattori che influenzano il prezzo dei voli.

Una volta raggiunta Puerto Iguazù, è stato poi necessario muoversi verso le cascate:

Il lato argentino…

> Per raggiungere quelle sul lato argentino è stato sufficiente salire su uno dei frequentissimi autobus pubblici (7Euro) che in meno di mezz’ora collegano la stazione all’ingresso del parco nazionale (perché chiaramente si tratta di un parco nazionale, istituito nel 1939!);

Il lato brasiliano…

> Per raggiungere quelle sul lato brasiliano sono invece salita sugli autobus di Cruzero del Norte / Rio Uruguay (8Euro), che partono ogni ora dalla stazione e che dopo 45 minuti raggiungono proprio l’ingresso del parco nazionale, chiaramente fermandosi prima alla frontiera e aspettando che tutti i passeggeri abbiano espletato le formalità di uscita ed entrata. A questo proposito aggiungo che per i cittadini italiani e dell’UE mi è sembrato tutto molto semplice. Dovete solo ricordare di portare con voi il passaporto!

> Come arrivare alle cascate di Iguazù dal Brasile

La città da raggiungere nel caso in cui si intenda visitare le Cascate di Iguazù dal Brasile, è invece Foz de Iguazù. Da San Paolo è possibile arrivarci sia in autobus, in circa 18h, che in aereo. Da Rio de Janeiro, considerate le distanze, è il caso di muoversi solo in aereo. Riguardo alla scelta del mezzo di trasporto, valgono le stesse considerazioni fatte sopra per il lato argentino. Da Foz do Iguazu per arrivare alle cascate ci si può muovere poi in questo modo:  

Il lato brasiliano…

> Per raggiungere il lato brasilano, anche in questo caso, ci si può affidare ai numerosi autobus pubblici (1Euro), che dalla stazione in 40 minuti arrivano all’ingresso del parco nazionale;

Il lato argentino…

> Per raggiungere il lato argentino vale quanto già detto riguardo alle compagnie Cruzero del Norte e Rio Uruguay nel paragrafo precedente; ovviamente l’unica cosa che cambia è che la tratta viene percorsa al contrario.

I tour…

Sappiate che è anche possibile prendere parte a dei tour organizzati per vistare le Cascate, sia dall’Argentina che dal Brasile. Vista la semplicità del fai da te, credo tuttavia che non ci sia alcun motivo per prendervi parte, a meno che non prevedano attività specifiche che non è possibile svolgere da soli.  

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Visitare le Cascate di Iguazu: come organizzarsi una volta in loco

> L’acquisto del biglietto d’ingresso

Appena giungerete all’ingresso del parco nazionale, su entrambi i lati, dovrete acquistare un biglietto d’ingresso. Nel caso dell’Argentina al momento costa 800 pesos (ovvero circa 12Euro, ma il cambio per noi oggi è davvero favorevole) e nel caso del Brasile 70 real (ovvero circa 15Euro). Fino a poco tempo fa sul lato argentino si poteva pagare solo in contanti. Adesso invece sono accettate anche le carta di credito, come sul lato brasiliano.

> I circuiti del lato argentino

Poiché le cose da fare sul lato argentino sono davvero tante (e tutte meravigliose!), il mio consiglio è quello di partire presto e di essere all’ingresso del parco già alle 8 ovvero non appena apre, in modo da avere abbastanza tempo e non dover correre. In questo modo riuscirete anche ad evitare la folla, almeno per un paio d’ore, soprattutto nei periodi di alta stagione, di cui vi dirò dopo. 

Credo che chiunque ci sia stato concordi sul fatto che una volta in loco sarebbe davvero un peccato non percorrere almeno i tre circuiti principali. Stiamo parlando del circuito inferiore, di quello superiore e di quello che porta alla Garganta del Diablo.  

Il circuito inferiore

Il primo circuito che mi sono trovata a percorrere è stato quello inferiore. Lungo 1,6km, mi ha dato la possibilità di osservare una miriade di cascate e cascatelle dal basso e di coglierle in tutta la loro portata. Su questo sentiero, che si snoda nella foresta, per la prima volta ho potuto scorgere dei coatì, vale a dire dei buffissimi animaletti che hanno un musetto stretto e lungo e spesso (chissà perché!) anche un po’ di pancetta.

Il circuito superiore

Poi è arrivato il momento del circuito superiore, che sfiora i 2km. Come avrete già intuito dal nome, mi ha condotta al di sopra delle cascate che avevo visto poco prima e mi ha permesso di vederle da un angolazione completamente diversa ovvero dall’alto. Più o meno a metà percorso ne ho approfittato per fare una pausa e mangiare un boccone (indisturbata, perché in quella zona non c’erano coatì!); la presenza di panchine sicuramente invita a fermarsi e a fare una pausa, godendo appieno del paesaggio.

Il circuito della Garganta del Diablo

La Graganta del Diablo rappresenta la forza della natura nella sua massima espressione. Ecco è forza appunto, è potenza, è energia allo stato più puro. Credo di non essermi mai trovata di fronte a nulla del genere, a nulla che mi abbia toccata così nel profondo. Ci sono arrivata al termine della giornata, dopo aver attraversato una passerella poco più lunga di 1km, che per buona parte è stata costruita a filo d’acqua. Giunta sulla terrazza panoramica posta alla fine del  percorso, ho finalmente potuto scorgere la cascata più imponente dell’intero parco nazionale, che si gettava lì, nella gola, a pochi passi da me. Aggiungo solo che la portata, il salto ed il vapore acqueo che si sprigiona sono sconvolgenti! Per non parlare del rombo che emette!

Ricordate che è possibile raggiungere il circuito inferiore ed il circuito superiore a piedi, attraverso il breve e piacevole Green trail. Il circuito della Garganta del Diablo è invece raggiungibile esclusivamente a bordo di un trenino ecologico che attraversa il parco.

> Il percorso del lato brasiliano

Anche sul lato brasiliano delle cascate è meglio arrivare non appena aprono ovvero alle 9. In realtà per il percorso in se e per se è sufficiente mezza giornata. Per evitare di perdere tempo in coda per acquistare i biglietti e per salire sull’autobus che attraversa il parco, è però opportuno muoversi di buon’ora. Questo vale a maggior ragione nei periodi di alta stagione.

Nel caso vi interessi unicamente fare la passeggiata che permette di ammirare le cascate, salite sull’autobus e scendete all’ultima delle quattro fermate, per poi tornare indietro, pian piano, fino alla terza fermata. Questo è esattamente ciò che ho fatto io e in questo modo sono subito arrivata alla Garganta del Diablo, che seppure non  mi abbia sorpresa come sul lato argentino, mi ha comunque dato emozioni molto forti! Per proseguire dovrete quindi prendere un ascensore, scendere e percorrere la cosiddetta passarela, fino a giungere all’inizio del sentiero delle cascate, detto anche trilha das cataratas, con il quale concluderete la visita.

E la prima e la seconda fermata? Consideratele solo se vi interessano attività complementari come il tour in gommone, di cui vi parlo nel paragrafo successivo!

Specialmente sul lato brasiliano, mi raccomando, tenete gli occhi ben aperti. Mentre ero sull’autobus una signora ha iniziato a gridare <<Un tigre! Un tigre!>>. Ecco, non si trattava di una tigre ma molto probabilmente di un giaguaro, che vive nella foresta e stava attraversando la strada! Inutile dirvi poi che ci sono innumerevoli altri animali. Oltre ai coatì – a cui ho già accennato sopra – anche tanti tipi di uccelli (tra i quali i tucani) e di farfalle!

> L’escursione in gommone

Sia sul lato argentino che su quello brasiliano vengono offerte delle escursioni in gommone che consentono di avvicinarsi ancora di più alle cascate. Nel caso voleste prenotare (fatelo prima di partire se il vostro viaggio coincida con i periodi di alta stagione!). Di seguito trovate le escursioni che più mi sembrano interessanti:

A questo proposito mi sento di aggiungere solo una cosa. Non perdetevelo, perché si tratta di un’attività davvero entusiasmante! Ecco, mettete in conto di uscirne bagnati fradici, quindi portatevi un cambio di vestiti!

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Visitare le Cascate di Iguazù: il clima e la folla… Quando andare?

Nell’organizzare un viaggio alle Cascate di Iguazù non si può trascurare il fattore climatico. Ci tengo tuttavia a sottolineare fin da subito che durante un viaggio in Argentina mai e poi mai escluderei di farvi tappa, indipendentemente dal periodo dell’anno. 

In generale è importante sapere che stiamo parlando di una zona subtropicale, caratterizzata da una stagione secca, più fresca, che va da aprile a settembre, e da una stagione delle piogge, più calda, che va da ottobre a marzo. 

In altri contesti di questo genere, escluderei a priori di partire durante la stagione delle piogge, ma non mi sento di estendere il discorso a questa meraviglia della natura. Questo soprattutto perché in quel frangente le Cascate di Iguazù hanno – chiaramente – una portata maggiore e possono risultare ancora più impressionanti! 

Un altro fattore che considero sempre è… la folla! In questo senso non posso mai fare a meno di chiedermi quali siano i mesi di maggiore afflusso turistico. Nel caso in cui, come me, cerchiate di evitare di mettervi in viaggio in tali frangenti, non partite per le Cascate di Iguazù a gennaio, febbraio e a Pasqua, quando argentini e brasiliani sono in vacanza!  

Personalmente sono stata alle Cascate di Iguazù a maggio e, con il senno di poi, credo sia un buon momento. Il meteo si è infatti rivelato favorevole: la temperatura era gradevolissima, non è piovuto e il getto delle cateratte era comunque abbondante. In nessuna circostanza ho poi trovato troppa gente!

Visitare le Cascate di Iguazù: concludendo… con un mito!

Dopo aver fatto il punto su come visitare le Cascate di Iguazù raccontandovi brevemente il mito che spiega l’origine delle Cascate di Iguazù. Ecco, seppure non conferisca al sito la connotazione paradisiaca che personalmente vi ho visto, senz’altro lo lega all’ultraterreno.

I protagonisti della vicenda sono tre:  il dio serpente M’Boy, la bella Naipi ed il prestante guerriero Caroba. Pare che i due ragazzi fossero molto innamorati, ma che il loro amore sia stato ostacolato dalla divinità: M’Boy infatti, che nutriva una forte passione per la fanciulla, vedendosi rifiutato, avrebbe scatenato tutta la sua ira. Si dice che Naipi e Caroba ad un certo punto cercarono di fuggire, ma che una volta sul fiume la loro canoa precipitò nelle Cascate di Iguazù, create da M’Boy proprio per separali, una volta e per sempre. Secondo il mito, inoltre, Naipi fu trasformata in una roccia, mentre Caroba in un albero posto proprio di fronte: in questo modo i due amanti saranno sempre vicini, ma mai abbastanza per tornare a sfiorarsi.


Aggiungo solo che, se state cercando una struttura in cui alloggiare durante la vostra permanenza alle Cascate di Iguazù, potete dare un’occhiata su Booking.com:


Se vi va leggete anche i post sul nord-ovest argentino e sulla Patagonia!

> Argentina nord-ovest: itinerario di 10 giorni

> Organizzare un viaggio in Patagonia – Argentina e Cile

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39 Replies to “Visitare Cascate di Iguazù – Argentina e Brasile”

  1. Un ottimo e accurato articolo, ricco di informazioni e consigli. Purtroppo non ho avuto ancora l&#39;occasione di ammirare di persona queste cascate, ma concordo con te quando parli di paradiso. Trasmettono tutta la loro forza e la loro bellezza anche attraverso le fotografie.

  2. tutte le informazioni di cui si ha necessità se uno vuole pianificare la loro visita.Dalle foto sono mozzafiato e non oso immaginare dal vivo quanto lo possano essere.

  3. Le cascate Iguazù sono uno dei posti che sogno prima o poi di raggiungere, come il Perito Moreno e la terra del fuoco!

  4. Luca hai appena elencato due dei motivi per i quali l&#39;Argentina è il mio Paese del cuore! Le Cascate di Iguazù ed il Perito Moreno! Se sono un sogno, sono sicura che prima o poi ci arriverai!

  5. Bellissimo! Sembra che lì il tempo si sia fermato. Me lo segno, devo andare in Argentina e non possono assolutamente saltare un posto del genere.

  6. Avevo sentito parlare di queste cascate come di qualcosa di straordinario, ma mai mi sarei aspettata tanto! Le ho già messe nella mia wish list!!

  7. NOon sono mai stata in Sud America, ma dicono sia davvero splendido, ma a parte questo ci sono paradisi naturali in tanti luoghi della Terra

  8. Indispensabile inserirle nell&#39;itinarario di un viaggio in Brasile. Ne avevo sentito parlare molto positivamente e il tuo racconto ricco e dettagliato lo conferma.

  9. WOW! Sono davvero un luogo mozzafiato! Non avevo mai sentito parlare di queste cascate ma mi piacerebbe davvero molto visitarle. Mi attrezzerò!

  10. Tessy Treas la Terra è piena di luoghi meravigliosi… In Sud America ce ne sono davvero tantissimi e spero di scoprirne anche altri oltre alle Cascate di Iguazù e a quelli che ho già avuto la fortuna di vivere!

  11. Mentre leggevo questo post mi tornava in mente il film Mission. L&#39;avevo visto che ero una ragazzina e mi aveva colpito la forza e la conformazione di queste cascate meravigliose. E in effetti l&#39;hanno proprio girato qui.

  12. Che spettacolo, un paradiso che la natura ci regala! Spero un giorno di avere la possibilità di vivere queste emozioni dal vivo!

  13. non penso che le visitereo mai in quanto mio marito ha paura di volare. Devo dire che sono davvero magnifiche, immense e da quasi quasi mettono anche terrore per la loro immensità……

  14. Greta G. magari prima o poi riesce a superare la paura di volare… Conosco persone che pian piano ce l&#39;hanno fatta… Potrebbe provare con un volo molto breve per vedere come va…

  15. Deve essere uno scenario straordinario e pazzesco, ben 275 cascate e un bel parco da visitare. Lo metto in lista tra i miei viaggi futuri

  16. Assolutamente d&#39;accordo con te stare li sembra proprio di essere in un paradiso terrestre. Penso di essere stata tutto il giorno &quot;a bocca aperta&quot; da quanto ero sorpresa continuamente dal numero &quot;infinito&quot; di cascate presenti! Un luogo davvero spettacolare dove possiamo renderci conto di quanto sia potente madre natura

    1. A me invece piacerebbe proprio visitare il nord ed in particolare il nord-est! D’altra parte l’ultima volta che sono stata in Sud America la mia vera meta era la Patagonia….

  17. Leggere questo articolo mi è piaciuto ma mi ha anche fatto venire il magone; il Brasile e le cascate di Iguazu erano il mio viaggione estivo per il 2020, ma come puoi immaginare è saltato tutto. Adesso spero di poter recuperare la prossima estate…. ma chissà?

  18. Veramente un paradiso!
    Speriamo di poter viaggiare in luoghi così lontani e poco conosciuti al più presto!

  19. Che meraviglia! Non sai quanto ho pensato e ripensato nell’organizzare il mio viaggio in Cile e Patagonia Argentina, come fare per arrivare anche alle cascate di Iguazul. Me le sono lasciate per un prossimo itinerario ma ho sognato ancora leggendo il tuo articolo, davvero uno spettacolo strabiliante, peccato che la leggenda sulla loro origine sia così triste

    1. Ci sarà sicuramente un’altra occasione Antonella, magari per viverle con calma e senza corse! 🙂

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”