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Stai pensando di visitare Casertavecchia? In questo post trovi molte idee e tanti spunti per vivere al meglio il tempo che vi trascorrerai!

Casertavecchia è un piccolo borgo dall’aspetto medievale, tanto intriso di storia quanto di leggende che vedono come protagonisti fantasmi, fate e spiritelli.

Come avrai intuito si trova in Campania, a pochissimi chilometri da Caserta, lì, tra i monti Tifatini, sui quali sono giunta un pomeriggio della scorsa estate.

Una strada panoramica. Tornanti e ancora tornanti e finalmente quella sensazione di stare per raggiungere un luogo remoto, che poi in realtà remoto non è.

Fin dal primo momento, tuttavia, vi ho respirato quiete e tranquillità, quella quiete e quella tranquillità che almeno in certi luoghi finiscono per portarmi indietro nel tempo.

Ma al di là della mia esperienza, cosa offre Casertavecchia? Di seguito te lo racconto, conducendoti alla scoperta di tutto ciò che celano i suoi vicoli acciottolati!

Visitare Casertavecchia

Prima di visitare Casertavecchia… La storia!

Riguardo alle origini di Casertavecchia si sa poco o niente. E’ noto tuttavia che esisteva già in epoca romana, tanto che spesso è stata menzionata come Casa Irtam, vale a dire Villaggio in alto.

Proprio quell’insediamento, tra l’altro, è stato il centro di Caserta per tutto il Medioevo. Lo fu sotto i Longobardi, sotto i Normanni che lo hanno portato al suo massimo splendore e anche sotto gli Svevi.

Con l’avvento degli aragonesi al potere purtroppo è iniziato il suo declino, poiché tutte le maggiori attività iniziarono ad essere spostate dai monti alla pianura.

Furono tuttavia i Borbone a segnare irrimediabilmente il destino del centro, quando fecero costruire la Reggia di Caserta; a quel punto tutto iniziò definitivamente a ruotare intorno ad essa.

Solo negli ultimi decenni Casertavecchia ha assunto una nuova importanza, come località turistica. A questo proposito è interessante notare che è addirittura stata inserita nella lista dei monumenti nazionali italiani!

Visitare Casertavecchia – Cosa vedere?

Ricordo ancora con quale leggerezza mi sono trovata a passeggiare per Casertavecchia al tramonto, quando le sue viuzze hanno assunto colori caldi, gli stessi del mare e dell’Isola di Capri, che ho potuto scorgere in lontananza.

E ricordo quell’aria fresca che ad agosto ho trovato particolarmente piacevole, mentre cenavo all’aperto, mentre da uno degli affacci del borgo ammiravo il Vesuvio, magnifico, imponente.

Casertavecchia mi ha sorpresa ancora e ancora, ogni volta che ho girato l’angolo, ogni volta che ho imboccato una stradina che ancora non mi aveva vista passare, ogni volta che sono entrata in una bottega.

Aiuole fiorite, vasi colorati e persino creazioni frutto della fantasia di quegli abitanti che hanno imparato a riutilizzare vecchi oggetti per valorizzare le loro case! In tutto questo mi sono imbattuta, per non parlare dell’eco di vicende arcane!

Il Castello…

La costruzione del Castello di Casertavecchia, iniziata nel 861 d.C., è riconducibile ai Conti di Capua. Solo una ventina d’anni più tardi però la struttura è divenuta una vera e propria fortezza; le sembianze del castello invece le ha assunte in epoca normanna e sveva.

Ciò significa che nel tempo ha subito numerosi interventi e rimaneggiamenti, che ne hanno modificato profondamente l’aspetto. Inizialmente c’era infatti solo una torre di guardia, alla quale nel corso del tempo si sono aggiunte altre sei torri e un mastio circolare.

Oggi rimangono per lo più rovine, rovine che però hanno un loro fascino. Tra queste emerge senz’altro il mastio circolare ovvero l’unica parte del castello di fatto sopravvissuta e che sembra rimasta lì a presidio del borgo.

Quest’ultima, alta 30m e veramente imponente, è nota come Torre dei Falchi. Una volta, all’ultimo piano ospitava la residenza del signore, al secondo piano la servitù e nei locali inferiori un sorta di magazzino.

A questo punto non posso non fare cenno alla Contessa Siffridina, imparentata con Federico II di Svevia. Di lei devi sapere che – a causa del coinvolgimento in vicende di corte che hanno avuto importanti risvolti politici – è stata allontanata da Casertavecchia ed imprigionata nel castello di Trani fino a quando morì, all’età di ottant’anni. Pare tuttavia che il suo fantasma abbia fatto del castello la sua dimora e che durante le notti d’inverno si manifesti, emettendo dei terribili lamenti!

Visitare Casertavecchia

La Cattedrale…

Affacciata su Piazza Vescovado, come il Palazzo Vescovile e quello che un tempo è stato il Seminario, la Cattedrale – dedicata a San Michele Arcangelo – è l’edificio di maggiore rilievo di Casertavecchia.

La sua costruzione, sui resti di una precedente chiesa longobarda, ha avuto inizio nel 1113, quando al potere c’erano i Normanni. L’iniziativa fu portata avanti dal Vescovo Rainulfo, come è indicato anche su uno dei portali che danno accesso al luogo sacro.

Nel XIII secolo vide importanti interventi. Cito ad esempio l’aggiunta della cupola ottagonale che presenta delle decorazioni arabeggianti, così come del campanile, alto 32m e visibile da ogni angolo del borgo.

La fine del XVII secolo portò altri cambiamenti significativi, ma essenzialmente all’interno. La chiesa – realizzata in tufo grigio campano – da romanica divenne barocca, fu aggiunto un soffitto ligneo e le pareti furono decorate con stucchi che distrussero affreschi medievali.

Nel 1926 la Cattedrale è stata riportata – per quanto possibile – al suo aspetto originario e oggi vale la pena soffermarsi anche sulla facciata decorata da soggetti floreali e animali e sulle tre navate interne, delimitate da diciotto colonne, tutte prelevate da templi di epoca romana.

Se ti stai chiedendo se anche la Cattedrale sia legata a qualche strana storia, beh… Posso raccontarti una leggenda! Sembra infatti che sui Monti Tifatini vivano delle fate e che quelle fate abbiano aiutato gli abitanti di Casertavecchia nella costruzione della Cattedrale. In particolare queste ultime, vedendo quanto fosse difficile trasportare dall’antica Calatia le colonne cui ho appena fatto cenno, le avrebbero spostate personalmente, caricandole sulle proprie spalle!

Visitare Casertavecchia – La vicenda di Ursula Pannwitz e degli spiritelli!

Nel visitare Casertavecchia – come avrai capito – è bello anche e soprattutto scoprire vicende e leggende locali, che aleggiano un po’ in tutto il borgo. Se sei arrivato a leggere fin qui, già conosci quelle relative al castello ed alla cattedrale! Voglio però raccontartene anche un’altra!

Questa volta non dobbiamo andare troppo lontano nel tempo. Dobbiamo solo tornare negli anni Settanta. E’ infatti nel 1974 che Ursula Pannwitz, una donna di origine tedesca, si trasferì a Caserta Vecchia ed acquistò una casa da ristrutturare.

La casa che acquistò – nota con il nome di casa delle bifore – divenne però ben presto una sorta di laboratorio, da cui la gente (del posto e non…) andava e veniva, incuriosita dalle creazioni artistiche della donna, che realizzava opere con i più svariati materiali.

Tra gli oggetti di artigianato da lei realizzati uno è particolarmente caro a Casertavecchia. Mi riferisco al cosiddetto spiritello, che ha preso forma quando Ursula vide per la prima volta le pentole in rame tradizionalmente usate per bollire i fagioli!

Quella visione la ispirò nella realizzazione di vasi in terracotta sui quali dipingeva delle simpatiche faccine. La particolarità di quei vasetti stava tutta nei manici, che rappresentavano delle orecchie, all’interno delle quali poteva essere inserito un foglietto con un desiderio.

Oltre a quanto ti ho appena raccontato, devi sapere che un giorno un’amica di Ursula, una sensitiva, vide uno dei vasetti ed esclamò <<Lo spiritello!>>, cogliendo l’occasione per rivelare che nella casa avvertiva una presenza benevola.

Da quel momento lo spiritello è diventato un po’ un simbolo per Casertavecchia, tanto che ancora si trova nelle botteghe, nonostante la sua ideatrice sia morta nel 2014! Nel caso volessi comprarne uno quando avrai occasione di visitare Casertavecchia, sappi che porta fortuna!

Arrivare a Casertavecchia

Casertavecchia dista solo 10km da Caserta. Noi ci siamo arrivati in macchina. Nel caso anche tu volessi muoverti in questo modo, ricorda che dovrai parcheggiare fuori dal borgo, in aree appositamente designate; al centro storico possono infatti accedere solo i mezzi a motore dei residenti. Per completezza aggiungo anche che è possibile raggiungere Casertavecchia con i mezzi pubblici. Dalla stazione dei treni di Caserta partono infatti degli autobus della CLP; fai riferimento alla linea 108, di cui qui trovi gli orari.

Dormire a Casertavecchia

Noi non abbiamo dormito nel centro storico di Casertavecchia, anche se facendo qualche ricerca mi sono imbattuta in qualche struttura interessante. Alla fine abbiamo infatti deciso di alloggiare al B&B A Corte (50Euro a notte in doppia con colazione), che dista solo 2km dal borgo e che ci sentiamo di consigliare anche per l’estrema gentilezza del proprietario che ci ha tenuto a raccontarci tante curiosità della realtà di cui vi ho appena raccontato.

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”In un’epoca in cui viaggiare è prerogativa di molti, credo che sia ancora possibile percorrere vie sconosciute, rendendole solo nostre: sono convinta infatti che oggi le grandi esplorazioni debbano essere anche e soprattutto interiori.”